Appendici al supplemento della III parte

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Articolo 5 - Se nel purgatorio le anime siano tormentate dai demoni

Pare che nel purgatorio le anime siano tormentate dai demoni.

Infatti:

1. Come dice il Maestro delle Sentenze [ 4,47,3 ], le anime « avranno come carnefici nelle loro pene coloro che le incitarono alla colpa ».

Ora, i demoni incitano non solo alla colpa mortale, ma anche a quella veniale, quando non possono fare altro.

Perciò anche in purgatorio essi tormenteranno le anime per i peccati veniali.

2. I giusti vengono purificati dai peccati sia in questa vita che dopo di essa.

Ma in questa essi vengono talora purificati con le sofferenze inflitte dal diavolo, come è evidente nel caso di Giobbe [ Gb 1-2 ].

Quindi anche dopo questa vita le anime purganti saranno tormentate dai demoni.

In contrario:

È ingiusto che uno dopo aver trionfato di un nemico venga a lui assoggettato dopo la vittoria.

Ora, quelli che sono in purgatorio hanno vinto i demoni, morendo senza il peccato mortale.

Quindi essi dopo questa vita non saranno assoggettati ai demoni per essere da loro purificati.

Dimostrazione:

Come dopo il giorno del giudizio universale la giustizia di Dio accenderà il fuoco con cui i dannati saranno puniti eternamente, così fin da adesso la sola giustizia divina provvede a purificare gli eletti dopo questa vita: senza servirsi dei demoni, di cui essi furono vincitori; e senza servirsi degli angeli, i quali non tormenterebbero così duramente i loro concittadini.

Tuttavia è possibile che essi li accompagnino nel luogo della pena.

E anche i demoni, i quali si rallegrano delle sofferenze umane, li accompagnano e assistono alla loro purificazione: sia per godere delle loro pene, sia per riscontrare nella loro uscita dal corpo qualcosa che appartiene ad essi.

Invece in questo mondo, quando ancora si svolge il combattimento, gli uomini vengono tormentati sia dagli angeli cattivi, come appare evidente nel caso di Giobbe [ Gb 1-2 ], sia dagli angeli buoni, come è evidente nel caso di Giacobbe [ Gen 32,25 ], il cui nervo femorale rimase senza forza dopo essere stato percosso dall'angelo.

E anche Dionigi [ De div. nom. 4,22 ] insegna espressamente che talora gli angeli buoni puniscono.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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