Crociata della sofferenza  

B217-A8

Anno XVII - Lettera N. 70 - Ottobre 1980

« Chiedo a Dio di farvi diventare sempre più forti per mezzo della sua gloriosa potenza, così che possiate resistere con pazienza di fronte a tutte le difficoltà, e possiate ringraziarlo con gioia ». ( Col 1,11 )

Fratelli,

l'impegno della Chiesa universale è rivolto in questi tempi al problema della famiglia.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II nelle sue esortazioni di ogni settimana, nelle udienze generali del mercoledì, continua la trattazione dei principi fondamentali della costituzione della famiglia nel rapporto uomo-donna; il Sinodo dei Vescovi di tutto il mondo ha approfondito lo studio dei problemi della famiglia in un impegnativo incontro durante un mese; ogni Diocesi rivolge alla famiglia la sua particolare attenzione: tutta l'azione pastorale della Chiesa è impegnata in questo settore così importante e così delicato.

Anche al di fuori della Chiesa, la società in genere e gli stati intervengono sempre più frequentemente nel campo familiare.

Perché tutto questo rinnovato interessamento?

Perché la famiglia oggi, come anche nei tempi andati, si pone come il nucleo fondamentale di ogni convivenza umana, di ogni società, perché è dalla famiglia che sorgono le generazioni nuove, è dalla famiglia che è condizionato il rapporto umano, è dalla famiglia che l'umanità intera avrà la sua rinascita o la sua distruzione.

E oggi la famiglia è in grave crisi: risente degli attacchi distruttori che le provengono da varie parti, dall'esterno e dall'interno e dalla stessa struttura della vita sociale dei tempi moderni.

Scomparso un tipo di società, nel nostro secolo se ne è affermato uno nuovo che, dalla impostazione industriale, dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, dalla nuova tecnologia e dall'avanzata scientifica, trae concetti di vita, rapporti di società, pianificazioni umane in una visione che si fa sempre più materialistica e ignora sempre più gli autentici valori dell'uomo, figlio di Dio.

Tutto questo porta allo sgretolamento della famiglia, con conseguenze enormi e tristi per l'umanità, per la famiglia e per la gioventù che sovente ne rimane vittima.

Quanta violenza, quanti delitti, quante distruzioni trovano nella dissacrazione della famiglia la loro origine!

Si distrugge quello che si presume sia una eredità del passato non più attuale, ma non si sa che cosa sostiturvi per ridare validità, fiducia, collaborazione al nucleo familiare e in tanti casi con la catastrofe viene la disperazione.

I Vescovi, nel messaggio conclusivo dei lavori del Sinodo 1980, rivolgendosi alle famiglie cristiane del mondo contemporaneo dicono: « Nelle nostre discussioni abbiamo sentito le gioie e le consolazioni, insieme alle sofferenze e difficoltà nella vita familiare di oggi ».

Ci viene presentato il duplice aspetto della vita familiare: la famiglia è fonte di gioia, è sostegno, è aiuto, è salvezza, ma la famiglia può essere anche fonte di sofferenze, è ostacolo, è distruzione.

Non è questa prerogativa, esclusiva della famiglia.

Ogni convivenza, ogni situazione comporta il duplice aspetto.

É parte integrante della natura umana e non solo di essa.

La natura, in genere, ci offre questa alternativa: alla primavera e all'estate, seguono l'autunno e l'inverno; alla radiosa giornata di sole succede la triste giornata di pioggia, al temporale segue l'arcobaleno, alla fioritura succede il disfacimento, alla vita la morte.

Nella stessa vita individuale, ognuno di noi segna sul suo diario personale momenti di speranza e di fiducia accanto a momenti di tristezza e di disperazione, con ritmo vario più o meno intenso.

La famiglia è fonte di gioie e di consolazioni: sono quelle che derivano dalla comprensione, dall'aiuto reciproco, dal rifugio dell'amore: possono essere pagate anche con sacrificio, ma lo spirito ne trae gioia.

