Supplemento alla III parte

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Articolo 5 - Se quel fuoco distruggerà gli altri elementi

Pare che quel fuoco distruggerà gli altri elementi.

Infatti:

1. S. Beda [ Glossa ord. ] così commenta la seconda lettera di S. Pietro [ 2 Pt 3,10 ]: « I quattro elementi dell'universo saranno divorati da quel fuoco potente.

Però non tutti in modo da essere completamente distrutti, poiché due di essi saranno totalmente distrutti, e due invece perfezionati ».

Sembra dunque che almeno due elementi saranno totalmente distrutti.

2. Si legge nell'Apocalisse [ Ap 21,1 ]: « Il cielo e la terra di prima erano scomparsi, e il mare non c'era più ».

Ma per « cielo », secondo S. Agostino [ De civ. Dei 20,18 ], si deve intendere l'aria.

E il mare non è altro che « il raduno delle acque » [ Gen 1,10 ].

Sembra dunque che questi tre elementi spariranno completamente.

3. Il fuoco non purifica se non quanto diventa sua materia combustibile.

Se quindi il fuoco purifica gli altri elementi, bisogna che questi subiscano tale sorte.

Quindi diventeranno fuoco.

E così verranno distrutti nella loro natura.

4. La materia elementare non può raggiungere una forma più nobile di quella del fuoco.

Ma con la purificazione finale tutte le cose saranno trasmutate nel loro stato più nobile.

Quindi tutti gli altri elementi saranno trasformati in fuoco.

In contrario:

1. A commento delle parole di S. Paolo [ 1 Cor 7,31 ]: « Passa la figura di questo mondo », la Glossa [ interlin. ] afferma: « Passa la bellezza, non la sostanza ».

Ma la sostanza degli elementi fa parte della perfezione dell'universo.

Perciò gli elementi non saranno distrutti nella loro sostanza.

2. La purificazione finale attraverso il fuoco sarà simile a quella del diluvio.

Ora, l'acqua non distrusse la sostanza degli elementi.

Quindi non la distruggerà neppure la purificazione finale col fuoco.

Dimostrazione:

Intorno a questo problema ci furono molte opinioni contrastanti.

Tutti gli elementi, dicono alcuni, rimarranno quanto alla materia, e tutti saranno ridotti a uno stato più perfetto: due di essi però, cioè l'aria e la terra, conserveranno la propria forma sostanziale, mentre gli altri due, cioè il fuoco e l'acqua, la perderanno, acquistando quella del cielo: e così i tre elementi fuoco, acqua e aria verranno insieme denominati cielo, sebbene l'aria conservi la stessa forma sostanziale attuale.

Per cui anche nell'Apocalisse [ Ap 21,1 ] si parla solo di cielo e di terra: « Vidi un nuovo cielo e una nuova terra ».

Ma questa spiegazione è del tutto assurda.

Essa è incompatibile infatti con i princìpi della filosofia, i quali non ammettono che i corpi inferiori siano in potenza a ricevere la forma del cielo, non avendo né comunanza di materia, né contrarietà di qualità.

E ripugna anche ai princìpi della teologia, perché se togliamo due elementi, come vuole questa teoria, non si salva la perfezione dell'universo con l'integrità delle sue parti.

Quindi bisogna concludere che il termine cielo vale per la quinta essenza, mentre il termine terra indica i quattro elementi.

Infatti nei Salmi [ Sal 148,7s ] si legge: « Lodate il Signore dalla terra », e subito dopo: « fuoco e grandine, neve e nebbia », ecc.

Perciò altri affermano che tutti gli elementi rimarranno quanto alla sostanza, ma perderanno le loro qualità attive e passive.

E ammettono pure che nel corpo composto gli elementi costitutivi conserveranno la loro forma sostanziale, senza però avere le qualità proprie, che sarebbero ridotte a delle qualità intermedie, le quali escludono le qualità estreme degli elementi.

E sembra che anche S. Agostino [ De civ. Dei 20,16 ] propenda per questa opinione, quando afferma che « la conflagrazione universale distruggerà del tutto le qualità degli elementi corruttibili, e la stessa loro sostanza sarà mirabilmente sublimata dalle qualità che si addicono ai corpi immortali ».

Ma questa opinione non sembra probabile, poiché le qualità proprie degli elementi sono effetto delle loro forme sostanziali, per cui, rimanendo queste, possono essere mutate soltanto con un'azione violenta e temporanea.

Come vediamo che l'acqua ricupera la frigidità che aveva perduta sotto l'azione del fuoco, purché rimanga la sua natura specifica.

- Inoltre tali qualità degli elementi sono per essi la perfezione seconda, quali loro passioni proprie: ora, non è probabile che la conflagrazione finale tolga agli elementi qualcosa che appartiene alla loro perfezione naturale.

Bisogna dunque ritenere che gli elementi conserveranno la loro sostanza e le qualità loro proprie, ma saranno purificati dall'infezione contratta per i peccati degli uomini e dalle impurità derivanti dalle loro mutue azioni e passioni: del resto questo succedersi di azioni e di passioni diventerà impossibile negli elementi inferiori non appena cesserà il moto del primo [ cielo ] mobile.

Ed è questo succedersi che S. Agostino chiama « qualità degli elementi corruttibili », cioè loro disposizioni innaturali, che li avvicinano alla corruzione.

Analisi delle obiezioni:

1. Si dice che il fuoco finale consumerà i quattro elementi perché in qualche modo li purificherà.

L'affermazione poi che « due saranno totalmente distrutti » non va intesa nel senso che saranno distrutti nella loro natura, ma che saranno completamente liberati dalle proprietà attuali.

Alcuni dunque ritengono che gli elementi in questione siano il fuoco e l'acqua, i quali attaccano con più violenza gli altri corpi col caldo e col freddo, che sono i massimi princìpi della corruzione.

Ora, poiché essi perderanno allora questo loro potere attivo, appariranno totalmente trasformati.

- Altri invece ritengono che i due elementi suddetti siano l'aria e l'acqua, per i vari moti che essi ricevono dai corpi celesti.

E poiché questi moti, come l'alta e la bassa marea, i venti e altre cose del genere, non ci saranno più, di conseguenza questi elementi saranno radicalmente mutati rispetto alle proprietà che hanno attualmente.

2. Nel commento alle parole della Scrittura: « il mare non c'era più », S. Agostino [ De civ. Dei 20,16 ] scrive che per « mare » si può intendere il secolo presente, di cui poco sopra [ Ap 20,13 ] era stato detto: « Il mare restituì i suoi morti ».

- Se invece vogliamo intendere il mare in senso letterale, allora bisogna dire che nel termine sono incluse due cose: la sostanza dell'acqua, che rimarrà, e la sua attitudine alla salsedine e all'agitazione dei flutti, che invece sparirà.

3. Quel fuoco agirà solo come strumento della potenza divina.

Perciò esso purificherà gli altri elementi senza distruggerli.

E non è necessario che la materia combustibile perda la propria natura per l'azione del fuoco: come è chiaro nel caso del ferro incandescente, il quale conserva la propria natura e ritorna qual era non appena viene allontanato dal fuoco.

E così avverrà anche per gli elementi purificati dal fuoco.

4. Nelle parti di un tutto bisogna tener presente non solo ciò che potrebbe giovare a ciascuna parte in se stessa, ma anche ciò che le conviene in ordine al tutto.

Perciò pur essendo vero che l'acqua, la terra e l'aria acquisterebbero una forma più eccellente se diventassero fuoco, tuttavia l'universo sarebbe impoverito e perderebbe la sua perfezione se tutta la materia degli elementi si trasformasse in fuoco.

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