Lavoro Formazione Vangelo

Cenni storici

2.1 - Aspettative e intervento provvidenziale

Abbiamo già riportato sopra ( § 1.2 ) una data che può essere considerata la nascita della Casa di Carità Arti e Mestieri, e precisamente il 24 novembre 1919.

Potremmo anche indicare l'ora, le 21,30, poiché tutti questi dati compaiono segnati, in una pagina del Diario di fra Leopoldo, che riteniamo opportuno riportare ancora: "Lunedì, 24 novembre 1919, sera, ore 9,30.

Nella santa Adorazione - Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra.

Gesù disse: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità, per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".

Gesù soggiunse: "Non bisogna lesinare, si richiede qualche milione."

Quanto riportiamo è storia, nel senso che:

1. Ognuno può verificare la veridicità consultando gli originali dal Diario di fra Leopoldo.

Notisi che questo frate non era umanamente un dotto ( la sua sapienza gli veniva dall'amore a Gesù Crocifisso ), né si era mai occupato di scuola né di addestramento al lavoro, tanto meno di questioni sociali, poiché era un cuoco, anche se esperto nel suo lavoro e soprattutto dotato di una profondissima carica umana e spirituale: l'impatto che di lui avevano i suoi interlocutori era quello di un uomo di Dio.

2. Vi è la testimonianza dei contemporanei di fra Leopoldo che, sulla base delle ispirazioni di questo frate, si sono mobilitati per realizzare la Casa di Carità, tutte persone ragguardevoli, tra cui professionisti, docenti universitari, educatori: tra questi, in primo luogo, fr. Teodoreto, che ha sempre prestato pieno credito al francescano, sottoponendogli i suoi progetti e le sue attività apostoliche, e sappiamo che fr. Teodoreto è stato dichiarato venerabile.

3. In effetti la Casa di Carità si è realizzata partendo senza una preventiva scorta finanziaria, senza mezzi umani, ma nella fiducia nella Divina Provvidenza, che si è servita della dedizione, anzi della abnegazione e della generosità dei suoi artefici e dei suoi benefattori.

Peraltro, per individuare le origini della Casa di Carità, occorre risalire prima di questa data, poiché sussisteva nell'ambiente lasalliano la viva aspettativa e il desiderio di realizzare una grande opera per l'educazione e la formazione professionale dei giovani e dei lavoratori.

Tale aspettativa era marcata particolarmente in alcuni Fratelli, tra cui il ven. fr. Teodoreto.

L'intendimento di istituire una scuola di formazione professionale ha avuto in tale ambito un'espressa formulazione in una delibera degli ex allievi lasalliani del 29 agosto 1919, di sostenere la scuola popolare gratuita e di carattere professionale.

Il progetto però non sarebbe decollato per la scarsità degli insegnanti tecnici e per la mancanza degli ingenti mezzi finanziari occorrenti, se non fosse intervenuta l'ispirazione a fra Leopoldo.

2.2 - La questione sociale

È necessario collocarsi nella situazione di quel tempo, con una rapida scorsa alla questione sociale, scoppiata in tutta la sua gravita negli anni '20, successivi alla prima grande guerra mondiale, per comprendere pienamente le motivazioni che hanno portato all'istituzione della Casa di Carità.

In varie zone industriali d'Italia, ma a Torino con una particolare accentuazione, anche per le dimensioni dell'industria in questa città, si verificano gli scontri tra gli imprenditori e i prestatori d'opera, per rivendicazioni salariali, di orario e di condizioni di lavoro, sotto l'incubo della grave crisi economica conseguente alla guerra.

Dagli scioperi si passa alle sommosse e purtroppo anche alle sparatorie, con spargimento di sangue fraterno.

La contrapposizione di ideologie e l'odio di classe vengono alimentati da dottrine estremiste, non sempre animate da autentiche esigenze di giustizia, e talora inquinate dall'insorgere di falsi profeti.

2.3 - Contributo cattolico

I cattolici si sono sentiti interpellati e chiamati in causa da tali problematiche di portata non solo epocale, ma potremmo dire esistenziale, tali cioè da condizionare la stessa sussistenza della società civile.

Il loro contributo si è sviluppato in varie direzioni.

Sul piano teorico e dottrinale, con il Magistero della Chiesa, segnatamente con l'enciclica Rerum Novarum risalente al 1891, ma la cui influenza negli anni che consideriamo era di piena attualità.