Il rapporto genitori-figli, anziani-giovani, marito-moglie può dare tante soddisfazioni, ed è quando non ci si sente soli ma si sa di poter contare su chi ci vive accanto, su chi fa sue le nostre difficoltà, su chi cammina con noi sulla strada piana e sulla strada irta di sassi.

É una visione rosea della vita, ma non impossibile e, per grazia di Dio, ancora realizzabile.

Ma lo stesso rapporto può essere causa di sofferenze, di difficoltà, di amarezza.

Sono le sofferenze dell'età avanzata.

La persona anziana che nella famiglia ha profuso tutte le sue energie, ha dato tutta la sua vita e tutto se stessa, ha rinunciato a tanto, a tutto, e si ritrova, nell'età in cui vorrebbe raccogliere il frutto della sua dedizione, ad essere incompresa, sopportata, emarginata, trattata con un misto di commiserazione e di intolleranza, quando addirittura non è rifiutata.

Se qualcosa le viene dato ha più il sapore dell'elemosima che quello della comprensione.

Il dolore per questa situazione diventa la macerazione di ogni giorno, sempre più forte e sempre più acuta.

Si vorrebbe vedere uno spiraglio di sereno, ma il buio pare sempre più fitto: eppure si spera ancora e nel profondo del cuore, con la generosità che è stato l'assillo di tutta una vita, si giustifica, si perdona, si dona ancora tanto.

Sono le sofferenze dell'età matura.

Talvolta è il rapporto marito-moglie che si fa penoso, per un vuoto sempre più profondo, un distacco sempre più intenso.

Non ci si comprende più: le due vite incontratesi in un giorno di luce, camminano su strade parallele che non si incontrano più o su strade che divergono sempre di più.

Si vive ancora assieme, ma è come se si vivesse soli, anzi la presenza dell'altro diventa motivo di stillicidio di urti, di incomprensioni, di lunghi silenzi forse anche di avversione e di odio.

Si cerca di salvare le apparenze, ma il tormento interno è acuto e accompagna ogni giorno, ogni azione, inaridisce ogni slancio, sommerge ogni soddisfazione.

É sofferenza quotidiana, che deforma il carattere, che rende irriconoscibili anche nel rapporto con gli altri.

Sono le sofferenze dell'età giovanile.

Può capitare che il giovane si senta estraneo in una famiglia che non lo capisce, in un clima di disinteresse.

Risente della tensione familiare e talvolta della dissoluzione familiare.

Ci sono casi in cui questo si verifica perché il giovane stesso si autoemargina o avanza pretese che non possono essere condivise, ma può accadere che vi siano famiglie dissestate o male impostate che non costituiscono certo il clima ideale in cui possa maturare una adolescenza o una giovinezza.

E il ragazzo o il giovane ne soffrono e possono giungere a vedersi rovinata l'intera esistenza da un inizio così sfavorevole.

Sono le sofferenze che in gran parte non dipendono da noi ma da situazioni penose in cui ci si viene a trovare.

Tra le tante cause vi possono essere la miseria, non la povertà, la malattia più o meno prolungata, la difficoltà di riuscita, il fallimento dell'opera educativa verso i figli, lo stato di grave alterazione fisica o psichica, le colpe gravi, la morte.

E pensiamo allo strazio di mamme, di papa, di nonni di fronte a qualcuna di tali situazioni, strazio tanto più lacerante in quanto esse si presentano in tanti casi irreparabili e senza via di uscita.

É pur vero che in molti di questi casi l'eroica dedizione di creature sublimi riesce a rendere meno gravoso il peso, ma è pur sempre vero che essa comporta un lungo cammino di sofferenza.

Quante sono le situazioni di questo genere!

Alcune più evidenti e conosciute, altre più nascoste e ignorate.

É solo il cuore di chi le vive che ne comprende e ne valuta tutta la gravita.

Gli altri, se pur dimostrano un qualche interesse, sovente le sfiorano soltanto.

Ognuno ha una sua vita e la preoccupazione effettiva per gli stati dolorosi degli altri è così scarsa.

