La Chiesa e la società civile

In questi anni la Chiesa italiana, come anche quella torinese per quello che già mi è stato possibile conoscere, ha maturato la ferma convinzione di dover "rimanere con amore dentro la storia", perché il compito che la Chiesa ha nei confronti della società civile non è "stare di fronte" ma "vivere dentro".

La Chiesa non si pone come una realtà alternativa o separata, ma come comunità di cittadini credenti, i quali, per la loro specifica scelta di fede, "da cittadini" si sentono segno e strumento dell'intima unione con Dio, alla quale ogni uomo è chiamato.

Attingendo alle sorgenti della rivelazione ogni comunità cristiana è consapevole di essere popolo santo di Dio, pellegrino nella storia ed in uno specifico territorio.

Pensando alla presenza della Chiesa nella società civile, le immagini che meglio la descrivono sono quelle evangeliche del "piccolo gregge", del "lievito", del "granello di senape", dal quale può crescere un albero capace di essere punto di appoggio e di riferimento per i tanti bisogni civili e morali che emergono nella nostra società.

La Chiesa immette nella società civile il fermento e l'energia del Vangelo come offerta di senso, di dignità e di impegno per il singolo e per la comunità.

Per riuscire a fare questo i cristiani devono diventare sempre più capaci di leggere i segni dei tempi in rapporto alla società civile, andando al cuore delle situazioni e dei problemi per comprenderli a fondo e far crescere gli aspetti positivi che realizzano la persona in tutte le sue dinamiche di relazione.

Il credente dovrebbe esprimere capacità di offrire, con saggezza e delicatezza, criteri etici di comportamento in grado di attuare il Vangelo in un costante impegno di umanizzazione dell'economia, della politica, della cultura e della scienza per la costruzione di una società fondata su valori condivisi che pongano le basi di una "casa comune" dove tutti si sentano accolti e responsabilizzati.

Il rapporto della Chiesa con la società civile è reso positivo e fecondo, in gran parte, attraverso l'impegno sociale dei fedeli laici, che hanno come loro specifica vocazione "cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" ( Lumen Gentium 31 ).

È quindi importante un ruolo attivo dei laici credenti nella società.

Per questo è necessario curare una loro formazione solida e sistematica.

A questo si devono impegnare maggiormente le nostre comunità cristiane offrendo ai laici luoghi, occasioni, proposte e strumenti per autentici itinerari di formazione laicale.

La debole significanza della Chiesa nella società e nelle istituzioni pubbliche è spesso dovuta ad uno scarso riconoscimento del prezioso compito del laicato.

Una presenza qualificata dei laici cristiani, e del laicato associato in genere, sia nella comunità cristiana che nella società civile, è premessa indispensabile per una maggior diffusione del Vangelo così che l'azione della Chiesa nel mondo risulti più incisiva e fruttuosa.

Il Piano Pastorale, che ci prepariamo ad attuare con impegno e responsabilità, ci deve vedere impegnati anche sul versante del rapporto Chiesa e società civile, per portare a tutti gli uomini lo specifico cristiano, vera risorsa perché si realizzi al meglio la vita di ogni persona.