Gelosia e l'invidia

4-2-2005

Don Mauro Agreste

Carissimi, prima di inoltrarci nella riflessione, c'è qualche cosa di importante da dirci.

Voi sapete che qualunque cosa venga proposta all'interno di una celebrazione liturgica è sicuramente il Signore che vuole toccare il nostro cuore, siete d'accordo fino a questo punto?

A qualcuno piacciono questi canti? Poco? Medio? Tanto.

Sono canti di guarigione, qualunque canto viene fatto.

Perché il canto è un veicolo che porta l'amore di Dio nei nostri cuori.

Ora, io lo so, tutti noi veniamo a questo incontro con il Signore, ognuno con il suo fardello di cose pesanti e cose difficili, è vero?

Ma dobbiamo lasciare che l'amore del Signore possa raggiungere il nostro cuore, siamo qui per questo.

E allora ci lasciamo trasportare, ci lasciamo arricchire da questo che è il canto, e se una volta un canto non lo sappiamo, tanto viene ripetuto molte volte, dobbiamo anche noi fare la nostra piccola parte.

Dobbiamo aprire la nostra bocca, dobbiamo sforzarci e lasciare passare, attraverso il veicolo della musica del canto, quel messaggio che il Signore vuole dare al nostro cuore.

Abbiamo tutti lasciato dei dispiaceri, delle sofferenze, delle malattie, magari ce le siamo portate dietro o magari abbiamo in tasca le fotografie di tutte le persone per cui vogliamo pregare, è così?

Chissà quanti, non abbiamo le fotografie, ma abbiamo nella mente queste persone, allora il modo migliore perché il Signore raggiunga queste persone è aprire il nostro cuore.

E allora lo facciamo veramente lasciando andare tutti i nostri dispiaceri ai piedi del Signore, e noi gli diciamo: "Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo perché Tu ti prenderai cura di tutti questi problemi, amen!"

Gloria al Signore.

Gloria al Signore non è una forzatura, non è una forzatura però è un piccolo sforzo.

Un piccolo sforzo che ci è richiesto per fare un grande passo nella fede.

Quando tutto intorno a noi ci parla di fatica, di dolore, di sofferenza, allora dobbiamo fare, in quel momento, un piccolo passo nella fede.

Piccolo o grande, il passo nella fede ci sembra sempre molto difficile, perché nella fede noi non abbiamo altre ragioni che una decisione di fidarci di Dio; non abbiamo dei motivi per dire: "Ho constatato questo o quest'altro" abbiamo solo da dire: "mi fido del Signore."

Questa situazione, questa sofferenza, questo dolore, questa incomprensione la metto ai piedi del Signore.

E quindi io non sto più ad angosciarmi, a rattristarmi, ad appesantire i miei pensieri perché questo problema l'ho già messo nel Suo cuore.

E come dicevo la volta scorsa, quando il nemico di Dio viene e ti dice: "No, no questo problema riprenditelo" tu ricordati di dire: "non è più un mio problema, l'ho messo nelle mani di Gesù, ci pensa Lui, Lui sa cosa deve fare e come lo deve fare, amen."

Molto bene il Vangelo di oggi ci presenta questa figura molto triste di Erode, di Erodiade, della figlia Micol e della vicenda di Giovanni Battista.

Cosa potremmo dire? Ecco il frutto della gelosia e dell'invidia.

La gelosia e l'invidia producono la morte di quelli che sono intorno a noi.

A quei tempi era una morte veramente fisica, avete visto che cosa ha prodotto la gelosia.

Ai nostri tempi si dice che: si taglia l'erba sotto i piedi di quelli che ci stanno accanto, perché la loro presenza offusca il nostro splendore, abbiamo paura di essere emarginati, abbiamo paura di essere considerati poco, abbiamo paura di scoprire che c'è qualcuno che vale più di noi, ed ecco che cominciamo a controllare gli altri.

Cominciamo a vedere che cosa fanno, che cosa dicono, sempre con il timore di scoprire qualcuno che è meglio di noi.

Vedete questi insegnamenti, ai tempi delle fiabe, erano conculcate nella mente di noi bambini, raccontando quelle fiabe.

Qual'era la fiaba tipica della gelosia? Era Biancaneve.

Allora in quel modo il bambino imparava che la gelosia è una cosa brutta, e che invece la generosità, l'altruismo eccetera era una cosa bella da fare.

Ora i tempi sono cambiati, ma i problemi che gli uomini affrontano sono sempre gli stessi.

Quando noi ci facciamo la nostra strada e siamo così preoccupati che non ci sia nessuno che ci tagli la strada, che prenda il nostro posto.

Allora è importante che noi capiamo che per un autentico cammino dietro Gesù, è importante sapere se noi siamo gelosi, invidiosi, orgogliosi o se siamo capaci di essere delle persone umili.

Se noi chiediamo a qualunque persona: "Tu sei una persona orgogliosa e superba o sei una persona umile?" che cosa vi dirà?

