Regolamento del 1933

Voto e Virtù d'Obbedienza

Art. 50. - In forza del Voto privato di Obbedienza, il Catechista assume l'obbligo di obbedire ai legittimi Superiori in ciò che riguarda le Costituzioni e l'osservanza dei Sacri Voti, quante volte essi comandano in "virtù di santa obbedienza".

Art. 51. - Le Costituzioni non sottraggano i Catechisti dalla dipendenza dei Superiori esterni per titolo naturale, professionale o civile; esigano però che i subalterni considerino i Superiori della Congregazione quali rappresentanti di Dio, incaricati di regolare ogni Catechista nelle sue relazioni con gli altri Superiori.

Art. 52. - Quantunque il Voto di Obbedienza dia forza ai Catechisti per obbedire con maggior prontezza e perfezione ai Superiori esterni, tuttavia non è punto cresciuta, in virtù del Voto, la dipendenza che essi hanno rispetto a detti Superiori e le mancanze contro l'obbedienza ad essi dovuta non cambiano affatto di natura.

Art. 53. - I Catechisti hanno l'obbligo di obbedire ai Superiori della Congregazione in tutte le cose, che riguardano direttamente o implicitamente la vita della Congregazione stessa, cioè l'osservanza dei Voti e delle Costituzioni.

Art. 54. - I Catechisti che vivono nelle loro Case di Carità e attendono a opere affidate alle Sedi, devono praticare la più perfetta obbedienza ai Superiori della Congregazione.

Art. 55. - Per praticare la virtù dell'Obbedienza, i Catechisti devono:

1° Avvezzarsi a vedere N. S. Gesù Cristo nella persona del Superiore, chiunque esso sia, e a obbedirgli con riverenza e amore, come a Dio stesso;

2° Affezionarsi all'obbedienza per amore del divino Modello Gesù Cristo "fatto obbediente fino alla morte di Croce";

3° Conoscere perfettamente ciò che riguarda l'eccellenza, i motivi, i gradi della obbedienza e adoprare nel nome del Signore tutte le forze e la massima buona volontà, per acquistarne la perfezione;

4° Eseguire gli ordini dei Superio con prontezza, docilità ed esattezza anche nelle cose difficili o ripugnanti alla natura, e rinnegare interiormente il proprio volere e giudizio, confermandoli in tutte le cose, dove non si conosce peccato, ai voleri e ai giudizi dell'Autorità costituita;

5° Presentare al Superiore, per la correzione e l'approvazione, un Regolamento-orario adatto alla propria condizione e procurare di sottometterglisi, non solo nelle cose obbligatorie, ma anche a un cenno o desiderio della sua volontà;

6° Chiedere al Superiore i permessi particolari per le cose di qualche importanza come dedicarsi a studi, a insegnamenti, a lavori importanti, accettare un impiego, cambiare residenza, accingersi a un viaggio, ecc., e rinnovare ogni mese i permessi generali, in conformità al numero 2° dell'art. 41;

7° Ricordarsi che ai Superiori della Congregazione non devono nascondere nulla di ciò che riguarda l'osservanza esterna delle Costituzioni, e che possono liberamente aprire ad Essi l'animo loro per averne consigli adatti al genere di vita abbracciato, approfittando del colloquio privato che deve aver luogo ogni settimana;

8° Far conoscere al Superiore le cose che si devono fare o tralasciare per volontà altrui, per averne norme sul modo di operare: evitare di mettersi in affari temporali, di impegnare la firma o cauzione senza il permesso;

9° Dipendere dal Superiore circa la lettura e la corrispondenza, presentandogli l'elenco dei libri che hanno in uso, consultandolo su quelli che desiderano acquistare o ricevere in prestito, e manifestandogli il motivo di ogni corrispondenza continuata;

10° Essere esatti nell'osservare volentieri e con spirito di obbedienza, non solo le Costituzioni, le Regole del "Direttorio", i Regolamenti-orari, le consuetudini delle Sedi, ma anche tutti gli obblighi di famiglia, di società, d'impiego, avendo sempre l'intenzione di obbedire unicamente a Dio, in tutte le azioni della vita.

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