Che cosa favorisce l'azione missionaria della Chiesa

L'azione missionaria della Chiesa è favorita soprattutto ed essenzialmente dalla fede viva ed autentica, quella che San Paolo chiama "la fede che opera per mezzo della carità" ( Gal 5,6 ).

Occorre ricordare che la fede è "adesione - affidamento" al Dio di Gesù Cristo da parte del credente e nello stesso tempo è assenso convinto e totale a ciò che la rivelazione divina ci propone ( Dei Verbum 5 ).

Dobbiamo tener presente che il Cristianesimo, prima di essere una religione o un insieme di regole morali, è una "fede", cioè una profonda relazione personale con Gesù Cristo, rivelatore di Dio Padre e datore dello Spirito Santo.

Troppo sovente si dà per scontata la fede e si passa alle norme morali, quando invece in realtà la morale cristiana dev'esserne l'espansione, la sua manifestazione concreta.

La fede dunque è l'anima della missione, purché sia autentica, non ridotta a vago sentimento religioso, bensì profonda adesione ad una Persona, Gesù Cristo.

Perché questo si realizzi si richiede che essa:

- si nutra della Parola di Dio.

Ce lo ricorda San Paolo: "La fede viene dall'ascolto, l'ascolto viene dalla parola di Cristo" ( Rm 10,17 );

- si alimenti con la preghiera assidua.

Se è vero che pregare è entrare in comunione con Dio non può presumere di credere in Lui chi non si sa fermare a lungo alla sua presenza.

Solo chi si allena in una preghiera prolungata e silenziosa di ascolto e di dialogo riesce a rimanere nell'amore di Cristo: "Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla" ( Gv 15,5 );

- venga celebrata nei sacramenti, che sono atti di Cristo, cioè azioni salvifiche attraverso le quali il Signore si dona a noi ed accoglie il nostro affidarci a Lui;

- si traduca in una vita coerente con ciò che si professa.

"La fede se non ha le opere è morta in se stessa" ( Gc 2,17 ).

Una fede, che non si renda visibile con scelte concrete di amore verso Dio e verso il prossimo, rimane un contenitore vuoto.

"La fede - diceva Charles de Foucauld - deve essere gridata con la vita".

Bisogna inoltre ricordare che la fede esprime contenuti che il credente accoglie e professa: "Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa professione di fede per avere la salvezza" ( Rm 10,10 );

- sia maggiormente conosciuta nei suoi contenuti fondamentali e specifici, partendo dalle essenziali verità cristiane, che sono l'espressione del Dio amore, che cerca gli uomini per stringere con loro un'alleanza di amore, che è comunione di vita con Lui;

- trovi più consapevolezza delle sue ragioni e dei suoi fondamenti.

Se non siamo "pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi" ( 1 Pt 3,15 ) ci troveremo sempre in difficoltà in un ambiente multiculturale, che rende difficile l'accoglienza dell'annuncio evangelico e mette in discussione i valori cristiani ritenuti, fino a ieri, intoccabili;

- sia, infine, proposta a tutti: a coloro che già hanno ricevuto il primo annuncio cristiano ed ai quali con la catechesi bisogna offrire una formazione più matura e più cosciente ed anche ai molti che o non sono ancora battezzati o, se battezzati, si sono allontanati da ogni forma di vita cristiana.

Al Sinodo dei Vescovi europei è stato detto: "Un tempo si battezzavano i convertiti, ora bisogna convertire i battezzati".

È soprattutto su questo ultimo impegno che saremo tutti coinvolti in modo particolare con le proposte del nostro Piano Pastorale.

L'azione missionaria della nostra Chiesa, impostata su una fede autentica, come abbiamo detto, dovrà sempre più appoggiarsi sull'azione e sulla forza dello Spirito Santo, che Gesù ci ha promesso e donato come Consolatore, "lo Spirito di verità, che ci guiderà alla verità tutta intera" ( Gv 16,13 ), e troverà conforto ed incoraggiamento anche dalla testimonianza dei nostri numerosi santi torinesi, che hanno fatto della loro vita una manifestazione eroica di fede e carità per cui ci sentiamo stimolati a camminare sulle loro orme.