Tale magistero è stato approfondito da autorevoli sociologi e pensatori cristiani, tra cui ci limitiamo a ricordarne due, Antonio Toniolo e don Luigi Sturzo.

Sul piano pratico ed operativo si è verificata una graduale partecipazione dei cattolici alla vita sociale e politica attraverso vari enti, quali l'Opera dei Congressi, l'Azione Cattolica, ed altri sodalizi ed associazioni a livello nazionale e locale.

Anche sul piano più strettamente politico si è determinata una presenza cattolica attraverso il Partito Popolare.

Ma ciò che preme più sottolineare sono le opere di evangelizzazione e promozione umana verso i giovani e i lavoratori, sorte sin dall'ottocento, ad opera di apostoli animati dallo zelo delle anime e da un senso profetico nel cogliere i segni dei tempi e le necessità emergenti dal nuovo assetto sociale.

Tra questi, con riguardo ai Santi torinesi, ci limitiamo a ricordare S. Giovanni Bosco, che attraverso gli Oratori ha anche curato l'avvio dei giovani all'esercizio di un mestiere, e San Leonardo Murialdo, per l'attività svolta verso i giovani lavoratori, nell'opera degli Artigianelli.

2.4 - I Fratelli delle Scuole Cristiane per gli operai in Piemonte

Tra coloro che hanno operato in Piemonte per la formazione degli operai vanno però ricordati anche i Fratelli delle Scuole Cristiane, chiamati a Torino nel 1829 per la strutturazione e l'esercizio dell'insegnamento elementare.

Sin d'allora i Fratelli istituirono corsi professionali serali e festivi per operai, non solo per impartire l'istruzione elementare, ma altresì per ravviamento all'esercizio di una professione.

I Fratelli pertanto sono tra i precursori della formazione professionale in Italia, anche se tale loro attività non è sufficientemente nota e passa inosservata.

I corsi istituiti dai Fratelli si svolsero non solo a Torino, ma anche a Pinerolo, Susa, Vercelli, Vigevano ed Acqui.

2.4.1 - La Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane

I Fratelli delle Scuole Cristiane sono una Congregazione religiosa fondata in Francia nel 1680 da S. Giovanni Battista de La Salle, per l'istruzione dei giovani, e diffusa in tutto il mondo.

A questo Istituto è appartenuto il ven. fr. Teodoreto, fondatore dell'Unione Catechisti e promotore della Casa di Carità. I Fratelli delle Scuole Cristiane, con i Catechisti, sono i soci fondatori della Casa di Carità nella struttura giuridica attuale, come sarà detto in seguito ( § 2.6 ).

I Fratelli hanno operato per istituire alcune sedi della Casa di Carità: in Piemonte a Grugliasco ( TO ) presso il Centro Ricreativo Pinifarina, a Torino presso l'Istituto Arti e Mestieri e a Giaveno ( TO ), per un periodo limitato; in Veneto a Romano d'Ezzelino ( VI ) e in Sardegna ad Olzai ( NU ) presso l'Istituto Mesina.

2.4.2 - S. G. B. de La Salle

S. Giovanni Battista de La Salle ( Reims 1651 - Rouen 1719 ), sacerdote di nobile famiglia, è il fondatore della Congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Aprì le prime scuole nel 1682.

Fondò numerose istituzioni scolastiche per i ragazzi poveri che non potevano accedere alle scuole a pagamento.

Per dedicarsi totalmente alla sua missione rinunciò al suo cospicuo patrimonio per la sua Congregazione e per l'educazione cristiana dei giovani.

Attento alla formazione cristiana, volle per i suoi ragazzi un insegnamento in lingua francese e non più in latino.

La sua proposta formativa era semplice: condurre l'allievo dal noto all'ignoto, dal facile al difficile, dal concreto all'astratto.

Agli insegnanti raccomandava di conoscere, amare, studiare l'allievo nelle sue disposizioni individuali.

Tali innovazioni scolastiche furono definite rivoluzionarie per quei tempi, per cui subì forti opposizioni alle quali seppe sempre resistere con pazienza e fortezza cristiana.

Attraverso l'insegnamento scolastico e professionale il de La Salle effettuava l'annuncio evangelico, la catechesi e la proposta di vita cristiana agli allievi.

Con particolare riguardo agli ambiti operativi della Casa di Carità, vanno tenuti presente questi settori specifici di attività educative.

