Crociata della sofferenza  

B270-A6

Anno XXXII, lettera n. 120 dicembre 1996

La sofferenza per amore di Gesù è partecipazione alla sua regalità

Carìssimi amici.

1. Gesù regna dalla croce.

La solennità della regalità di; Cristo;da poco celebrata ci sollecita a posare lo sguardo su Gesù, il nostro Re, la cui figura si erge maestosa dalla Croce, suo trono regale.

Ma chi è quest'uomo carico di lividure, grondante di sangue, disonorato e respinto come malfattore? …

Quest'uomo è Gesù il nostro Re, l'amabilissimo nostro Signore, colui che portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce perché non vivendo più per il peccato vivessimo per la giustizia.

Egli disse ai suoi discepoli: « Allorché sarò innalzato da terra conoscerete che lo sono » ( Gv 8,28 ) e « attirerò tutti a me »( Gv 12,32 ).

Queste profetiche parole di Gesù si realizzano proprio mentre Egli è là inchiodato alla croce, sospeso tra cielo e terra.

Chi lo guarda con un po' di amore, non può non essere-fortemente attratto da Lui, è fortemente stupito di fronte alla manifestazione di un amore così grande, dell'amore dell'uomo-Dio che dona la propria vita per coloro che egli ama.

È l'amore vero, quello libero da ogni pregiudizio, che attrae i cuori e li fonde in una stessa comunione di pensieri e di affetti, in una stessa comunione di vita.

Occorre guardare Gesù, carissimi, per scoprire cos'è l'amore, e il valore della sofferenza accettata per amore.

Sappiamo infatti che ciò che salva è l'amore, e solo l'amore.

Ed esso è davvero grande se si alimenta e cresce attraverso le nostre tribolazioni offerte a Lui.

Uniti a Gesù nel dolore e nella gioia, il nostro amore diventerà sempre più puro fino a raggiungere uno stesso sentire con Gesù.

Così si partecipa alla sua regalità.

Bisogna guardare Gesù con cuore libero per scoprire la sua regalità e divinità; occorre credere al suo amore per noi, occorre lasciarsi salvare da Lui.

Oggi, purtroppo, molti, anche tra i cristiani si comportano da indifferenti o da pagani nei confronti di Gesù, hanno smesso o non hanno mai posato gli occhi su di Lui che per loro ha dato la vita.

Essi non possono capire la sua regalità perché non concepiscono un regno che si imponga con la sola forza dell'amore.

I credenti in Lui, coerenti nella vita, sanno che « Suo è il potere, la gloria e il regno; sanno che tutti i popoli, nazioni e lingue lo serviranno e che il suo potere è eterno e che non tramonta mai » ( Dn 7,13-14 ) …

Sanno che « Sulle sue spalle è il segno della sovranità; ed è chiamato per nome: consigliere ammirabile, Dio potente, padre perpetuo, principe della pace.

Grande sarà il suo impero in una pace infinita sul trono di David e sul regno, che egli consoliderà e rafforzerà con il diritto e con la giustizia » ( Is 9,5-6 ).

I puri di cuore, gli umili, coloro che posano lo sguardo sul Crocifisso capiscono al volo che: « Degno è l'Agnello che è stato sgozzato di ricevere la potenza e la ricchezza, e la sapienza e la forza e l'amore per i secoli dei secoli ». ( Ap 5,12; Ap 1,6 ).

Eleviamo dunque il nostro sguardo a Lui, carissimi, con tanta fiducia.

Nessuno più di Lui ci capisce e ci può capire.

Offriamo con generosità le nostre preghiere e sofferenze a Gesù e chiediamo a Lui il dono di sante vocazioni sacerdotali, religiose e catechistiche; chiediamogli di donare a quanti Egli chiama più direttamente al suo servizio la generosità di rispondere sì al suo invito a diventare suoi apostoli.

2. La regalità è proclamata dalla croce.

La più autorevole proclamazione della regalità di Cristo l'abbiamo udita, carissimi, dalle stesse labbra di Gesù allorché alla domanda di Filato che gli chiede se Egli sia Re, Egli risponde testualmente: « Tu lo dici che io sono Re », cioè: sì, lo sono ( Gv 18,37 ).

La coronazione di spine imposta a Gesù dai soldati per burlarsi della sua dichiarata regalità, ci richiama a profonde riflessioni … Gesù infatti è Re, il Re dei re, è il Re di tutti gli uomini, ma il suo regno non è conforme alla mentalità di questo mondo.

