L'uomo con l'aiuto della grazia è partecipe della natura divina

6-12-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Crescere nella consapevolezza della dottrina cristiana
2) Il dono del paradiso
3) Chi beneficerà di questo dono?
4) Non possiamo conquistare Dio, ma la nostra libertà
5) Capaci di ricevere l'eternità
6) Il tempo della grazia
7) L'uomo al vertice della natura sensibile
8) Con la grazia, partecipe della natura divina
9) Partecipe della natura ultra sensibile
10) La grazia rende l'uomo figlio di Dio
11) Il desiderio di godere Dio per l'eternità
12) L'inferno
13) I destini dell'uomo
14) Nella libertà la possibilità di fallire
15) Visione liberista della persona umana
16) La preghiera
17) Tutti cercano la felicità
18) Solo Dio può colmare la nostra sete d'infinito

1) Crescere nella consapevolezza della dottrina cristiana

Il fine soprannaturale dell'Uomo è la visione beatifica di Dio nel Santo Paradiso.

Ci avete pensato bene? Ecco mi raccomando veramente, proprio con le mani giunte, diventate padroni della dottrina, crescete nella conoscenza della dottrina cristiana, sapendo bene che il catechista è chiamato sicuramente a portare le persone ad una esperienza, ma mai senza la dottrina, va bene?

Io lo so che magari non è proprio così immediato.

Il Signore premia sicuramente la buona volontà, però la buona volontà dev'essere buona, non deve essere solo volontà.

E la buona volontà vuol dire che io faccio tutto quello che posso, per poter comunicare la verità.

Se noi non comunichiamo l'autentica dottrina cristiana, anche semplicemente per eccesso di zelo, ci si accosta a delle visioni che non sono propriamente quelle giuste.

2) Il dono del paradiso

Molto bene. C'è la Grazia, la visione beatifica è l'ineffabile partecipazione alla vita intima di Dio, riservata in cielo agli eletti.

Chi sono gli eletti? Sono quelli che sono in Paradiso…

Essenzialmente essa è un dono, ma è anche un premio.

Perché si dice che è un dono, ma è anche un premio? Secondo voi perché?

Perché non a tutti è concessa.

Ma perché è un dono? - È un dono perché è gratuito ed è premio perché comunque presuppone un camminare in quella direzione.

Allora ditemi una cosa. Ma questo lo capite subito, appena ve la dico: esistono sulla terra delle persone che possono essere in credito nei confronti di Dio?

Dio è in debito con queste persone? - No

Quindi noi possiamo guadagnare il Paradiso nel senso che ci è dovuto? - No, ci è donato.

Perché ciò che ci viene dato è talmente al di sopra non solo della capacità di possedere, ma di capire, che è impossibile per gli uomini conquistare il Paradiso.

Il Paradiso è un dono, ed è un dono che viene offerto a tutti coloro che lo vogliono.

3) Chi beneficerà di questo dono?

Chi è che riuscirà a beneficiare di questo dono? - " Tutti coloro che faranno la legge di Dio." -

Ma fare la legge di Dio significa ubbidire o significa avere dentro di sé i medesimi pensieri di Dio, cioè vedere le cose come le vede Dio?

Allora per entrare in Paradiso, è chiaro che è necessario ubbidire ai comandamenti, ma non nel senso dell'ubbidienza, cioè io subisco la volontà di Dio; nel senso che ciò che vuole Dio, ciò che pensa Dio, è diventato anche ciò che io voglio, ciò che io penso.

Ecco, anche a prescindere dai risultati.

Intendo dire, una persona può sforzarsi al massimo, far attenzione alle parole che dico, può sforzarsi al massimo per vivere proprio secondo il desiderio di Dio e non riuscirci, o avere dei risultati molto scarsi.

Questa persona entrerà in Paradiso? - Io credo di sì. Perché? Perché ha fatto tutto.

E se invece una persona è già buona di per sé, non si sforza per niente, va in Paradiso o no?

Sì, se è buono sì, però c'è differenza, il Signore guarda tanto i risultati oppure guarda tanto l'impegno che uno ci mette?

L'impegno, questo vuol dire che se uno si impegna seriamente, ve lo dico, i risultati ci sono.