Il de La Salle ha operato anche nel campo della formazione professionale, e con iniziative specifiche mirate a sollevare il gravissimo disagio economico e morale in cui versavano i giovani di Parigi e sobborghi nella crisi economica che ha contrassegnato l'ultima parte del governo di Luigi XIV, il Re Sole, alla fine del 1600 e agli inizi del 1700.

Il de La Salle è stato quindi un precursore non solo in campo scolastico, ma anche in quello della formazione professionale.

Tra le sue iniziative educative, vi è stata anche l'opera di redenzione e recupero dei giovani "ristretti" ( noi oggi diremmo i ragazzi della "generala" ), attività che tra l'altro gli ha procurato negli ultimi giorni di vita incomprensioni e molestie, anche dalle autorità religiose, peraltro poi chiarite e superate.

2.5 - Gli inizi della Casa di Carità

Come abbiamo detto, a seguito dell'ispirazione di fra Leopoldo furono superate le perplessità e si diede inizio all'attuazione dell'Opera.

Venne istituito il primo comitato per la costituzione della Casa di Carità Arti e Mestieri, composto da 12 laici, tra cui due Fratelli delle scuole cristiane ( fr. Isidoro, direttore della Comunità delle scuole di via delle Resine 14, in Torino, e il ven. fr. Teodoreto ).

La prima riunione ebbe luogo il 12 gennaio 1920.

Le scuole si aprirono il 18 ottobre 1920, in Torino, via S. Massimo 21 bis, nei locali del complesso di S. Pelagia, e iniziarono con due classi diurne, riguardanti complessivamente 60 allievi, e due classi serali, per 70 allievi, con un totale pertanto di 130 allievi, che costituirono la prima scolaresca della nostra Opera.

I corsi ebbero il carattere di scuola professionale post-elementare, ma furono subito presi contatti con alcune aziende per instaurare laboratori nel campo della maglieria, della meccanica e della chimica.

Diamo ora qualche cenno sugli artefici dell'Opera, in primo luogo fra Leopoldo M. Musso e fr. Teodoreto.

2.5.1 - Il Servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso O.F.M.

Luigi Musso, in religione fra Leopoldo Maria, nacque a Terruggia Monferrato ( AL ) il 30 gennaio 1850, e ricevette dalla famiglia un'educazione profondamente cristiana.

Fin da bambino manifestò grande amore per Gesù sofferente, con particolare predilezione per l'Eucaristia e con filiale devozione alla SS. Vergine: questa pietà lo aiutò a conservare in tutta la vita l'innocenza battesimale, nonostante molti pericoli, tentazioni e prove.

Frequentò appena le prime due classi elementari e quindi fu subito collocato al lavoro, che non abbandonò più e a cui rivolse tutte le sue forze, con orari estenuanti.

La dedizione al lavoro, una grande sobrietà ed una vivissima pietà divennero i segni caratteristici della sua vita.

Nei mistici colloqui da lui riportati nel suo Diario, viene attribuita a Gesù questa frase, che è come la sintesi del suo stile di vita: "Per tE, mio Leopoldo, ho scelto di darti il mio immenso amore, sofferenze e lavoro: questa è la via che hai da seguire".

Prestando servizio presso famiglie nobili e istituti, apprese in poco tempo l'arte del cuoco, vi divenne peritissimo, e durante tutta la vita esercitò questa professione, anche quando rimasto solo, dopo la morte dei genitori, poté seguire la sua vocazione facendosi frate francescano.

Il 18 gennaio 1902 vestì l'abito di S. Francesco come semplice fratello converso, e venne destinato al convento di S. Tommaso in Torino, dove rimase sino alla morte.

Dovunque visse, da secolare o da religioso, si sforzò di compiere tutto l'apostolato consentito dalla sua condizione e lasciò con l'esempio, le virtù e i modi affabilissimi e distinti, una profonda impressione e un edificante ricordo.

La sua vita spirituale ha per centro Gesù Crocifisso.

Ancora nel secolo, sempre a quanto fra Leopoldo annota nel suo Diario, la SS. Vergine Addolorata, durante una visione, lo aveva ammonito: "Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio!", e Gesù Crocifisso gli aveva detto: "Tra me e tè, in avvenire, ci sarà una grande intimità".

Ma soprattutto in religione si manifestò il suo amore per Gesù Crocifisso.

