Televisione, radio, giornale

1. Finestra sul quotidiano

Ogni giorno la terra dove Gesù è nato, la terra che Lui ha calpestato per oltre sei lustri, vive un dramma: un dramma di morte, di odio, di guerra.

La storia di Israele ha più di cinquemila anni, ma l'Israele-Stato è relativamente giovane: è nato nel 1948.

È nato in guerra, con una guerra seguita nell'ultimo mezzo secolo da altri quattro conflitti.

Il Medio Oriente vedrà un'alba di pace solo quando i due contendenti in campo riconosceranno i diritti altrui: il diritto israeliano e palestinese di esistere.

Questa spirale di morte non è una notizia dell'ultima ora, non è un episodio di attualità, è la tragedia di ogni giorno.

Dopo l'11 settembre 2001 e la distruzione delle Torri Gemelle, con tutte le conseguenze per gli equilibri mondiali, il problema mediorientale passa in secondo piano, non aumenta le vendite dei quotidiani, non causa improvvise edizioni straordinarie dei telegiornali: ma la gente continua a morire!

Anche nel 2002 televisione, radio e giornali hanno portato nelle nostre case la dolorosa esperienza della Terra Santa che non trova pace perché contesa.

La Terra Santa vive la sofferenza e la morte violenta di due popoli, di fratelli - diciamo noi cristiani - che cercano la libertà e la sicurezza di una terra che sia loro… ma le cercano in una direzione sbagliata, con mezzi ingiusti.

I mezzi di comunicazione ci aiutano a comprendere le verità dei fatti, oppure…?

È importante leggere criticamente, ma in senso positivo, quanto la televisione, la radio e i giornali ci propongono sulla vita di tutta l'umanità.

2. La Bibbia

"Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.

Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.

Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.

Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.

Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.

Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.

Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete.

Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi".

Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.

Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno"". ( Mt 28,1-9 )

3. Per riflettere

3.1 Un punto di partenza

La Pasqua di Risurrezione di Gesù testimoniata dalle donne è segno di un annuncio che cambia il mondo, e dà inizio alla diffusione del cristianesimo.

La nostra fede è basata sull'annuncio: "Guai a me se non predicassi Gesù Cristo…" arriva a dire san Paolo.

La nostra testimonianza deve essere soprattutto veritiera e senza altri fini se non quello di annunciare il Signore Gesù.

Raccogliamo qualche spunto di riflessione attorno ad alcune parole chiave su questa realtà che ci tocca da vicino più di quanto non pensiamo.

Comunicazione.

Stampa, radio e televisione sono oggi strumenti destinati a raggiungere e influenzare un elevato numero di persone.

Sono questi gli strumenti per comunicare oggi.

Messaggio.

I mezzi di comunicazione ci forniscono una quantità smisurata di messaggi, di informazioni.

Sovente il messaggio è poco significativo, a volte anche bugiardo.

Raramente riceviamo un'informazione neutra; spesso il messaggio tende soprattutto a catturare, a "possedere" il lettore o telespettatore: tende a dominarlo.

Sensibilità.

Molte notizie non toccano più i nostri cuori.

Drammi e lutti colpiscono le nostre comunità: sono le povertà di oggi, che scivolano inascoltate nell'indifferenza.

Come avevano provato dolore al momento della sua morte, le due Marie del Vangelo reagiscono con gioia all'annuncio della Risurrezione del Maestro.

Quale formazione per il lettore?

Il lettore spettatore ha il dovere di formarsi, deve sapere scegliere tra la buona e la cattiva informazione, deve saper distinguere il vero dal falso.

Deve scoraggiare gli editori che usano il mezzo radiotelevisivo o la carta stampata con criteri esclusivamente economici e che non sanno resistere alla volgarità ed al condizionamento politico e industriale.

La società ha diritto a una informazione vera, libera e giusta.

Ciò richiede un uso saggio e competente dei mezzi di comunicazione sociale.

Capiamo la critica? Tutto è soggetto a critica. Le critiche, nel mondo delle idee, sono di casa.

È indispensabile, però, analizzarle, verificarne il fondamento.

Quando le critiche provengono da persone oneste, anche se non la pensano come noi, anche da coloro che noi giudichiamo "lontani", sono costruttive e ci devono far riflettere.

Se invece sono espressioni esclusivamente di parte, devono lasciarci indifferenti.

3.2 Qualche domanda

- Come reagisci di fronte agli avvenimenti?

- Quale uso fai dei mezzi di comunicazione ( radio, televisione, giornali )?