Ma io vi ho fatto un esempio per assurdo, cioè per dire, anche non ci fossero i risultati, ma se la persona si impegnasse al massimo, questa persona andrebbe? - In Paradiso

Una persona che invece non si impegna per niente.

Ho già qualche dubbio, perché potrebbe essere pigra, e in Paradiso c'è la pigrizia?- " No" -

Essenzialmente la visione beatifica è un dono, ma è anche un premio e una conquista, negli alti disegni dell'infinita bontà e sapienza del Signore.

4) Non possiamo conquistare Dio, ma la nostra libertà

Che cosa vuol dire che tu conquisti Dio, o che conquisti la tua libertà?

- No tu non conquisti Dio, nessuno di noi può possedere Dio, al limite possiamo dire che Dio ha conquistato noi, come diceva anche il profeta Geremia, Signore tu mi hai sedotto, io mi sono lasciato sedurre.

Quindi Dio ci conquista, ma noi possiamo conquistare Dio? Noi non possiamo conquistare Dio.

Ma allora che cosa conquistiamo? La nostra libertà, cioè a dire noi conquistiamo il dominio su noi stessi.

Noi siamo veramente persone umane, se viviamo con una giusta relazione con Dio.

La definizione di essere umano, è un essere che è trascendentale, cioè vive qui sulla terra, ma che è proiettato verso la trascendenza.

Un gatto è trascendentale? - "No"

- Perché? Il gatto risorgerà? - " No, non ha l'anima" - Il gatto non ha l'anima spirituale.

Quindi il gatto è un essere immanente, vive qui sulla terra, muore qui sulla terra.

L'essere umano vive qui sulla terra e poi continua a vivere dopo la vita sulla terra.

Ci siamo fino a qui? Quindi è una conquista, negli alti disegni dell'infinita bontà e sapienza del Signore.

5) Capaci di ricevere l'eternità

Certo perché il Signore nella sua infinita bontà e nella sua sapienza ha pensato ciascuno di noi, come un essere che è capace di aprire il proprio cuore nei confronti di Dio e quindi ricevere l'eternità.

Infatti gli esseri umani, vivranno per sempre, dopo questa vita sulla terra.

È vero o no? - "Sì"- Dipende dove.

Sappiamo forse progettare bene le vacanze estive che verranno fra alcuni mesi, ma dobbiamo altrettanto bene organizzare le vacanze eterne, sapere dove andiamo a trascorrerle.

Quindi se io voglio andare ai Caraibi, allora farò tutto quello che è necessario per andarci.

Se io voglio andare in Paradiso, farò tutto quello che è necessario per andarci.

Se no, se io voglio andare in Paradiso, ma non faccio niente di quello che è necessario per andarci, dove andrò?

- All'inferno, oppure nelle migliori delle ipotesi in purgatorio, ma è la migliore delle ipotesi.

6) Il tempo della grazia

Dunque, è preceduta sulla terra da una fase di preparazione e di attesa costituita dalla Grazia.

Ecco, questa visione beatifica è preparata qui sulla terra, dal tempo della Grazia, ossia dal tempo in cui lo Spirito Santo sostiene la nostra intelligenza, la nostra volontà, le nostre scelte, in vista di un fine che si vuole raggiungere.

Va bene? La Grazia è il nome comune dello Spirito Santo.

Quindi lo Spirito Santo ti sostiene, con la sua luce, con la sua forza, perché tu possa fare le tue scelte libere, non le sue scelte, le tue scelte.

Scegli tu e scegli anche in modo libero.

Ecco, lo Spirito Santo cioè la Grazia, ti sostiene per indirizzarti meglio, per sostenere il tuo cammino, indirizzato verso la visione beatifica.

L'uomo è grande per lo spirito immortale che lo anima, e per le meravigliose doti di intelligenza, di volontà e di cuore che lo pongono al vertice della natura sensibile.

Ma la sua grandezza vera, sovrana, è data dalla Grazia che lo rende Figlio di Dio, e dal fine soprannaturale che il Signore gli ha riservato, al di là di questo pellegrinaggio terreno.

7) L'uomo al vertice della natura sensibile

Allora, l'essere umano è un essere straordinario per tutti quelli che sono i doni naturali, l'intelligenza, la volontà, il cuore, che lo pongono al vertice della natura sensibile.