Nel convento di S. Tommaso dedicava parecchie ore della notte all'adorazione del Crocifisso, avendo singolari esperienze mistiche, secondo le testimonianze di molte persone d'ogni ceto e condizione, alcune particolarmente ragguardevoli, come il ven. fr. Teodoreto.

Durante queste esperienze, Gesù e Maria si rivelavano con la voce, parlandogli famigliarmente.

La raccolta delle parole udite e da lui annotate costituisce il suo Diario spirituale, che riempie voluminosi quaderni.

Il compendio della sua spiritualità, attraverso i suddetti colloqui, confluisce nella preghiera da lui composta, la "Devozione Adorazione a Gesù Crocifisso", che iniziò a propagare e che consegnò ai Fratelli delle Scuole Cristiane per ordine di Gesù stesso, affinché la diffondessero in tutto il mondo, con i Catechisti dell'Unione.

Fra Leopoldo divenne il consigliere di molte persone, appartenenti ad ogni ceto, che ricorrevano ai suoi lumi straordinari, e fra queste anche Fratel Teodoreto, che egli incoraggiò e guidò nella fondazione dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Patrocinò pure il sorgere di centri di formazione professionale di proposta cristiana da denominarsi, con titolo programmatico, "Casa di Carità Arti e Mestieri", ma ciò gli procurò molte incomprensioni,cui seguì un abbandono quasi generale.

In tale momento di tribolazione e di amarezza, fra Leopoldo morì, il 27 gennaio 1922.

L'esempio della sua vita e le sue virtù, prima conosciute nella cerchia dei suoi conoscenti, rifulsero in breve tempo.

Nel mese di febbraio 1941 fu introdotta la sua causa di beatificazione.

Il 27 aprile 1948 la sua salma, dal cimitero di Torino, venne traslata nella Chiesa di S. Tommaso, in Via Pietro Micca, e tumulata nella cappella di Nostra Signora del S. Cuore, dove aveva passato tante notti in adorazione e in dolci colloqui con Gesù e Maria.

2.5.2 - Il ven. fr. Teodoreto F.S.C.

Fr. Teodoreto, al secolo prof. Giovanni Garberoglio, nacque a Vinchio d'Asti il 9 febbraio 1871, ed entrò nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane l'11 ottobre 1887 sottomettendosi alla regola con straordinario fervore ed eroica fedeltà fin nelle più minute prescrizioni, tanto da divenire ben presto il modello e l'edificazione dei confratelli, con l'esempio costante di una vita di pietà e d'ininterrotta unione con Dio.

Di temperamento molto sensibile, di raro buon senso ed indomita energia, si studiò di uniformare allo spirito di fede, caratteristico del suo Istituto, tutte le sue azioni ed intenzioni, in perfetta umiltà, carità ed abnegazione di sé stesso.

Sempre uguale di carattere, sincero, sereno, affabile, sorridente, pieno di bontà con tutti ed in tutto, egli recava nel volto ascetico e negli occhi dolcissimi la traccia della continua presenza di Dio nella sua anima.

Dedicò la maggior parte della sua attività apostolica alle scuole popolari di via delle Rosine in Torino, con annesse scuole serali gratuite, prima come insegnante e poi come direttore, con l'autorità  ed il prestigio che gli venivano dal suo equilibrio interiore e dalla sua fama di santità.

La fiducia dei superiori gli affidò per molti anni la direzione dei corsi di ritiro spirituale di 20 e 30 giorni per i giovani religiosi della sua Congregazione, durante i quali egli andò esplicando le sue mirabili doti di uomo di Dio e di sapiente direttore di anime.

Nel 1906, nel corso del suo secondo noviziato presso la casa madre della Congregazione, concepì il proposito di attendere al perfezionamento di un'opera di perseveranza che seguisse gli alunni al termine della scuola, guidandoli alla pienezza della vita cristiana in mezzo al mondo.

Conosciuto nel 1912 Fra Leopoldo Maria Musso in fama di santità e di soprannaturali rivelazioni, ebbe incoraggiamenti e consigli a proseguire in tale proposito e ne ricevette la "Devozione a Gesù Crocifisso" da diffondersi nel suo Istituto ed in tutto il mondo.

Guidato da eminente spirito di fede e di umiltà e da illuminata prudenza, seppe in tal modo riconoscere i segni del Cielo istituendo l' "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata", che diresse fino alla sua approvazione canonica in istituto religioso secolare, occupandosene poi come assessore generale fino alla morte.

