Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se quel fuoco purificherà anche i cieli superiori

Pare che quel fuoco purificherà anche i cieli superiori.

Infatti:

1. Si legge nei Salmi [ Sal 102,26s ]: « I cieli sono opera delle tue mani. Essi periranno, ma tu rimani ».

Ma sono opera delle mani di Dio anche i cieli superiori.

Quindi periranno anch'essi nella conflagrazione universale del mondo.

2. S. Pietro [ 2 Pt 3,12 ] ha scritto: « I cieli passeranno, e gli elementi consumati dal calore si dissolveranno ».

Ma i cieli distinti dagli elementi sono quelli superiori, nei quali sono fissate le stelle.

Devono perciò essere anch'essi purificati dal fuoco.

3. Quel fuoco è destinato a eliminare dai corpi ogni indisposizione alla perfezione della gloria [ aa. 1,2 ].

Ora, nei cieli superiori si riscontrano sia un'indisposizione dovuta alla colpa, poiché là il diavolo peccò [ cf. I, q. 66, a. 3 ], sia un'indisposizione di ordine fisico e naturale: poiché, come dice la Glossa [ P. Lomb. ] commentando le parole di S. Paolo [ Rm 8,22 ]: « Sappiamo bene che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nei dolori del parto », « tutti gli elementi adempiono con obiezioni le loro funzioni: il sole e la luna ad es. non senza fatica riempiono lo spazio loro assegnato ».

Quindi anche i cieli saranno purificati da quel fuoco.

In contrario:

1. [ Secondo i filosofi ] « i corpi celesti non possono ricevere impressioni dal di fuori ».

2. A proposito delle parole di S. Paolo [ 2 Ts 1,8 ]: « In un fuoco ardente a far vendetta », la Glossa [ P. Lomb. ] spiega: « Il fuoco che precederà la sua venuta raggiungerà il livello delle acque del diluvio ».

Ora, le acque del diluvio non giunsero fino ai cieli superiori, ma solo « fino a quindici cubiti sopra la sommità dei monti », come dice la Genesi [ Gen 7,20 ].

Quindi quel fuoco non arriverà a purificare i cieli superiori.

Dimostrazione:

La purificazione del mondo dovrà eliminare dagli esseri corporei ciò che in essi è contrario alla perfezione della gloria [ a. 3 ], che sarà come il coronamento ultimo dell'universo.

Ora, questa disposizione negativa si trova in tutte le cose, ma non allo stesso modo.

Nei corpi inferiori infatti questa indisposizione alla gloria è qualcosa di inerente alla loro stessa sostanza, poiché in essi c'è la continua mescolanza degli elementi, per cui essi perdono la loro purezza.

In altri corpi invece, ossia in quelli celesti, null'altro ripugna alla perfezione finale dell'universo se non il moto, il quale è tendenza e via alla perfezione; e non qualsiasi moto, ma solo il moto locale, che non altera nulla di intrinseco, come la sostanza o la qualità o la quantità, ma solo l'ubicazione, che è qualcosa di estrinseco alle cose.

Nulla dunque dovrà essere rimosso dalla sostanza dei cieli superiori, ma dovrà solo cessare il loro moto locale.

Ora, ciò viene ottenuto non mediante l'azione di un agente contrario, ma perché il motore cessa di agire.

Perciò i corpi celesti non saranno purificati dal fuoco o dall'azione di una qualche creatura, ma il loro stesso arresto, che avverrà solo per divino volere, varrà per essi come purificazione.

Analisi delle obiezioni:

1. Le parole del Salmo, secondo l'interpretazione di S. Agostino [ De civ. Dei 20, cc. 18,24 ], vanno riferite ai « cieli aerei », che saranno purificati dal fuoco dell'ultima conflagrazione.

Se invece vogliamo applicarle ai cieli superiori, allora bisogna dire che essi periranno in quanto cesserà il loro moto, che adesso è continuo.

2. S. Pietro stesso spiega di quali cieli vuole parlare, poiché prima delle parole riferite [ 2 Pt 3,5ss ] dice che « i cieli e la terra di allora perirono per mezzo dell'acqua; e i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio ».

Perciò sono destinati al fuoco quegli stessi cieli che furono puruficati dal diluvio, ossia i cieli aerei.

3. L'angoscia e la schiavitù del creato che S. Ambrogio [ nella Glossa ] attribuisce ai corpi celesti non sono altro che la vicissitudine del moto, per cui essi sono soggetti al tempo, e la mancanza dell'ultima perfezione, che sopravverrà ad essi alla fine dei tempi.

La colpa dei demoni poi non ha contaminato il cielo empireo: poiché immediatamente dopo il peccato essi furono cacciati dal cielo [ Lc 10,18; Ap 12,7ss ].

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