Egli regna coronato di spine dall'alto della croce: ha le braccia sempre aperte per abbracciare tutto il mondo, ha il costato squarciato dalla lancia per ricevere tutti quelli che Lo invocano e vanno a Lui e per illuminare tutti quelli che a Lui guardano e Lo vogliono accettare come sovrano.

Gesù regna versando dalle sue piaghe tutto il suo sangue prezioso.

Questo sangue inonda la terra, lava e cancella tutti i peccati degli uomini e dappertutto porta la vita, la gioia, la pace.

Sulla croce venne posta la scritta: « Gesù il Nazzareno Re dei giudei ».

Così il motivo di condanna, contro la volontà dei crocifissori, viene a dichiarare che egli è Re.

Sì, Egli è Re, e noi ci gloriamo di essere suoi sudditi, perché Egli è l'amabilissimo nostro Signore.

All'Agnello di Dio, nostro Re, a Colui che toglie i peccati del mondo, vadano tutti gli affetti e i palpiti del nostro cuore.

A Lui, le cui braccia sono aperte per indicarci anche nel segno fisico la sua volontà di abbracciare tutto il mondo, vada il nostro grazie riconoscente.

Uniti a Lui presentiamo al Padre le gioie e i dolori che accompagnano il nostro pellegrinaggio terreno.

A Lui presentiamo le fatiche apostoliche dei nostri sacerdoti, dei religiosi e delle anime consacrate.

Per loro chiediamo ogni giorno al Signore la forza di continuare e di estendere in tutta la terra l'annuncio del Suo regno di amore, di santità, di giustizia e di pace.

3. Dal testamento di fr. Gustavo.

Ed ora, carissimi, il nostro pensiero va al nostro amato e indimenticabile amico Fratel Gustavo Furfaro, che da poco ha raggiunto la patria celeste che tutti ci attende.

Siamo certi che egli già contempli il fulgore della gloria che promana dalle Piaghe e dal Volto, umano e divino, dell'Amabilissimo nostro Signore.

Insieme a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del cielo, in un tripudio di luci, di armonia, di bellezza e di pace, Fratel Gustavo continua l'adorazione gloriosa all'Agnello immolato le cui Piaghe sanguinanti e gloriose sono sorgente di salvezza e di vita.

Egli ha lasciato un bellissimo messaggio a tutti gli iscritti della Crociata della Sofferenza del quale ora riporto il testo: « Agli " Iscritti" alla "Crociata della Sofferenza" questa … ultima lettera: Siate forti nel dolore, siate generosi nell'offerta di preghiere e di sofferenze per le vocazioni sacerdotali e religiose, siate sereni nell'amore di Gesù Crocifisso.

Il Signore vi chiama ad una missione umile, nascosta ma tanto grande: siategliene grati e siate generosi !! »

Grazie Fratel Gustavo di quanto ci hai raccomandato e degli esempi di santità che ci hai lasciati.

Aiutaci dal cielo a mettere in pratica i tuoi preziosi insegnamenti e continua a pregare per noi.

Ed ora, amici carissimi, i miei più fraterni e cordiali saluti sempre strettamente uniti in Gesù e Maria.

Leandro Pierbattisti

Intenzioni generali di preghiera

Offriamo la nostra sofferenza e le nostre preghiere per i nostri fratelli dello Zaire così duramente provati in questa guerra assurda seminatrice di dolore e di morte.

Preghiamo per i sacerdoti, le suore, i volontari e quanti, mossi dall'amore di Cristo, dedicano la loro vita per accogliere gli orfani, curare gli ammalati, procurare del cibo e dell'acqua a gente affamata e assetata, un luogo per sostare nel lungo cammino verso la loro terra.

Intenzioni particolari

Ricordiamo al Signore attraverso le nostre preghiere e l'offerta delle sofferenze:

- P. E. ( Rivoli ); R. O. ( Borgo d'Ale ) per la sua guarigione e per il figlio Michele.

Preghiere di suffragio

Ricordiamo i nostri defunti e in particolare: fr. Gustavo Luigi Furfaro; fr. Aristide ( prof. Giuseppe Moretti ); Attilio Marietta; Decio Gaj; Emilia Volentieri ved. Sesana ( suocera dr. Moccia ); Don Mario Veronese; Gian Maria Morello; fr. Dino Cavacchioli; Giulio Boetto; Nicoletta Ronco; defunti della famiglia Brutti.