Ebbe pure il conforto di veder sorgere la "Casa di Carità Arti e Mestieri", fondata dai Catechisti sotto la sua assistenza, a vantaggio della gioventù operaia.

Trascorse gli ultimi anni nella pratica di una angelica vita interiore e di una serena sopportazione della sofferenza, vittima di olocausto per la gioventù e per le opere che la Provvidenza gli aveva affidato, largo del suo consiglio e della sua preghiera a favore dei molti che a lui continuamente si rivolgevano.

Si spense in silenzio ed in umiltà la notte del 13 maggio 1954 al collegio San Giuseppe in Torino.

I funerali avvennero a spese del Comune, che successivamente gli avrebbe dedicato una via cittadina, ad attestazione della commozione e riconoscenza della città che lo invocava come un santo.

Il 27 febbraio 1959 la sua bara è stata traslata dalla tomba dei Fratelli nel cimitero monumentale di Torino, nella Cappella dell'Unione Catechisti, all'ultimo piano dell'edificio che è la sede centrale della Casa di Carità.

Il processo canonico è iniziato, a livello informativo diocesano, l'il gennaio 1961, e si è concluso, presso la Congregazione per le cause dei Santi, con il decreto del 3 marzo 1990, con cui il Papa riconosce l'eroicità delle virtù di fr. Teodoreto e lo dichiara venerabile.

2.5.3 - "Casa di Carità": segno di contraddizione

Abbiamo delineato come è sorta la Casa di Carità Arti e Mestieri.

Senonché siamo ancora ai primi albori, poiché altri eventi si sono verificati, prima che essa assumesse la sua definitiva configurazione.

E in questi eventi vi furono anche delle incomprensioni sulla stessa denominazione dell'Opera, dato che proprio alcuni membri del Comitato costitutivo non intesero recepire le parole iniziali "Casa di Carità", limitando il titolo ad "Arti e Mestieri".

Il termine "Carità" diveniva così segno di contraddizione, senza dubbio per una limitativa concezione del concetto, inteso solo come sinonimo di elemosina.

Ma la circostanza, sotto molti aspetti dolorosa, è stata occasione perché emergesse più netta e più limpida la forza e la provvidenzialità del termine "Carità", da recepire nella pienezza del suo significato, cioè come virtù teologale, come amore di Dio, e facente parte del titolo come qualificazione dell'Opera, e non come semplice accessorio nominale.

Fra Leopoldo avvertì la delicatezza della questione e fu molto amareggiato dell'esclusione della parola "Carità" dalla denominazione dell'incipiente Opera.

Nei suoi scritti, tra l'altro, troviamo questa annotazione, riconducibile al maggio 1921: "O Carità, nome dolcissimo, come risuoni bene in bocca dell'umile.

Eppure in quest'opera di Casa di Carità, voluta da Dio, quanta guerra ti fanno gli uomini di poca fede e poco umili.

Se noi sapessimo tutte le cose del mondo e non avessimo la carità, a che gioverebbe avanti a Dio, il quale ci deve giudicare secondo le opere?"

Non mancò di richiamare il Comitato ad attenersi alla formula originaria dell'ispirazione, purtroppo con il risultato che alcuni membri di questo sollevarono le loro rimostranze, facendogli vietare, a lui primo promotore dell'Opera, di ulteriormente occuparsi delle vicende di questa.

Fu la dolorosissima prova suprema per fra Leopoldo, vedersi estromesso da ciò che lui aveva ispirato, ma egli la superò nel pieno abbandono e nella confidenza in Gesù Crocifisso.

Peraltro il Comitato dopo qualche tempo, di fatto, si sciolse, anche per la difficoltà di attuare l'ampio e costoso progetto che nel frattempo era stato elaborato per la realizzazione del piano dell'Opera.

I Fratelli delle Scuole Cristiane, da parte loro, pur a malincuore per la mutilazione della denominazione, si sentirono in dovere di continuare l'Opera, procurando di conservarne lo spirito.

Diedero seguito ai corsi professionali, per vari anni nei locali di S. Pelagia in via San Massimo, finché l'accresciuto numero degli allievi impose la realizzazione di una nuova sede. Provvidero pertanto alla costruzione del grandioso edificio in C. so Trapani 25, frutto di uno sforzo finanziario notevole, sostenuto con l'aiuto della Provvidenza tramite generosi benefattori.