Tutti dicono che sono delle persone umili, perché tutti desiderano, nel profondo del loro cuore, essere riconosciuti come persone apprezzabili, anzi imitabili.

Però c'è una differenza tra la persona umile e la persona superba.

La persona umile conosce bene tutti i propri pregi, tutti i propri difetti, e anche i propri peccati.

La persona orgogliosa e superba conosce bene tutti i propri pregi e conosce bene tutti i propri difetti ma non li riconosce mai come peccati.

Altra cosa la persona umile sa di avere tanti peccati e tanti difetti, li combatte, va contro di loro.

La persona orgogliosa e superba sa di avere tanti difetti, non li considera peccati li considera solo difetti e non li combatte.

Li nasconde, fa di tutto per nasconderli.

La persona orgogliosa e superba non combatte né i peccati né i difetti, solo li camuffa, li imbelletta, li nasconde dietro un'apparenza bella e avvincente.

Il nostro cammino deve essere un cammino di verità, perché lo Spirito Santo è verità, dunque lo Spirito Santo entra nel nostro cuore, nella nostra vita, nei nostri corpi e li risana, guarisce, li fortifica, li santifica se trova la porta aperta, se trova la verità.

Una persona umile è una persona che riconosce la propria situazione, riconosce ciò che è bene e lo fa crescere, riconosce ciò che è male lo frena e lo combatte.

Mentre la persona orgogliosa riconosce solo quello che gli altri pensano di lei; la persona orgogliosa ci tiene tanto a fare bella figura, non a cambiare il cuore, solo a fare bella figura.

Quindi che io sia sempre vestito all'ultima moda, che abbia la casa in un certo modo, che gli altri dicano tante cose belle di me, se poi sono vere o non sono vere non ha importanza.

La persona orgogliosa difficilmente va controcorrente, la persona orgogliosa cerca il consenso della gente, cerca di essere sempre applaudita quindi farà sempre quello che tutti fanno e quelli che tutti dicono che è giusto: con un termine moderno quello che è "in", non quello che è "out", "in" che in inglese vuol dire una cosa importante bella da apprezzare, mentre "out" vuol dire una cosa fuori, fuori del mondo che non c'entra per niente.

La persona umile fa esattamente il contrario, non si preoccupa di quello che pensano gli altri, ma solo di ciò che pensa Gesù.

E se per seguire l'insegnamento di Gesù, deve fare il contrario di quello che fanno gli altri, la persona umile lo fa.

La persona umile è talmente diversa dagli altri per una sola ragione: perché assomiglia molto a Gesù.

Allora il nostro cammino dev'essere proprio questo: un cammino di umiltà e di semplicità.

Ora il cammino di umiltà non vuol dire una persona che non prende mai una decisione, che si mette sempre da parte, che si nasconde, no, perché la persona umile non è una persona sciocca, e vi ricordo che sciocco in italiano vuol dire insipido, non è una parolaccia.

Sciocco vuol dire insipido, senza sapore.

Allora una persona umile non è una persona sciocca, è una persona che ha le idee molto chiare, sa quello che vuole raggiungere.

Fratelli e sorelle noi, adesso non mi rispondete, sappiamo quello che vogliamo raggiungere? Io spero di sì.

Io spero di sì perché il nostro cammino mensile, che facciamo qui, ha lo scopo certamente di chiede al Signore che venga incontro alle nostre necessità, ma attenzione voi sapete che la guarigione più importante è quella dell'anima, e Gesù l'aveva detto chiaramente quella volta, quella parabola che ricorderete: quel ricco signore che disse : "Ah il raccolto è stato abbondante cosa faccio?

Demolisco i miei granai e ne faccio di più grandi e poi dirò alla mia anima: anima mia vivi in pace, mangia e bevi, tanto ormai puoi vivere di rendita."

E Gesù conclude: "Stolto, questa notte stessa ti sarà chiesta l'anima".

Ecco questa parabola del Signore, voi sapete, non è molto popolare, è vero che non è molto popolare?

Non fa tanto piacere perché basta aprire la televisione, i rotocalchi, quello che è i mezzi di comunicazione di massa, ci dicono che siamo sommersi da una valanga di parole che dicono il contrario, mangia, bevi, fa quello che vuoi.

Il matrimonio non farmi ridere non esiste il matrimonio, puoi fare tutto quello che vuoi, mentre il Signore dice tutt'altro.

L'insegnamento di Gesù non era diverso da quello dell'Antico Testamento.

Avete visto questa sera che cosa diceva Giovanni il Battista; Erode ne era profondamente turbato.

Intanto dobbiamo ricordare una cosa, una piccola parentesi, Erode, quasi sicuramente, non era neanche un ebreo, l'avevano messo i Romani a fare il re, perché il popolo di Israele avesse meno tumulti: "Avete anche il vostro re di cosa vi ribellate?" intanto c'erano i Romani che governavano sopra al re.

