Supplemento alla III parte

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Articolo 9 - Se l'aureola sia dovuta agli angeli

Pare che l'aureola sia dovuta agli angeli.

Infatti:

1. S. Girolamo [ Epist. 9,5 ] parlando della verginità scrive: « Vivere nella carne liberi dalla carne è una vita più angelica che umana ».

E la Glossa [ ord. su 1 Cor 7,26 ] afferma che « la verginità è una porzione angelica ».

Siccome quindi alla verginità corrisponde l'aureola, sembra che questa sia dovuta [ anche ] agli angeli.

2. È più nobile l'incorruzione dello spirito che l'incorruzione della carne.

Ora, negli angeli si riscontra l'incorruzione dello spirito, poiché essi non hanno mai peccato.

Quindi ad essi l'aureola è dovuta più che agli uomini incorrotti nella carne che hanno commesso qualche altro peccato.

3. L'aureola è dovuta anche all'insegnamento [ a. 7 ].

Ma gli angeli insegnano a noi « purificando, illuminando e perfezionando », come scrive Dionigi [ De cael. hier. 10,3 ].

Quindi è loro dovuta almeno l'aureola dei dottori

In contrario:

1. S. Paolo [ 2 Tm 2,5 ] scrive: « Non riceve la corona se non chi avrà combattuto secondo le regole ».

Ma negli angeli non c'è combattimento.

Quindi ad essi non è dovuta l'aureola.

2. L'aureola non è dovuta a un atto che non sia compiuto con il corpo: infatti a coloro che amano la verginità, il martirio e l'insegnamento, l'aureola non è dovuta se non possiedono esternamente queste cose.

Ma gli angeli sono incorporei.

Quindi non hanno l'aureola.

Dimostrazione:

L'aureola non è dovuta agli angeli.

E la ragione sta nel fatto che l'aureola corrisponde propriamente a una perfezione eccezionale nel merito.

Ora, quanto negli uomini rientra nella perfezione del merito è connaturale agli angeli, oppure spetta al loro stato comune, oppure anche al premio essenziale.

Per cui gli angeli non hanno l'aureola per gli stessi motivi per cui essa è dovuta agli uomini.

Analisi delle obiezioni:

1. Si dice che la verginità è una vita angelica in quanto i vergini imitano per grazia ciò che gli angeli hanno per natura.

Infatti per gli angeli non è un atto di virtù l'astenersi del tutto dai piaceri della carne, non potendo questi ultimi esistere in essi.

2. La perpetua incorruzione dello spirito merita agli angeli il premio essenziale.

Essa è infatti indispensabile per la salvezza: poiché in essi la rovina non può essere seguita da una riparazione.

3. Gli atti con i quali gli angeli ci ammaestrano rientrano nella loro gloria e nel loro stato comune.

Quindi con tali atti essi non meritano l'aureola.

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