La scuola fu denominata Istituto Arti e Mestieri, e svolse per vari anni corsi professionali, e successivamente corsi di scuola media inferiore, magistrale e di perito.

Fr. Teodoreto considerò questo Istituto come uno dei frutti del messaggio di fra Leopoldo - e suo, aggiungiamo noi - relativo alla Casa di Carità Arti e Mestieri.^

2.5.4 - La "Casa di Carità - Scuola Professionale Festiva e Serale"

Il fuoco originario di questo messaggio, incentrato radicalmente sulla Carità, non era però spento, ma covava sotto la cenere.

E ciò non solo per il riferimento spirituale a questa virtù teologale, che caratterizzava i corsi professionali in svolgimento prima a S. Pelagia, poi nella sede di C.so Trapani, ma per gli sviluppi che avrebbe avuto in altre provvidenziali iniziative.

Nel 1925, i Catechisti dell'Unione del Crocifisso e dell'Immacolata, animati da fr. Teodoreto, aprirono una scuola festiva di formazione professionale presso la parrocchia di Nostra Signora della Pace, sempre in Torino, alla barriera di Milano, e fu denominata quasi subito "Casa di Carità".

Recepito tale titolo, l'iniziativa si incrementò rapidamente, per l'alto numero di iscrizioni e per le offerte ricevute, sicché si dovette pensare ad una nuova sede.

Questa fu realizzata nel 1929, nello stesso rione, in via Feletto 8, e l'edificio fu acquistato con il generoso concorso degli abitanti della zona. Il nome fu "Casa di Carità - Scuola Professionale Festiva e Serale".

Nell'ottobre del 1931 la scuola serale di tipo industriale di S. Pelagia fu trasferita e unita alla suddetta scuola di via Feletto.

Il germe dell'Opera, incentrato sulla Carità, poté così esplicitarsi e svilupparsi, tanto che dopo un decennio si dovette pensare ad una nuova sede, poiché la popolazione scolastica, costituita in prevalenza da operai, saliva da 370 iscritti nel '32 a 800 iscritti nel '39.

A tale scopo i Catechisti acquistarono un'area, il 3 settembre 1939, sulla quale poi, dopo il secondo conflitto mondiale, sarebbe sorta l'attuale sede centrale di C.so Brin 26.

Nella stessa circostanza i Catechisti adottarono il titolo intero della Opera: "Casa di Carità Arti e Mestieri".

2.5.5 - Adozione di tutto il titolo. Nuova sede

Nella graduale ripresa della normalità nella vita sociale dopo il conflitto, ha Inizio la costruzione della nuova sede, e il 29 giugno 1947 fr. Teodoreto firma la pergamena per la posa della prima pietra, presente il card. Maurilio Fossati.

Nel frattempo nella sede di via Feletto, in data 13 maggio 1948, si iniziano i corsi diurni teorico-pratici, per cui la Casa di Carità assume la sua configurazione di centro di formazione professionale a tempo pieno.

Nell'ottobre del 1950 è inaugurata la nuova sede in corso B. Brin 26, con denominazione: "Casa di Carità Arti e Mestieri", e tutti i corsi in svolgimento in via Feletto vengono ivi trasferiti.

Sotto l'aspetto giuridico, la Casa di Carità era un'attività dell'Unione Catechisti, avendola questa realizzata sotto la propria titolarità legale.

Ma i tempi erano ormai maturi per un'autonomia, il che si sarebbe verificato qualche anno dopo.

A questo punto occorre dare qualche cenno sull'Unione Catechisti, e su alcuni dei catechisti che si sono impegnati per la realizzazione dell'Opera.

2.5.6 - L'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata

L'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata è un Istituto secolare, fondato dal ven. fr. Teodoreto nel 1913.

I suoi membri, denominati Catechisti, vivono nelle loro famiglie, proponendosi una vita intensamente cristiana e impegnandosi in attività catechistiche e sociali.

I Catechisti vivono nel mondo e consacrano la propria vita a Dio, alcuni praticando i consigli evangelici con i voti di castità, di povertà e di ubbidienza ( catechisti consacrati ), altri vivendo lo spirito di tali consigli, generalmente attraverso il sacramento del matrimonio ( catechisti associati ).

Sono aggregati all'Unione i giovani e gli adulti che costituiscono il Movimento Adoratori di Gesù Crocifisso, e si propongono di recitare l'Adorazione e di diffonderla.