- Come individui, tra i tanti messaggi che ti vengono offerti ogni giorno, quelli non significativi e negativi?

- Interveniamo sui produttori di testate televisive e giornalistiche per far sentire la nostra voce, il nostro apprezzamento o il nostro dissenso su programmi televisivi o notizie o articoli di radio e giornali?

3.3 Duemila anni di storia insegnano

Dal principio alla fine, la storia della salvezza è comunicazione: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio" ( Eb 1,1 )

Questa comunicazione è comunicazione della verità: "Io sono la Via, la Verità e la Vita" ( Gv 14,6 ).

"Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" ( Gv 8,31-32 )

Per l'uomo, creato a immagine di Dio, vivere è comunicare: con la parola, con il silenzio, con i gesti e con i modi di vestire, perfino con l'indifferenza e il rifiuto.

Quando commette il peccato, l'uomo comunica ancora, sebbene in modo disordinato e non veritiero.

Quando invece l'uomo dialoga con Dio e con gli altri nella verità e nell'amore, realizza una comunicazione che lo fa crescere come persona.

I cristiani devono essere consapevoli di dover manifestare la verità nella carità e dare il loro contributo per creare una cultura ricca di valori, che faccia crescere l'uomo.

Occorre avvertire l'urgenza di una presenza incisiva negli ambiti principali della cultura.

Oggi comunicare è essere immersi in un universo di immagini e di parole, in una rete sempre più estesa e veloce.

Con facilità si accumulano e ritrasmettono enormi quantità di dati.

Eppure la difficoltà di intendersi e di convivere amplifica la solitudine e la discordia.

È un male che ha radici profonde fin nelle fondamenta della biblica torre di Babele, dove gli uomini, mossi dal desiderio del potere, cercano quell'unità politica, culturale, economica e religiosa che non risponde alla volontà di Dio e alla dignità dell'uomo, le quali esigono invece il rispetto dell'originalità e della diversità delle persone e dei popoli.

I cristiani sono consapevoli che il progetto fallisce quando prendono il sopravvento la confusione e la discordia, quando la comunicazione cerca il dominio sull'altro e non la comunione.

Per questo, nella carità, i cristiani sono portati a evitare i peccati che avvelenano la vita sociale: ingiuria, maldicenza, menzogna.

Non impongono la verità, ma la propongono rispettando la libertà di coscienza: "La sapienza che viene dall'alto è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti" ( Gc 3,17 ).

I cristiani, nei rapporti con i non cristiani, devono essere sempre pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della loro speranza, ma "con dolcezza e rispetto" ( 1 Pt 3,15 ).

Essi devono anzi essere disponibili ad accogliere i valori culturali degli altri, nella misura in cui sono autentici, a farsi "tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno" ( 1 Cor 9,22 ).

"All'uomo assetato di verità, alla ricerca del senso profondo della propria vita e del proprio impegno, esposto alla tentazione dell'assurdo e dell'effimero, la comunità cristiana deve essere capace di annunciare il significato profondo di tutta la realtà che è Gesù Cristo.

…Servendo la verità, la Chiesa avrà la forza di farsi interprete e garante delle esigenze vitali e delle giuste rivendicazioni dei più poveri e dei più deboli…

La nostra comunità cristiana si sente in premuroso ascolto di tutte le voci che giungono ad essa: la voce degli uomini di cultura, dell'impresa e del lavoro; la voce degli esperti della comunicazione sociale; la voce di coloro che vivono nell'emergenza quotidiana, come i poveri, i disoccupati, gli immigrati e i sofferenti di ogni specie…

Il nostro non è un ascolto passivo o strumentale.

Vuole tradursi in gesti concreti di collaborazione e di servizio" ( Card. Severino Poletto, " Costruire Insieme" ).

4. Per pregare

Tu ci sei necessario, Cristo, unico mediatore, per entrare in comunione con Dio Padre, per diventare come te, unico Figlio, suoi figli adottivi, per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario, suo Verbo, maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino, e la via per conseguirlo.

Tu ci sei necessario, redentore nostro, per scoprire la nostra miseria morale e per guarirla; per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e averne il perdono.

Tu ci sei necessario, fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e avere la certezza che non tradisce in eterno.

Tu ci sei necessario, Cristo, Signore, Dio-con-noi, per imparare l'amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità, sulla nostra via faticosa, sino all'incontro finale, con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli. Amen.

( Papa Paolo VI )

5. Se serve un aiuto

Associazione Aiart.

Associazione Italiana Ascoltatori

Radio e Televisione:

Torino - Corso Matteotti, 11 - tel. 011/5451021