Che cosa è la natura sensibile? È tutto ciò che esiste, gli animali, le piante, i pianeti eccetera, diciamo la natura materiale, la natura naturale, insomma.

Quindi l'uomo è sicuramente al vertice di tutta la natura, di tutto ciò che è creato in senso materiale.

Perché? Lo dice qui, perché ha delle meravigliose doti di intelligenza, superiori a qualsiasi altra creatura, di volontà.

La volontà ce l'ha l'essere umano, gli altri esseri hanno l'istinto, e di cuore.

I sentimenti ce li hanno gli esseri umani, gli altri hanno l'istinto.

Tutte queste specificità lo mettono al vertice della natura sensibile.

Cosa vuol dire sensibile? Che io posso vedere la natura con i sensi.

Allora natura sensibile, il tavolo, la sedia, lo spazio, ecco.

Perché io come faccio a rendermi conto di questo tipo di natura?

Attraverso i sensi, quindi vista, udito, tatto, olfatto e gusto, i cinque sensi.

Attraverso questi sensi, io riesco a situarmi all'interno della natura.

Questa è la natura sensibile, natura percepibile attraverso i sensi.

Poi c'è una natura ultraterrena, ultrasensibile. La natura degli angeli.

Gli angeli hanno una loro natura?- "Sì" -

Ma è sotto i nostri sensi o é sopra ai nostri sensi? - "Sopra" -

Dio ha una sua natura? - "Sì" - Si chiama natura?… divina -

Con i nostri sensi, noi possiamo controllare, percepire Dio? No.

Il Paradiso ha una sua natura? Sì, natura paradisiaca.

Ecco, ma è un tipo di natura che non fa parte della natura sensibile, è al di là della natura sensibile.

Allora quando si dice natura sensibile, vuol dire tutto ciò che è creato e che possiamo indagare attraverso i sensi. Ci siamo fino a qui?

Qualcuno mi dice e la fisica nucleare? La fisica nucleare io non la posso percepire con i sensi.

Non è vero, non è vero perché ci sono i microscopi elettronici, atomici che ti danno la possibilità di fare degli studi, e poi c'è l'approccio alla realtà su delle realtà fisiche, che ti giunge attraverso l'intelligenza.

8) Con la grazia, partecipe della natura divina

Ma la sua grandezza vera, cioè la grandezza vera dell'essere umano, è data dalla Grazia, che lo rende figlio di Dio.

Certo l'essere umano è qualche cosa di straordinario, così già solo dal punto di vista naturale, ma c'è qualche cosa di straordinariamente ancora più grande, il fatto che Dio abbia fatto qualcosa di eccezionale per l'essere umano.

Non ha voluto che l'essere umano fosse semplicemente sensibile, ma lo ha fatto partecipare alla natura divina.

Come? Con la Grazia. Attraverso la Grazia, l'essere umano è trasfigurato, diremmo quasi trasportato, dalla natura semplicemente umana alla natura umana e divina.

Il padre della Chiesa San Giovanni Crisostomo, nei suoi scritti ci dice per esempio che il Verbo di Dio si è fatto uomo, cioè Dio si è fatto uomo, perché l'uomo potesse diventare Dio.

È uno slogan molto condensato, per parlarci del mistero dell'Incarnazione.

Cioè Dio si fa uomo, e in quello stesso istante nella natura umana irrompe dall'interno, la natura divina.

E tutti coloro che con Gesù Cristo, per Gesù Cristo, e in Gesù Cristo vogliono diventare una cosa sola, attraverso il battesimo succede qualcosa di straordinario: che la natura umana rimane, ma sorregge, come dire ospita, non è una bella parola , ma tanto per intenderci, la natura divina.

Per cui l'uomo continua ad essere totalmente veramente uomo, ma partecipa della natura divina, non possiede, non ho detto che l'uomo possiede la natura divina, partecipa alla natura divina.

9) Partecipe della natura ultra sensibile

Quindi la grandezza straordinaria è proprio questa, che con il battesimo, Dio tutto intero Padre, Figlio, e Spirito Santo abitano realmente dentro quella creatura, e la sorreggono in tutti gli aspetti della natura sensibile.