Spiritualità e carisma dell'Unione sono:

- la particolare devozione a Gesù Crocifisso, mediante l'Adorazione composta da fra Leopoldo;

- l'apostolato catechistico, educativo e sociale, rivolto soprattutto ai giovani.

Oltre che nel settore catechistico e sociale ( in quest'ultimo tramite la Casa di Carità Arti e Mestieri ), l'Unione Catechisti è impegnata nell'apostolato familiare ( Gruppi Famiglia ), nell'assistenza e nella catechesi ai più poveri e disagiati ( Messa del Povero ), nell'assistenza e catechesi ai bambini e ai giovani ( corsi catechistici in Torino, Colonia climatica Pio XII di Camanà in Perù, e Centro di Carità ad Asmara in Eritrea ), nonché nella coltivazione e nell'approfondimento della spiritualità catechistica ( Centro La Sorgente nella collina torinese ).

2.5.7 - Catechisti promotori. Rag. Cesone e dr. Tessitore

È sempre imbarazzante dover fissare l'attenzione su uno o due nominativi di un gruppo impegnatesi coralmente per una determinata iniziativa, come è avvenuto per i Catechisti dell'Unione, tutti dedicatisi alla Casa di Carità.

Dovendo comunque limitarci solo ad alcuni di essi, ricordiamo quelli che sono stati Presidenti dell'Unione, anche per il ruolo rivestito nell'istituzione dell'Opera, e per le responsabilità dirette che hanno assunto.

Il rag. Giovanni Cesone ( Torino 1898 - S. Maurizio Can.se 28 novembre 1964 ) catechista dalla fondazione dell'Unione, ne è stato il primo Presidente.

Ha costantemente operato per la realizzazione e lo sviluppo della Casa di Carità, impegnandosi strenuamente per la ricerca di benefattori e l'acquisizione di fondi.

Di fiducia illimitata nella Divina Provvidenza, sapeva affrontare i momenti più difficili con serenità e fortezza d'animo, che comunicava anche agli altri.

Appassionato di Gesù Crocifisso e devotissimo dell'Immacolata, frequentò assiduamente fra Leopoldo e fu uno dei più stretti e devoti discepoli di fr. Teodoreto.

Il dr. Carlo Tessitore ( Orlo Can.se 4 ottobre 1902 - Torino 2 ottobre 1995 ) è stato Presidente dell'Unione Catechisti dal 1933 al 1966, e della Casa di Carità per oltre un ventennio.

Particolare impegno ha profuso per la realizzazione della sede di Corso B. Brin.

È stato un Catechista illuminato e zelante, un uomo di preghiera assidua e di volontà tenace e fondamentalmente buona, e si è contraddistinto per le sue doti di dirigente anche nella professione civile, nella dirigenza centrale di un Istituto di Credito.

Ha operato, accanto a fr. Teodoreto, per la stesura delle Costituzioni e delle Regole dell'Unione Catechisti, illustrandone poi, in conferenze e in vari scritti, gli aspetti e le caratteristiche.

È stato infaticabile nel diffondere la conoscenza dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità, con quel suo stile e atteggiamento semplice ma dignitoso, sempre intraprendente e positivo nelle sue iniziative.

2.6 - La struttura definitiva: Associazione dei Catechisti e dei Fratelli

Come abbiamo detto sopra, i tempi erano maturi perché la Casa di Carità assumesse un'autonomia sotto l'aspetto giuridico.

Questo è avvenuto il 24 novembre 1969, con la costituzione in per-sona giuridica dell'Associazione Casa di Carità Arti e Mestieri.

Ne sono soci fondatori l'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata, e la Provincia religiosa di Torino dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

La struttura associativa viene così a tradurre la confluenza degli apporti che gradualmente hanno concorso alla configurazione e alla costituzione dell'Ente di formazione professionale di proposta cattolica: dalle prime realizzazioni dei Fratelli nella tradizione pedagogico-formativa lasalliana, all'istituzione delle prime scuole "Casa di Carità" da parte dei Catechisti, il tutto come risposta al messaggio spirituale e apostolico di fra Leopoldo e fr. Teodoreto, recepito nella stessa denominazione dell'Ente.

Potremmo dire che a questo punto si conclude la storia delle origini della Casa di Carità e ne inizia un'altra, quella del suo consolidamento e del suo sviluppo, quella che appunto stiamo vivendo come parti in causa, ognuno nel ruolo che gli è stato assegnato dalla Provvidenza.

