Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se un cristiano possa contrarre matrimonio con un'infedele

Pare che un cristiano possa contrarre matrimonio con un'infedele.

Infatti:

1. Il patriarca Giuseppe sposò un'egiziana [ Gen 41,45 ], ed Ester [ Est 2,16s ] sposò Assuero.

Ma in entrambi i casi ci fu disparità di culto, poiché un coniuge era credente e l'altro infedele.

Quindi la disparità di culto non impedisce il matrimonio.

2. La fede dell'antico e del nuovo Testamento è identica.

Ma secondo l'antica legge era ammesso il matrimonio tra un fedele e un'infedele: poiché si legge nel Deuteronomio [ Dt 21,10ss ]: « Se andrai in guerra contro i tuoi nemici, e vedrai nel numero dei prigionieri una donna bella d'aspetto e ti sentirai legato a lei tanto da volerla prendere in moglie, te la condurrai a casa ».

Quindi ciò è ammesso anche nella nuova legge.

3. Gli sponsali sono ordinati al matrimonio.

Ora, tra un cristiano e un'infedele in certi casi si possono contrarre gli sponsali con la condizione che in seguito l'infedele si converta.

Perciò con la stessa condizione si può contrarre anche il matrimonio.

4. Tutti gli impedimenti matrimoniali sono in qualche modo direttamente contrari al matrimonio.

L'incredulità invece non contrasta col matrimonio: essendo questo un compito naturale, mentre la fede è superiore alla natura.

Quindi la disparità di religione non impedisce il matrimonio.

5. Ci può essere disparità di religione anche tra due battezzati: come quando un battezzato cade nell'eresia.

Eppure se costui sposa una cattolica si ha un vero matrimonio.

Quindi la disparità di culto non impedisce il matrimonio.

In contrario:

1. L'Apostolo [ 2 Cor 6,14 ] si domanda: « Che comunanza c'è fra la luce e le tenebre? ».

Ma tra marito e moglie c'è la massima comunanza.

Chi dunque è nella luce della fede non può contrarre matrimonio con chi è nelle tenebre dell'infedeltà.

2. In Malachia [ Ml 2,11 ] si legge: « Giuda ha profanato ciò che è sacro al Signore, e ha sposato le figlie di un dio straniero ».

Ma la profanazione non ci sarebbe stata se con esse fosse stato possibile contrarre un vero matrimonio.

Quindi la disparità di culto impedisce il matrimonio.

Dimostrazione:

Il bene principale del matrimonio è la prole da educarsi al culto di Dio.

Essendo dunque l'educazione un compito comune al padre e alla madre, sia l'uno che l'altra tendono a educare i figli al culto di Dio secondo la propria fede.

Se dunque essi sono di fede diversa, l'intenzione dell'uno sarà in contrasto con l'intenzione dell'altra.

Quindi non ci può essere tra di loro un buon matrimonio.

E così la disparità di culto precedente impedisce di contrarre matrimonio.

Analisi delle obiezioni:

Dall'antica legge era permesso contrarre matrimonio con alcuni infedeli e con altri proibito.

In particolare ciò era proibito con i Cananei [ Es 34,16; Dt 7,3 ]: sia perché il Signore aveva ordinato di ucciderli per la loro ostinazione [ Dt 7,2 ], sia per il maggior pericolo dei coniugi e dei figli di essere trascinati all'idolatria, dato che gli Israeliti erano più propensi ai loro riti per il contatto con essi.

Ciò era invece permesso con altri popoli: soprattutto perché non c'era il pericolo di lasciarsi portare all'idolatria.

E così Giuseppe, Mosè [ Es 2,21; Nm 12,1 ] ed Ester contrassero matrimonio con degli infedeli.

Ma nella nuova legge, che è diffusa in tutto il mondo, il motivo indicato vale per tutti gli infedeli.

Perciò la disparità di culto che precede il matrimonio è un impedimento a contrarlo e lo dirime se è contratto.

2. La legge ricordata o parla degli altri popoli con i quali era lecito contrarre matrimonio, oppure si riferisce al caso di una donna prigioniera disposta a convertirsi alla fede e al culto di Dio.

3. Il presente sta al presente come il futuro al futuro.

Perciò quando il contratto di matrimonio si fa al presente l'unità di culto nei contraenti deve essere attuale; negli sponsali invece, in cui si stipula un matrimonio per il futuro, basta la condizione che in futuro si raggiunga l'unità di culto.

4. La disparità di culto, come si è spiegato [ nel corpo ], è contraria al matrimonio a motivo del suo bene principale, che è il bene della prole.

5. Il matrimonio è un sacramento: perciò la validità del sacramento richiede che i due coniugi siano nell'identico rapporto rispetto al sacramento della fede, cioè al battesimo, piuttosto che alla fede interiore.

E così l'impedimento di cui parliamo non è chiamato disparità di fede, ma disparità di culto, cioè del culto esterno, come si è visto [ In 3 Sent., d. 9, q. 1, a. 1, sol. 1 ].

Cosicché se un fedele sposa un'eretica battezzata, contrae un vero matrimonio.

Sebbene pecchi, se lo fa a ragion veduta: come peccherebbe contraendolo scientemente con una scomunicata.

E tuttavia il matrimonio non sarebbe nullo.

Se invece un catecumeno, che ha la vera fede ma non è ancora battezzato, contraesse matrimonio con una fedele battezzata, non si avrebbe un vero matrimonio.

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