Guidano la natura fino al punto che si parla della risurrezione della carne, addirittura la natura sensibile verrà trasfigurata in Gesù Cristo e parteciperà della natura ultrasensibile, cioè vivrà per sempre.

Così come è risorto Gesù, con il suo vero corpo, così come Maria è assunta in Cielo con il suo vero corpo, così alla fine dei tempi, quando il Signore lo sa, e quando lo vorrà Lui, ci sarà la risurrezione della carne.

Quindi anche il nostro corpo, trasfigurato nella perfezione, cioè senza difetti di salute, difetti strutturali, senza alcun difetto della natura sensibile, sarà per sempre con Dio nella gloria eterna.

Quindi il corpo viene trasfigurato e diventa capace di vivere per sempre.

Ciò che il corpo adesso non può fare, perché si logora, si stanca, smette di funzionare, si rovina, e si muore.

Ecco, invece in questa azione della Grazia, che si manifesterà nella risurrezione finale per tutti quanti, ecco che la gloria di Dio viene a trasfigurare tutta la natura umana.

10) La grazia rende l'uomo figlio di Dio

"Ma la vera grandezza dell'uomo è data dalla grazia ,che lo rende figlio di Dio, e dal fine soprannaturale, che il Signore gli ha riservato".

Cioè il fine per cui noi esistiamo, stare con Dio per sempre.

La ragione è evidente: la tendenza irreprimibile dell'uomo verso l'infinito.

L'uomo per quanto limitato nel suo essere, e nelle sue facoltà, si protende irresistibilmente verso l'infinito, trascendendo col desiderio l'insufficienza e la relatività della creature.

È difficile questa frase? Sì, allora diciamo così, l'uomo anche se si sente debole, fragile e limitato, sente dentro di sé un richiamo verso l'infinito, desidera qualche cosa che lo superi.

Vede la limitatezza, vede il male, la sofferenza, il dolore, il passaggio del tempo, l'invecchiamento, il deterioramento della persona.

E dentro di sé, sente: ma non è possibile che la vita sia questa, io dentro di me sento una chiamata a qualche cosa che è assolutamente più grande, ad una felicità che non ha mai termine, ad una felicità che non stanca mai, non finisce mai…

11) Il desiderio di godere Dio per l'eternità

E quindi con il desiderio l'uomo trascende se stesso.

Cosa vuol dire trascende? Vuol dire supera, l'uomo si proietta verso l'infinito, verso l'eternità.

Con il desiderio tutti i santi desiderano il paradiso: voi trovatemi un santo della Chiesa che non abbi detto nella sua vita, io desidero il paradiso.

Quindi con il desiderio uno desidera veramente il godere Dio nella pienezza per tutta… "l'eternità", quindi col desiderio, trascendendo l'insufficienza e la relatività delle creature, quindi con il desiderio, uno dice: ah quando sarò in Paradiso non ci sarà più la sofferenza, non ci sarà più la limitatezza, ci sarà solo gioia, felicità, non ci sarà più la nostalgia, il distacco…

Ci sarà solo gioia, pace, con tutti quelli che io ho amato che sono già nell'altra vita, per sempre.

Quindi questo è il desiderio che è sia umano, ma che è alimentato anche dalla Grazia, senza quel desiderio nessuno decide di diventare più buono e quindi santo.

Se uno non desidera l'aldilà, allora che ragione ha di impegnarsi?

Tanto non c'è niente, tanto non serve a niente, quindi non mi impegno, faccio quello che voglio e sfrutto la giornata più che posso.

Va bene? Per questo è pericolosa per esempio, una catechesi che non faccia mai riferimento all'aldilà.

State molto attenti a non cadere in una catechesi orizzontale, moralistica.

Dobbiamo fare del bene. E perché?

Dunque ricordatevi bene che la dottrina, la padronanza della dottrina significa conoscere veramente qual è la situazione dell'uomo nella vita.

Se noi togliamo le prospettive eterne e infinite all'uomo, la nostra catechesi diventa ridicola, diventa un moralismo e io per primo fuggirei da tutti i moralismi.

Perché una persona che mi venga a dire: tu devi fare così, per me ha sbagliato persona, deve ancora nascere quello che mi dice quello che devo fare.

Quello che devo fare lo faccio per una ragione ben precisa, perché ho capito qual è lo scopo della mia esistenza.