Eppure « Dio è là quando ci crediamo soli.

Egli ci ascolta quando più nessuno ci risponde; Egli ci ama quando tutto ci abbandona » ( S. Agostino ).

É quel Dio che nella Sacra Scrittura dice: « Sion ha detto: " Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato.

Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno?

Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai " » ( Is 49,14.15 ).

Nella situazione di tante dolorose esperienze ricordiamo, fratelli e sorelle, questa presenza di Dio.

Il cumulo di sofferenze della vita familiare è davvero grande.

Non lasciamolo andare perso.

C'è in esso un enorme valore apostolico che non dobbiamo sprecare.

Parliamone con Dio che ci ascolta, offriamogli le nostre pene, confidiamogli i nostri tormenti, affidiamo alle sue mani paterne questo immenso tesoro.

Lui sa trasformare in abbondante grazia questa nostra offerta.

« Le ore di prova sono ore di grazia, visite del Signore: esse fanno riconoscere Dio » ( Fr. Teodoreto ).

E parlandone con Dio, preghiamolo di trasformare le nostre sofferenze familiari in aiuto e conforto alle anime religiose e sacerdotali che forse sono nel tormento di una solitudine che pesa, di una incomprensione senza conforto.

Preghiamolo di trasformare le nostre sofferenze in aiuto alle anime che ancora sono nel dubbio se seguire una particolare chiamata al servizio di Dio nella vita sacerdotale o religiosa; e, l'orizzonte che si allarga dalle pareti domestiche alla più grande famiglia dei figli di Dio.

Ci sia di aiuto e di sostegno la sollecitudine materna della Vergine Immacolata che sul Calvario, quando la sua « povera Famiglia » attraversava una prova dolorosa terribile, nella morte e nella separazione dal Figlio suo, accettò da Gesù la consegna di tutti noi nella persona dell'apostolo Giovanni e da allora fu Madre della Chiesa e di tutta l'umanità.

Fu sul Calvario che divenne la Madre degli apostoli di ieri e di sempre.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Per tutte le famiglie cristiane: sappiano essere testimoni, pur nella sofferenza della serenità e della speranza cristiana.

Intenzioni particolari:

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni per l'apostolato laico e per l'Unione Catechisti

- le intenzioni degli iscritti di Torino; Q.G., S.T., V.C., F.G.L.; di Catania: D'A.M.G., G.D.B. per il marito ammalato, A.T. per lei e suo marito, M.T. per la sua salute, D.G. per la sua salute, C.C.S. per la sua famiglia, S.C. per il figlio, F.C. e B.A. per la famiglia, D.S.V. per lei e per il fratello, R.P., C.V. di Agira: V.M. per grazia ricevuta; di Canicossa: B.M. e S.A.; di Langosco: M.P.; di S. Pellegrino Parmense: M.V.; di Schio: P.C. e G.G.; di Modena: V.C.; di Enna: L.D. e M.; di Acireale: M.M.C, e P.S.; di Vibo Valentia: T.M.A., V.A., F.G.; di Palermo: M.A.G.; di Comiso: P.C.B.; di Genova: L.E.; di Olzai: Z.A.; di Mantova: L.B. e tutte le altre intenzioni.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- le anime buone di Fratel Ezio Veggi morto a Torino, della Mamma del Catechista Perez Alfredo di Arequipa ( Perù ) e della Sign.ra Ermelinda di Langosco

- le anime buone di B.G. di Vibo Valentia; del marito di A.P., della mamma di M.C., del marito di B.N., i parenti di R.P., i cari defunti di C.B., il marito di C.S.Z., inoltre per le anime del purgatorio raccomandate da G.R. e A.B., tutti di Catania; G.R. di Andora; di V.M. di Agira; i parenti di N.G. di Roma; i parenti di B.L. e i coniugi L.S. e B.R. di Aci Bonaccorsi; il fratello e la mamma di A.W. di Carrara e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata della Sofferenza.

La Presidenza