Sapienza

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Capitolo 13

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

Processo all'idolatria. Divinizzazione della natura

1 Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell'ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
Es 3,13+
At 14,17
Rm 1,19-20
2 Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile o la volta stellata o l'acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Sir 17,7
Dt 4,19
Dt 17,3
Gb 31,26-28
3 Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
4 Se sono colpiti dalla loro potenza e attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'autore.
Sap 13,1+
6 Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi forse s'ingannano nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
At 17,27
7 Occupandosi delle sue opere, compiono indagini, ma si lasciano sedurre dall'apparenza, perché le cose vedute sono tanto belle.
8 Neppure costoro però sono scusabili,
9 perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?

Il culto degli idoli

10 Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte e che chiamarono dèi i lavori di mani d'uomo, oro e argento lavorati con arte, e immagini di animali, oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
Dt 4,28
2 Re 19,18
Is 40,18-20
11 Se insomma un abile legnaiolo, segato un albero maneggevole, ne raschia con diligenza tutta la scorza e lavorando con abilità conveniente, ne forma un utensile per gli usi della vita;
Is 40,19-20+
Ger 10,3-5
Sap 15,7-13
12 raccolti poi gli avanzi del suo lavoro, li consuma per prepararsi il cibo e si sazia.
13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla, legno distorto e pieno di nodi, lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero; senza impegno, per diletto, gli dà una forma, lo fa simile a un'immagine umana
14 oppure a quella di un vile animale. Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
15 quindi, preparatagli una degna dimora, lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo.
Is 46,7
16 Provvede perché non cada, ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé; esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto.
Bar 6,25-27
17 Eppure quando prega per i suoi beni, per le sue nozze e per i figli, non si vergogna di parlare e quell'oggetto inanimato; per la sua salute invoca un essere debole,
Is 44,17
Ger 2,27
18 per la sua vita prega un morto: per un aiuto supplica un essere inetto, per il suo viaggio chi non può neppure camminare;
Sal 115,4-7
19 per acquisti, lavoro e successo negli affari, chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani.
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Abbreviazioni
13,1-9 Critica al culto della natura
I cc. 13-15 costituiscono un ampio sviluppo del tema dell'idolatria.
L'autore distingue due categorie di idolatri:
quelli che adorano la natura divinizzata ( vv. 1-9 )
e quelli che adorano gli idoli, opera dell'uomo, e gli animali ( Sap 13,10-15,19 ).
Nella condanna di quanti adorano la natura ( le sue forze e i suoi elementi ),
il rimprovero è più leggero ( v. 6 ), perché l'autore riconosce loro la capacità di cogliere la bellezza del creato, anche se si lasciano ingannare e non raggiungono Dio, che è all'origine di quanto è nel creato.
Viene affermata la possibilità della conoscenza naturale di Dio: l'uomo, dalla bellezza e dalla bontà delle creature, per analogia ( v. 5 ) può giungere alla conoscenza di Dio, loro autore ( Rm 1,18-23 ).
Riguardo al culto degli animali, l'autore si abbandona a una critica generale dell'idolatria sotto le sue tre grandi forme:
divinizzazione delle forze naturali e degli astri ( Sap 13,1-9 );
culto degli idoli fabbricati dall'uomo ( Sap 13,10-15,17 );
culto degli animali ( Sap 15,18-19 ).
Si ispira forse a uno schema corrente, poiché classificazioni analoghe si ritrovano altrove negli scritti del giudaismo ellenico, particolarmente in Filone.
Ma il pensiero resta originale e lo svolgimento inserisce diverse considerazioni
sulla navigazione ( Sap 14,1-7 ),
sull'origine dell'idolatria ( Sap 14,12-21 ),
sui mali che comporta ( Sap 14,22-31 )
e sulla condizione privilegiata del popolo giudaico ( Sap 15,1-5 ).
13,1 La vista e lo studio della natura dovrebbero elevare lo spirito umano fino a un Dio trascendente e creatore di tutto.
13,3 Tocco greco ( cf. pure vv 5.7; Sir 43,9-12 ).
L'AT aveva spesso celebrato la grandezza e la potenza di Dio nel creato
( Gb 36,22-26; Sal 19,2; Is 40,12-14; ecc. ), ma non la bellezza dell'universo concepito come un'opera d'arte che riflette il suo autore.
13,6 leggero o « minore », in paragone degli idolatri del v 10.
13,10-19 Critica al culto degli idoli
Più severo è il giudizio nei confronti di chi adora le opere prodotte dalle mani stesse dell'uomo ( oggetti di legno, di pietra, di metalli preziosi ).
13,10-14,11 Il culto degli idoli: la polemica contro gli idoli, che compare nei filosofi greci, era un luogo comune negli scritti biblici ( cf. specialmente Is 44,9-20; Ger 10,1-16; Bar 6; ecc. ).
13,11-16 Ecco un falegname: la polemica contro gli idoli risente degli scritti dei profeti,
che già si erano scagliati contro l'idolatria ( Is 40,19; Is 44,9-20; Ger 10,1-9 ).
13,14 minio: per il suo vivo colore rosso ( colore ricco di simbolismi ), veniva spalmato sugli amuleti e sulle statue.
13,16 Calcolata descrizione per gettare il ridicolo sull'idolo:
il materiale è legno di scarto,
l'artista un volgare artigiano,
il lavoro fatto senza cura
e l'oggetto non starà neppure in piedi.