Ma se io tolgo lo scopo della mia esistenza ai miei fratelli, gli altri ragioneranno come me.

Perché se io tolgo la prospettiva eterna alla vita di una persona, se noi viviamo qui, solo sulla terra, che ragione c'è di vivere bene, di vivere con dei valori, di vivere con delle regole morali.

Se tanto nell'Aldilà non c'è niente, allora che ragione c'è di impegnarsi.

12) L'inferno

Oppure, un'altra presentazione del messaggio cristiano viziata e pericolosa: ah io non so se esista l'inferno, e se esiste è vuoto. Pericoloso.

Intanto vai contro le verità bibliche, perché Gesù ne ha parlato.

O tu sei più grande di Gesù, ne sai più di Lui e ti permetti, non so con quale coraggio, di prendere la Bibbia, la Parola di Dio, e di correggerla…

Questo non è mai stato fatto da quando esiste la Chiesa, cioè dal giorno di Pentecoste fino a qui, ma pare che ogni tanto sorgano dei profeti strani, che si mettono in testa di inventare ciò che nella Bibbia non c'è scritto.

Perché a me pare che Gesù abbia detto: In verità io non vi conosco, là sarà pianto e stridor di denti.

Quindi Gesù non ha avuto problemi a dire qual è la verità.

Se io non dò la possibilità di capire alle persone, che c'è la possibilità del fallimento completo che si chiama…?

Qual è il fallimento completo di una persona?

La riuscita perfetta si chiama? - "Paradiso" -

Il fallimento completo? - "Inferno" -

Se io non prospetto la possibilità reale che ci possa essere un fallimento completo, cioè l'inferno, allora io, è come se imponessi a quella persona, o dessi a quella persona il permesso di fare ciò che vuole.

La morale non ha più senso, perché tanto, se l'Inferno non esiste, l'Inferno non esiste, non è neanche necessario ubbidire ai dieci comandamenti.

Allora a quale punto di riferimento ti riferisci? Dobbiamo volerci tutti bene.

E uno potrebbe dirti perché? Per quale ragione dobbiamo volerci bene.

Io voglio bene a me stesso, che me ne frega degli altri, tanto l'Inferno non c'è, se per caso ci fosse, sarebbe vuoto perché Dio è talmente buono che non manda nessuno all'Inferno.

Che ragione c'è che io preghi, che io vada a messa, volente o nolente Dio mi scaraventa in Paradiso, a prescindere da quello che io veramente faccio e voglio.

Quindi c'è una schizofrenia, quello che io faccio non ha nulla a che vedere con quello che io penso.

Posso fare qualunque cosa, perché tanto è totalmente indifferente.

13) I destini dell'uomo

Quindi nel vostro insegnamento come catechisti, dovete avere il coraggio di parlare di quelli che sono i destini della persona.

Perché se tu non parli di quello che è il destino, sia nella sua riuscita che nel suo fallimento totale che si chiama Inferno, tu togli la libertà al tuo prossimo.

Perché solo se è in grado di capire veramente che è possibile sbagliare tutto e quindi averne le conseguenze, allora la persona diventa libera nell'agire.

Se tutto è nebbia intorno a te, e tu non dai una spiegazione: guarda che è di qua che devi andare, allora la persona resterà ferma, e il risultato quale sarà?

La salvezza? No la rovina. Quindi non dire la verità significa questo.

Allora attenzione bene, mi sta molto bene che noi dobbiamo parlare molto del Paradiso, della bellezza del Paradiso, che il Signore ci vuole tanto in Paradiso, eccetera eccetera, ma non mi sta bene una predicazione moralistica, che mi dice dobbiamo fare così, ma non mi spiega perché.

14) Nella libertà la possibilità di fallire

Perché nella libertà della persona umana esiste, la possibilità di fallire, e si fallisce quando invece di ascoltare i suggerimenti di Dio, si preferisce fare noi stessi.

Ciò che si semina, si raccoglie, voglio la vita eterna?

Devo seminare cose della vita eterna, se io semino cose egoistiche, materialistiche, e lontane da Dio, raccoglierò cose egoistiche, materialistiche, lontane da Dio, perché Dio rispetta la mia libertà.

