Supplemento alla III parte

Indice

Articolo 5 - Se nel rinnovamento finale rimarranno le piante e gli altri animali

Pare che nel rinnovamento finale rimarranno le piante e gli altri animali.

Infatti:

1. Agli elementi non deve essere tolto nulla di quanto ne costituisce l'ornamento.

Ora, gli elementi hanno il loro ornamento negli animali e nelle piante.

Quindi questi non verranno eliminati nel rinnovamento finale.

2. Come sono a servizio dell'uomo gli elementi, così lo sono pure gli animali, le piante e i minerali.

Ma per questo servizio gli elementi saranno glorificati [ a. 4, s. c. 2 ].

Quindi saranno glorificati anche gli animali, le piante e i minerali.

3. L'universo rimarrà imperfetto se gli verrà tolto qualcosa che rientra nella sua perfezione.

Ora, le specie degli animali, delle piante e dei minerali rientrano nella perfezione dell'universo.

Siccome quindi non si può ammettere che nel suo rinnovamento il mondo rimanga imperfetto, si deve affermare che le piante e gli animali rimarranno

4. Gli animali e le piante hanno una natura più nobile degli elementi.

Ma nel rinnovamento finale il mondo sarà mutato in meglio.

Quindi è più giusto che rimangano gli animali e le piante piuttosto che gli elementi, trattandosi di esseri più nobili.

5. Non è possibile affermare che un appetito naturale sia frustrato.

Ora, secondo l'appetito naturale gli animali e le piante desiderano di esistere in perpetuo, se non come individui, almeno nella loro specie; a ciò infatti è ordinata in essi la generazione, come scrive Aristotele [ De gen. et corr. 2,10 ].

Perciò non si può affermare che queste specie a un certo momento finiranno.

In contrario:

1. Se le piante e gli animali dovessero rimanere, rimarrebbero o tutti gli individui o solo alcuni.

Se rimanessero tutti, dovrebbero risorgere anche gli animali già morti, come avverrà per gli uomini.

Ma ciò non può essere affermato: poiché, riducendosi al nulla le loro forme, è impossibile che esse vengano riassunte numericamente identiche.

- Se poi non rimanessero che alcuni esemplari, non essendoci una ragione della perpetuità dell'uno piuttosto che dell'altro, sembra che nessuno di essi rimarrebbe in perpetuo.

Ma qualsiasi essere che rimarrà dopo la rinnovazione del mondo dovrà durare in perpetuo, poiché verrà a cessare la generazione e la corruzione.

Quindi le piante e gli animali verranno a mancare del tutto dopo il rinnovamento del mondo.

2. Come insegna il Filosofo [ l. cit., n. 1 ], negli animali, nelle piante e negli altri esseri corruttibili la perpetuità della specie non è causata che dalla continuità del moto dei cieli.

Ma allora tale moto verrà a cessare.

Quindi la perpetuità di tali specie non potrà essere conservata.

3. Cessando il fine, dovrà cessare anche quanto ad esso è ordinato.

Ora, gli animali e le piante esistono per sostentare la vita animale dell'uomo; poiché sta scritto [ Gen 9,3 ]: « Come già le erbe verdeggianti, così vi ho dato quale cibo tutte le carni ».

Ma dopo il finale rinnovamento nell'uomo non ci sarà più la vita animale.

Quindi le piante e gli animali non dovranno rimanere.

Dimostrazione:

Poiché il rinnovamento del mondo avverrà per l'uomo, è necessario che esso sia adeguato al rinnovamento dell'uomo.

Ora, l'uomo rinnovandosi passerà dallo stato di corruzione a quello di incorruttibilità e di quiete perpetua, secondo le parole di S. Paolo [ 1 Cor 15,53 ]: « Bisogna che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità ».

Perciò il mondo verrà rinnovato in modo da restare nella quiete perpetua dopo aver perduto ogni corruttibilità.

Quindi a quel rinnovamento non potrà essere ordinato se non quanto è ordinato all'incorruttibilità.

Ora, gli esseri a ciò destinati sono i corpi celesti, gli elementi e gli uomini.

I corpi celesti sono per loro natura incorruttibili sia nella loro totalità che nelle loro parti.

Gli elementi invece sono corruttibili nelle loro parti, ma incorruttibili nella loro totalità.

Gli uomini infine sono corruttibili sia nella loro totalità che nelle loro parti: ciò però secondo la materia, non già secondo la forma, cioè secondo l'anima razionale, che resterà incorrotta dopo la distruzione del corpo.

Al contrario gli animali bruti, le piante, i minerali e tutti i corpi misti si corrompono, sia nella loro totalità che nelle loro parti, tanto secondo la materia, che perde la sua forma, quanto secondo la forma, che non rimane in atto.

Quindi questi esseri non hanno alcun ordine all'incorruttibilità.

E così nel rinnovamento finale non rimarranno, diversamente dalle creature sopra ricordate.

Analisi delle obiezioni:

1. I corpi suddetti vengono considerati un ornamento degli elementi in quanto le virtù attive e passive che si trovano in questi nella loro universalità vengono concretate a delle azioni specifiche.

Essi perciò sono un ornamento degli elementi nel loro stato attuale di azione e di passione.

Ma questo stato non rimarrà negli elementi.

Quindi non è possibile che rimangano gli animali e le piante.

2. Nel rendere i loro servizi all'uomo né gli animali, né le piante, né gli altri corpi possono meritare qualcosa, essendo degli esseri privi di libero arbitrio, ma si dice che certi corpi vengono rimunerati nel senso che l'uomo ha meritato che venissero rinnovati quegli esseri che hanno una predisposizione al rinnovamento.

Ora, le piante e gli animali non hanno una tale predisposizione.

Perciò l'uomo non ha meritato il rinnovamento per tali esseri: poiché uno non può meritare per se stesso e per gli altri se non ciò di cui un soggetto è capace.

Quindi, anche posto che gli animali bruti meritassero nel servire all'uomo, tuttavia non dovrebbero essere rinnovati.

3. Come esistono diversi tipi di perfezione per l'uomo, come ad es. la perfezione della natura creata e quella della natura glorificata, così esistono due tipi di perfezione per l'universo: la prima in conformità allo stato attuale di mutabilità, la seconda in conformità allo stato del rinnovamento futuro.

Ora, le piante e gli animali rientrano nella perfezione dell'universo secondo lo stato presente, non già secondo lo stato del rinnovamento futuro, non avendo alcun ordine ad esso.

4. Gli animali e le piante, pur essendo superiori sotto certi aspetti agli elementi, quanto alla predisposizione all'incorruttibilità sono inferiori ad essi, come risulta dalle spiegazioni date [ nel corpo ].

5. Il desiderio naturale della perpetuità che si riscontra negli animali e nelle piante va considerato in rapporto al moto del cielo, riferendosi cioè a una durata pari a quella del moto celeste: poiché nell'effetto non ci può essere l'appetito di durare oltre la propria causa.

Se quindi col cessare del moto del primo ente mobile le piante e gli animali non perdurano nella loro specie, non segue che l'appetito naturale venga frustrato.

Indice