Prima di concludere è però opportuno un accenno ad un altro aspetto della Casa di Carità, quello delle sedi periferiche.

2.7 - Le sedi periferiche

Presso il Collegio S. Giuseppe di Torino, fr. Cecilie, successore di fr. Teodoreto come assessore dell'Unione Catechisti, apre una scuola serale per operai, il 17 ottobre 1953.

Analoghe scuole serali vengono aperte presso l 'Arti e Mestieri di Corso Trapani, 25 a Torino, nonché presso gli Istituti dei Fratelli a Biella e a Parma.

A Giaveno ( Torino ), il 17 maggio 1962, viene inaugurata la Casa di Carità Arti e Mestieri intitolata a Luchino e Rosetta Sartorio, promotori e benefattori dell'Opera.

Si svolgono per alcuni anni corsi serali per operai.

A Grugliasco, nella cintura torinese, viene inaugurato il 28 giugno 1964 il "Centro Scolastico Ricreativo Pininfarina", opera della generosità di Battista Pininfarina, destinato a divenire Casa di Carità, e vi funzionerà per alcuni anni una scuola serale per operai.

La finalità viene raggiunta il 1 "ottobre 1974, allorché viene aperta una sede periferica della Casa di Carità Arti e Mestieri con corsi diurni e serali.

Nel 1991 viene istituita una sede della Casa di Carità a Romano d'Ezzelino ( VI ), presso l' Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Successivamente è trasferita a Bassano del Grappa, e pur tra alterne vicende, è tuttora in funzione.

Nel 1993, su richiesta del Vescovo di Acqui, mons. Livio Maritano, e del Parroco di Ovada, don Giovanni Valorio, la Casa di Carità è chiamata ad aggregarsi il locale centro di formazione professionale "Oratorio Votivo", gloriosa istituzione fondata da mons. Cavanna, quale offerta votiva della popolazione durante l'ultima guerra.

Qualche anno dopo, nel 1997, si è costituita una dipendenza di tale sede, presso l'Istituto San Giorgio di Novi Ligure.

Nel 1995 viene assorbito l'Istituto Magda de' Lazzari di Torino, scuola di taglio e cucito, su richiesta delle Suore del Cenacolo domenicano, che in precedenza lo gestivano.

Nel frattempo, nell'anno formativo 1995/96, la Casa di Carità istituisce una sede in Sardegna, ad Olzai, in provincia di Nuoro, su richiesta della locale comunità dei Fratelli delle Scuole Cristiane, e con sollecitazioni del Vescovo di Nuoro, mons. Pietro Melloni, caldeggiate dal card. Giovanni Saldarmi, arcivescovo di Torino.

Tale sede viene trasferita nel 1998 a Nuoro.

Su espressa richiesta del card. Saldarini, sempre nell'anno formativo 95/96, la Casa di Carità è chiamata a gestire i corsi di formazione professionale presso la Città dei Ragazzi in Torino, e tale dipendenza si occupa prevalentemente della formazione di ragazzi a rischio.

Nel 1997 l'ISAP ( Istituzioni Scolastiche Addestramento Professionale ) di Ivrea, su sua richiesta, viene aggregata alla Casa di Carità, con l'assenso del Vescovo, mons. Luigi Bettazzi.

Nel 1998, su varie sollecitazioni, viene istituita una sede in Susa, presso l'Istituto mons. Rosaz.

In essa confluisce il personale di un centro di formazione locale che stava cessando la sua attività.

Dell'iniziativa è stato interessato il vescovo, mons. Vittorio Bernardetto, che ha dato il suo compiaciuto assenso.

Altra importante aggregazione è stata operata nei confronti del Centro di Formazione Professionale Piemontese, l'ente che da anni gestisce corsi di formazione professionale nelle carceri, con presenza in numerosi stabilimenti di pena in Piemonte e Valle d'Aosta.

Dopo una collaborazione iniziale caratterizzata dall'ispirazione di tale centro alla proposta formativa della Casa di Carità, si è pervenuti nel '98 alla consociazione dell'Ente con la Casa di Carità, pur serbando questo l'autonomia giuridica.

Da segnalare altresì un'affiliazione all'estero in Asmara ( Eritrea ), lo Charity Center, tuttora in fase di allestimento, ma nel quale sono già in svolgimento alcune attività formative nei settori agricolo e del cucito.

Contatti e progettazioni sono in corso, per altre eventuali sedi all'estero.

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