Ecco, quindi attenzione, questo poi è un discorso molto ampio, ma semplicemente per sottolineare la verità e la necessità.

I discorsi veri, sono anche quelli che ci costringono a riflettere, non i discorsi che ci buttano nella paura, ma che ad un certo momento ci dicono: ma allora le mie azioni non sono indifferenti per il significato della mia vita, ogni cosa che io faccio ha una valenza, ha un valore, ed ha soprattutto delle conseguenze.

Quello che faccio e anche quello che non faccio.

"Confesso a Dio onnipotente, peccati pensieri, opere e omissioni", cioè ometto di fare il bene che dovrei fare.

Ma qualcuno preso da eccesso di zelo dice: ma Dio è talmente buono che perdona tutti!, ma io sono d'accordo, sfondi una porta aperta, ma è chiaro che Dio perdona tutti, perché è l'amore assoluto, ma per essere perdonati, non ci vuole almeno una caratteristica?

Quale - "L'impegno" -

Cioè chiedere perdono, perché diversamente se tu non chiedi perdono, vuol dire che tu non riconosci che tu sei errante e Dio ha ragione.

Oppure puoi pensare che Dio sia un motore immobile nell'iperuranio, che Lui fa la sua vita, se ne frega di noi, e poi alla fine, ma sì, cancelliamo la lavagna, e poi c'è l'amnistia generale per tutti.

No, perché se facesse così, equivarrebbe a dire, la vostra vita vale meno di un granellino di polvere, tanto qualunque cosa diciate o facciate a me, me ne frega, detto in parole bruttissime.

15) Visione liberista della persona umana

Ma tanto per farci capire, certe volte è necessario che noi abbiamo un discorso che abbia lo stesso impatto di un pugno nello stomaco.

Perché tante persone vivono in una fanta-religione, che fa piacere semplicemente ad una visione liberista, della società e della persona umana.

Vuol dire una visione scevra da ogni visione morale, e semplicemente etica.

L'etica è la scienza che studia i comportamenti tra le persone, morale è la scienza teologica, che studia il valore della persona in relazione a Dio e quindi agli altri.

Mi sono spiegato? È un po' difficile? -

"Scusa, l'etica?" - È una scienza che regola la convivenza tra le persone, la convivenza civile, che difende i diritti delle persone, è una scienza filosofica.

Morale invece è una scienza teologica, che studia il valore, e la relazione tra Dio e l'uomo, da cui scaturisce anche il comportamento tra gli esseri umani, o le regole del comportamento degli esseri umani.

"Se c'è una persona che dice a me che me ne frega, io non penso che c'è il Paradiso, mi godo oggi la vita" - Hanno fatto la loro scelta, che li condurrà molto lontani e in una situazione molto pericolosa -

"E poi gli altri devono pregare per loro?"

16) La preghiera

Sì, sì puoi pregare per loro sapendo che il Signore interverrà nel momento giusto, non quando vuoi tu.

Conosco una persona che ha pregato per anni, per la conversione del proprio padre, il quale si è convertito solo sul letto di morte.

A noi deve importare poi molto di vedere subito i risultati, oppure ci fidiamo ciecamente di Dio?

Le nostre preghiere sappiamo che Dio le ascolta, ci farebbe piacere di vedere subito i risultati, ma noi non sappiamo quando è il momento giusto, il Signore invece lo sa.

Il Signore dice sì, accolgo la tua preghiera adesso, però diventerà potente ed efficace fra dodici anni e tre mesi. Dio lo sa già quando.

Però noi dobbiamo avere un tipo di preghiera pieno di fede, cioè sappiamo a chi ci stiamo rivolgendo, Signore ti presento questo caso, solo tu puoi fare qualche cosa, io mi fido di te, continuamente ti presenterò questo caso e lascio fare a te.

Ma questo non vuol dire che poi tu non fai niente, cioè, ogni occasione è buona per gettare la pietra, per dare quelle due parole, per aiutare a riflettere una persona, poi tu lascia fare, come dice Gesù del seminatore, getta il tuo seme, poi il Signore sa quando farlo crescere, però tu hai ricevuto il seme, gettalo. Va bene?

17) Tutti cercano la felicità

Quindi l'uomo sente questo desiderio verso l'infinito, e capisce che tutte le cose create, sono infinite? - "No" -

E quindi che tutto ciò che è creato, non lo soddisfa mai.

Io faccio sempre questo esempio, quando devo parlare di questo, tutti gli uomini cercano la felicità?- "Sì" - Chi è che non la cerca? -

"Chi l'ha già trovata". - Se uno la cerca è perché non l'ha trovata.

Quando uno l'ha trovata, la cerca ancora? No, sa che lì è la felicità e cammina su quella strada.

Se io devo capire, ma qual è la strada che mi dà la felicità? Continuerò a cercarla.

Cos'è? Sarà il denaro? Saranno i piaceri? Sarà il potere? Sarà chissà quale altra cosa?

Sarà avere tanti beni? O sarà quello che dice Gesù?

E allora tante persone provano tutte queste strade, e tu provi i denari, i piaceri, il potere e vedi che dopo un po' la strada arriva al ponte interrotto, c'è il precipizio e tu dici, ma come, tutto qui? Io non riesco ad avere quello che cerco, non mi basta.

E allora torni indietro, provi un'altra strada, se hai il tempo, se ce la fai.

Se c'è qualcuno che ti aiuta. Se c'è qualcuno che ti ama veramente e ti dice: no guarda che la strada che fai tu, non ti dà la vera felicità: so io qual è la vera felicità.

La vera felicità te la dà Gesù.

Quando hai trovato quella strada lì, stai tranquillo che non la lasci più.

Sai già che sarà una strada piena di curve, sarà in salita, sarà faticosa, ma non la lasci, perché sai che quella strada ti dice, Paradiso!

E tu vuoi andare in Paradiso, e pensavi di passare per i piaceri, invece vedi che c'è un ponte interrotto, pensavi di andare per il potere, e anche lì c'è un ponte interrotto, l'unica strada che non ha il ponte interrotto è la strada di Gesù.

E quindi, tu cerchi la felicità, hai trovato la felicità, non te la lasci più scappare, non te ne stai in panciolle, tanto dici, ormai fa tutto Lui, no ho trovato la strada, la felicità è cercare la strada.

Le cose materiali, necessariamente limitate e imperfette, tutte le cose materiali ti lasciano l'amaro in bocca.

Un riccone che abbia tutte le possibilità di soddisfare tutto ciò che gli viene in mente, sarà felice se non ha Gesù nel cuore? - "No" -

Sarà felice solo se avrà Gesù nel cuore, e allora succederà che tutta la sua ricchezza, diventerà un motivo per fare del bene … agli altri e non solo a se stesso.

Capite che cambiamento?

18) Solo Dio può colmare la nostra sete d'infinito

Il fine supremo è Dio, che è infinitamente perfetto, lui solo è capace di saziare le sue illimitate aspirazioni, solo Dio può colmare la sete di infinito che c'è dentro di te.

Lo diceva Sant'Agostino, lo dicevano i salmi, Sal 42,8, "Abissum vocat abissum" l'abisso chiama l'abisso al fragore delle sue cascate.

Quindi il cuore dell'uomo è questo abisso che può essere ricolmato solo da un altro abisso, e questo abisso è Dio, solo Dio è capace di colmare la sete di infinito che l'uomo sente.

San Francesco d'Assisi, nei tempi di meditazione che faceva prolungati durante la sua vita, lo sentivano che diceva: eternità eternità, cioè il desiderio proprio dell'eternità.

Aveva coniato anche una piccola filastrocca: tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto.

Quindi vuol dire che lui aveva intuito ben bene, cosa voleva raggiungere, sapeva quello che voleva.

Il problema, per i nostri cristiani, della domenica, è che tante volte non sanno quello che vogliono, perché dicono: ma sì, ma tanto che male c'è?

Fanno tutti così, tanto il Signore è buono.

Va a finire che loro non hanno più un ideale, perché a che serve l'ideale, tanto che io abbia un ideale, o non abbia un ideale, Dio mi scaraventa lo stesso in Paradiso.

Questo è il problema. I Santi sentono la bruttura del peccato e si gettano in Dio, e hanno la visione chiara di quello che vogliono raggiungere, gli insipidi non si accorgono né di una cosa, né dell'altra e pensano che sia tutto nello stesso calderone.

Sia lodato Gesù Cristo.