Ma Erode sicuramente non era un ebreo quindi era molto ignorante sugli insegnamenti dell'Antico Testamento, tuttavia, in tutte le culture, il matrimonio è sempre stato considerato qualcosa di fondamentale alla base della società.

Non come adesso che il matrimonio e la famiglia non sono più considerati, secondo certi benpensanti, fondamento della società.

Non si fa altro che dire che il matrimonio è una istituzione superata; non si fa altro che dire a tutti quanti che è pericoloso sposarsi; non si fa altro che presentare in tutti i modi delle situazioni di matrimoni falliti e distrutti.

Non si fa altro che dire che è meglio una convivenza e che addirittura si può considerare matrimonio la convivenza tra due persone dello stesso sesso.

E tutte queste falsità, sono perpetrate da anni, con un martellamento continuo, che a persone adulte come voi che avete già avuto la vostra formazione e i vostri genitori, a suo tempo, vi parlarono chiaramente di certe cose e vi diedero l'esempio, anche quando era difficile. Ma che i nostri ragazzi, i nostri bambini, i nostri giovani, hanno questo martellamento continuo, perché sono continuamente stimolati dalla visione di programmi, non adatti a loro, dove presentano famiglie sfasciate e dunque che cosa accade?

Che la formazione interiore del nostro futuro, che sono i ragazzi, è molto precaria, si ascoltano tutte le voci meno che l'unica voce che deve essere ascoltata, quella di Gesù.

La verità che il Signore ci viene a presentare non ha mai detto che sarebbe stata la cosa più facile da realizzare, ma la verità è la verità.

Puoi non accettarla, può essere difficile per te, per me, per ciascuno di noi vivere la vita per la quale siamo nati ed essere fedeli a quella chiamata, può essere difficile.

Ma non ti sei mai chiesto se la vita nella quale tu sei è una risposta a Dio, prima che agli uomini?

Sai molte persone arrivano anche al matrimonio senza avere pensato seriamente che è la risposta a una chiamata di Dio, non solo l'infatuazione, l'innamoramento tra due persone.

Fratelli e sorelle è importante riconoscere il valore della vocazione che ognuno di noi ha; vocazione sacerdotale, vocazione religiosa, vocazione matrimoniale, è una chiamata, una chiamata ed è una risposta.

Ognuno risponde, ma a chi?

L'umile risponde a Dio, l'orgoglioso risponde a se stesso: mi fa comodo fare così e lo faccio, mi piace fare così e lo faccio, se poi non mi va più cambio.

No, un attimo, un attimo ricordati che cosa ha detto Gesù: "Ogni volta che voi farete queste cose a uno di questi miei più piccoli l'avete fatto a me".

Diciamolo insieme, l'avete fatto a me.

A me dice il Signore. Cosa significa questo? Che tu non puoi giocare con la vita delle altre persone, non puoi.

Come non puoi e non devi giocare con la stessa tua vita.

L'avete fatto a me. L'avete fatto a me.

L'amore e il rispetto che tu devi a te stesso, è lo stesso amore e rispetto che tu devi dare alle altre persone non puoi assumere un cammino di vita se non è chiaro dentro di te per quale vita sei chiamato.

Non puoi arrivare al matrimonio impreparato, non sapere che cosa sia il matrimonio.

Non puoi dire poiché lo fanno tutti lo facciamo anche noi.

No questa non è una risposta, è una chiamata quella che Dio fa a ciascuno.

E non esiste neanche una persona, sulla faccia della Terra, che non abbia una chiamata, amen? Amen.

Ma come, allora quelli che non si sposano, non diventano né religiosi, né sacerdoti, né suore che cos'hanno?

Hanno quella chiamata, hanno quella chiamata.

Signore abbiamo bisogno della verità.

La verità forse potrà farci soffrire in certi momenti ma è l'unica cosa che ci rende liberi.

Invochiamo il Tuo Spirito.

Abbiamo bisogno che la luce di verità del Tuo Spirito scenda dentro di noi, porti chiarezza alla nostra vita, quando tutta la nostra vita è nella verità, lo spirito di verità irrompe nella nostra vita, e cominciano a manifestarsi in noi liberazioni, guarigioni, miracoli, conversioni.

Vuoi una guarigione? Fai entrare lo spirito di verità dentro di te, devi essere nella verità.

Non nasconderti dietro un dito, riconosci la verità.

Hai bisogno di una liberazione? Hai bisogno dello spirito di verità.

Sii tu nella verità.

Gesù disse: "Quando il tuo occhio è nella luce, tutta la tua persona è nella luce".

Che significa: quando tu sei nella verità, la verità abita dentro di te, e se lo spirito di verità abita dentro di noi, noi siamo trasformati, il nostro cuore cambia, la nostra vita cambia, e anche le malattie, se Dio vuole, fuggono via.

Signore grazie per le tue parole che aprono a noi la porta della verità.

Togli da noi la paura della verità, lascia che noi teniamo aperta la porta della verità e possiamo farti entrare nella nostra vita con un cuore integro e contento.

Sia lodato Gesù Cristo.