Introduzione alla conoscenza di Dio attraverso la rivelazione

Vie che portano alla conoscenza di Dio

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Le due vie che portano alla conoscenza di Dio sono:

a) l’intelligenza

b) la rivelazione

L’uomo è in grado di conoscere l’esistenza di Dio

Le domande che l’uomo si pone sono:

C'è Dio?

Il destino dell'uomo continua oltre la morte?

Se Dio, esiste, è possibile che si interessi di noi?

Non sono destinate a restare senza risposta.

Con la sua sola intelligenza, prima ancora che l'Essere Supremo si mettesse in contatto con lui, l'uomo era in grado di conoscerne l'esistenza, semplicemente così: CON LA CASUALITÀ, cioè risalendo dagli effetti alla causa.

C'è il sole, il mondo, la vita? Dunque c'è Dio, autore del sole, del mondo, della vita.

Il CCC precisa come Dio viene incontro all'uomo

Per mezzo della ragione naturale, l'uomo può conoscere Dio con certezza a partire dalle sue opere.

a) Usando l'intelligenza l'uomo può scoprire che Dio è:

- sommamente intelligente, perché le leggi che regolano l'universo sono talmente precise che solo un'intelligenza infinitamente superiore può spiegare la loro esistenza.

- onnipotente, perché:

- ha creato un universo così grande che l'uomo non è ancora riuscito a scoprirne i confini

- ha fatto tutto questo dal nulla

- conserva all'esistenza tutte le cose continuamente.

- infinito, perché:

- avendo creato un universo immenso, deve per forza essere superiore ad esso

- se Dio fosse solo più grande dell'universo, si potrebbe pensare ad un essere più grande di lui

- continuando il ragionamento di giunge a concludere che Dio, per essere tale, deve essere infinito

- unico, perché se è infinito, deve essere unico in quanto è un controsenso per la nostra ragione l'esistenza di due infiniti

- eterno, perché:

- essendo l'origine di tutte le cose non può aver avuto origine da nessuno

- non ha fine in quanto è fuori dal tempo

- spirituale, perché non è vincolato dalla materia che è limitata nel tempo e nello spazio

- buono

- bello

b) Ma esiste un altro ordine di conoscenza a cui l'uomo non può affatto arrivare con le sue proprie forze, quello della rivelazione divina.

Per una decisione del tutto libera, Dio si rivela e si dona all'uomo svelando il suo Mistero, il suo disegno di benevolenza prestabilito da tutta l'eternità in Cristo a favore di tutti gli uomini.

Egli rivela pienamente il suo disegno inviando il suo Figlio prediletto, nostro Signore Gesù Cristo, e lo Spirito Santo. ( Cat. Chiesa Cat. 50 )

Attraverso questa rivelazione, Dio sesso parla al suo popolo e in Gesù, il Figlio di Dio venuto ad abitare tra noi, la sua rivelazione è massima.

Dalla rivelazione divina, sappiamo che il mondo e l'uomo sono stati creati da Dio e che, dopo che l'uomo ha peccato, Dio gli promette un salvatore.

Creazione del mondo e dell'uomo

Al principio Dio era solo. Niente esisteva fuori di lui.

Infinitamente perfetto e felice in se stesso, Egli non aveva bisogno d'alcuno; per pura bontà volle creare, cioè fare dal nulla.

Volle, e furono il cielo e la erra, le cose tutte visibili e invisibili.

Con ordine meraviglioso le creature furono prodotte una dopo l'altra: luce, firmamento, astri, terra e mare, vegetali e animali, e ultimo, quasi corona della creazione, l'uomo.

Fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio, perché nel corpo formato di terra, il Creatore infuse lo spirito immortale, e l'innalzò con la grazia allo stato soprannaturale perché potesse godere Dio stesso nell'eternità ( Gen 2,5-9 ).

Al primo uomo, che chiamò Adamo, Dio diede per compagna, traendola dal fianco di lui, Eva, la prima donna.

Da essi è venuta l'intera famiglia umana ( Gen 2,21-24 ).

Caduta dell'uomo e promessa del Salvatore

L'uomo era stato fatto re della natura e messo in un delizioso giardino, il paradiso terrestre.

Poteva godere di tutto, ma perché riconoscesse il pieno dominio del Creatore, Dio gli aveva proibito di gustare il frutto dell'albero detto della scienza del bene e del male.

Il bene era l'ubbidienza e la grazia di Dio, il male la disubbidienza e la perdita dei doni, dei quali Dio l'aveva arricchito.

L'uomo si ribellò, Eva credette al serpente-demonio, anziché a Dio, e Adamo fu compiacente ad Eva.

Disobbedirono. Per la loro colpa, i loro discendenti furono spogliati della grazia e della felicità eterna in Dio, e degli altri doni che perfezionavano la natura umana.

Stoltamente, si resero servi del demonio, delle passioni, delle miserie, della morte.

Ci esposero tutti alla perdizione eterna.

Dio, però, condannandoli dalle delizie del paradiso terrestre al lavoro, al dolore e alla morte corporale non tolse loro la speranza della salvezza dell'anima.

Predisse che avrebbe distrutto la potenza del demonio per mezzo del Messia o Cristo, che sarebbe vento nella pienezza dei tempi.

In questa fede l'uomo rivivrebbe, osservando la legge morale scolpitagli nel cuore ( Gen 3 ).

Riportiamo ora gli interrogativi che hanno dato luogo a quel ramo della cultura che si chiama FILOSOFIA.

Essa contiene la risposta che pensatori di tutti i secoli hanno dato ai problemi fondamentali dell'uomo.

Le risposte sono state, lungo i secoli, numerose e divergenti

MA L'UOMO DI OGGI SI ACCORGE DI ESSERE CADUTO IN UNA CRISI - LA NEVROSI - IN CUI NON SONO CADUTI I POPOLI PROGREDITI. COME MAI?
L'uomo di oggi è angosciato di non poter dare una risposta al problema della MORTE e della SOFFERENZA.

L'assurdo di essere una creatura capace di ragionare in modo autonomo, di lottare, faticare, amare … per una fine così squallida com'è quella della tomba!

Di fronte a questi problemi il laicismo e il materialismo affermano che

La vita di ognuno di noi ha un senso se considerata nella "globalità" del genere umano; la vita sopravvive sulla terra

MA … CHE SENSO HA QUESTO, QUANDO SAPPIAMO CHE ANCHE LA GLOBALITÀ DEL GENERE UMANO HA LO STESSO DESTINO DELL'INDIVIDUO: LA TOMBA?

L'ANGOSCIA ESISTENZIALE DELL'UOMO DERIVA DA QUESTO PROBLEMA NON RISOLTO:

Da dove vengo? e perché?

Che senso ha la vita

Qual'è il destino dell'uomo