Tutti all'opera

Annunciare il Vangelo non è compito esclusivo di qualche specialista, ma è dovere di tutta la comunità cristiana.

In questa grande avventura di un rilancio della missione evangelizzatrice della nostra Chiesa nessuno può fare da spettatore.

Tutti siamo chiamati ad essere protagonisti, perciò tutti dobbiamo metterci all'opera in questo grande cantiere dove si costruisce e cresce la Chiesa di Cristo.

Se siamo davvero innamorati di Gesù, se abbiamo capito che solo seguendo Lui si vive una vita dignitosa e bella e si realizza la salvezza definitiva nell'aldilà, come non desiderare che tutti lo conoscano, lo amino, lo seguano per vivere nella gioia e nella serenità su questa terra e poi salvarsi nell'eternità?

Tutti dobbiamo sentirci chiamati al lavoro nel vasto campo del regno di Dio e mettere con generosità mano all'aratro:

a) L'Arcivescovo per primo

Sento il dovere di impegnarmi in prima persona in questo lavoro e vi confesso che lo faccio con convinzione, con gioia ed entusiasmo.

Per questo sono qui tra voi, inviato a guidare come Pastore questa amata e santa Chiesa di Torino.

La stessa recente nomina cardinalizia, che il Santo Padre nella sua bontà ha voluto conferirmi, mi impegna a mettere in gioco la vita stessa per il regno di Dio, fino all'effusione del sangue, se fosse necessario.

Vi assicuro che su questo fronte desidero consumare ogni istante della mia esistenza.

Sono cosciente che dicendo questo mi comprometto davanti a voi: ma potrebbe essere altrimenti?

Può un Vescovo non desiderare di vivere con generosità la sua personale risposta quotidiana alla chiamata di Cristo che esige santità di vita?

Per quanto mi riguarda, questa è la sfida che accetto con me stesso ogni giorno: devo vivere il mio sì totale al Signore ed alla causa del Vangelo.

Conosco i miei limiti e non mi considero arrivato alla perfezione.

Ho bisogno anch'io di tanta misericordia dal Signore e da voi, ma sento che devo puntare in alto nella qualità della mia fede, del mio amore e della mia speranza.

Nello stesso tempo avverto anche il dovere, da cui non posso esimermi, di proporre, sostenere, incoraggiare e trascinare altri in questo impegno di annuncio, pur sapendo che io devo partire per primo e pagare di persona.

Su questa frontiera dell'evangelizzazione Dio ha iniziato la sua opera in me e gli chiedo con fiducia di portarla a compimento.

b) I sacerdoti

Con il Vescovo ci devono essere i sacerdoti.

Sono essi i "saggi collaboratori dell'ordine episcopale", come insegna il Concilio ( Lumen Gentium 28 ).

Ci siamo consultati a lungo nel nostro presbiterio su questo Piano Pastorale.

Tutti hanno avvertito l'impegno straordinario che esso richiede ed è emersa anche la volontà di partire "insieme" per questa avventura.

Nel primo anno del mio ministero a Torino ho desiderato avere un incontro personale con tutti i sacerdoti, uno ad uno, occasione questa, la prima per me, per constatare la ricchezza di fede, la solidità di principi ed una generosità non comune che essi dimostrano nel loro quotidiano impegno.

Infatti nelle mie visite alle parrocchie, sono proprio il loro zelo e la loro capacità di lavoro pastorale gli aspetti che più mi colpiscono e mi commuovono.

Questo mi conforta molto, aiuta e stimola il mio ministero e mi dà fiducia che riusciremo veramente a "costruire insieme" qualcosa di nuovo.

Se poi sopraggiungeranno momenti di paura, di scoraggiamento o di stanchezza, li sapremo valutare nel loro giusto significato senza eccessivi allarmismi e con calma ci sforzeremo di superarli.

Mi auguro che anche questa straordinaria esperienza porti in tutti i sacerdoti una ricarica di serenità, di speranza e di rinnovato ottimismo pastorale.

c) I diaconi

Accanto al Vescovo e ai sacerdoti sono certo che si sentiranno chiamati ad una fattiva collaborazione in questo straordinario cantiere missionario anche i nostri diaconi, prezioso dono dello Spirito per la nostra Chiesa diocesana e vera risorsa di forze al servizio del Regno di Dio.

Il loro stretto legame con il mio ministero episcopale li sollecita ad aprirsi sempre più, con la loro specifica presenza nel mondo, ad un impegno di annuncio e testimonianza del Vangelo.

d) Le religiose, i religiosi e tutti i consacrati

Le religiose, i religiosi e tutti i consacrati si dovranno sentire impegnati a collaborare alla realizzazione di questo nostro Piano Pastorale.

La loro testimonianza evangelica, vissuta nel celibato, nella vita comunitaria e nell'assidua preghiera liturgica e personale deve essere nella nostra Chiesa una "memoria del Vangelo e del Regno di Dio veniente".

L'invito viene dal Signore che chiama e manda tutti, per cui ciascuno ha la responsabilità di rispondere secondo le proprie possibilità e i propri carismi.

A tutti, e in particolare alle monache dei vari monasteri di clausura, chiedo fin da ora di accompagnarci e sostenerci con la loro quotidiana preghiera.

e) I fedeli laici

Soprattutto i fedeli laici dovranno sentire, in proporzione al loro amore al Signore, alla loro passione pastorale, ai doni ricevuti e alle proprie disponibilità di tempo, la chiamata di Gesù a venire con generosità a lavorare nella sua vigna.

Torino possiede una grande tradizione di un laicato impegnato nella formazione e nell'annuncio.

Questo è il momento di rendere sempre più evidente la verità che ogni battezzato è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa e quindi a continuare nella storia il compito profetico di Cristo, rivelatore del Padre.

Ciascun credente deve sentirsi profeta, cioè testimone ed annunciatore di Dio e dei suoi doni per i fratelli e le sorelle che gli vivono accanto.

Infatti sempre di più in futuro i laici dovranno farsi carico di una ministerialità che a loro compete, in forza del battesimo e della cresima, manifestando così la loro responsabilità e capacità, con l'aiuto della grazia a loro donata, di portare il Signore e il suo messaggio di salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo.