Catechismo degli Adulti

Indice

La risurrezione dei morti e il giudizio universale

Cat. Chiesa Cat. 988-1001; 1038-1041

1209 Giorno del Signore e risurrezione

Sebbene ciascuno con la morte raggiunga la propria salvezza definitiva o la perdizione eterna, salvezza e perdizione diventano complete, secondo tutte le dimensioni della persona, solo alla fine del mondo.

Dio dirige la storia e la porta a termine.

I profeti dell'Antico Testamento annunziano il giorno del Signore, suprema manifestazione della sua gloria su tutta la terra, per punire i nemici, per purificare e salvare i fedeli.

Sarà vittoria totale, separazione definitiva del bene dal male.

Sullo sfondo di questa attesa emerge progressivamente la fede nella risurrezione dei morti: "Quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna" ( Dn 12,2 ).

I sette fratelli, di cui narra il secondo Libro dei Maccabei, muoiono con la certezza di essere risuscitati da Dio nell'ultimo giorno. ( 2 Mac 7,9.14.29 )

1210 L'insegnamento di Gesù conferma la fede nella risurrezione: "A riguardo dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?

Non è un Dio dei morti ma dei viventi!" ( Mc 12,26-27 ).

Alla risurrezione sarà congiunto il giudizio universale, separazione del buon grano dalla zizzania,
( Mt 13,24-30.36-43 ) delle pecore dai capri. ( Mt 25,31-46 )

Anzi Gesù dichiara di aver ricevuto dal Padre il potere di risuscitare e di giudicare; ( Gv 5,21-22.27; Gv 6,54 ) perciò "verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna" ( Gv 5,28-29 ).

1211 Dalla risurrezione di Gesù alla nostra

1175-1176

La vittoria di Dio si compie per mezzo del Signore Gesù; ( 1 Cor 15,25-28; 1 Ts 4,16-17 ) il giorno di Dio è il "giorno del Signore nostro Gesù Cristo" ( 1 Cor 1,8 ).

La risurrezione dei giusti è un prolungamento della sua, perché "tutti riceveranno la vita in Cristo"
( 1 Cor 15,22 ).

"Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustificazione.

E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" ( Rm 8,9-11 ).

Gli stessi reprobi, nella misura in cui ne sono capaci, ricevono da Cristo l'energia per vivere e operare, ma in loro tutto è stravolto a causa del peccato: la loro "risurrezione" merita piuttosto il nome di "seconda morte"
( Ap 20,14 ).

1212 Il legame tra la risurrezione di Gesù e la nostra è così stretto, che i primi cristiani ne arguirono, a torto, che avvenuta l'una fosse ormai imminente anche l'altra. ( 1 Cor 15,51-57; 1 Ts 4,15-17 )

Presto si accorsero che il "giorno del Signore" tardava a venire. ( Mt 24,48; Mt 25,5; 2 Pt 3,4 )

Ma non si scandalizzarono: "davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo"
( 2 Pt 3,8 ).

Rimase il desiderio che il disegno di Dio si compisse e l'urgenza interiore di cooperare con lui.

1213 Quale corpo?

269-270

Sempre il cuore dei credenti rimane proteso verso l'ultima perfezione.

Non arriva però a raffigurarla nei suoi lineamenti.

Il Nuovo Testamento, pur mettendo la risurrezione al centro della fede, non la descrive mai nelle sue modalità concrete.

Alla richiesta esplicita: "Come risuscitano i morti?

Con quale corpo?" ( 1 Cor 15,35 ), l'apostolo Paolo risponde che risuscitano con un corpo identico a quello attuale e nello stesso tempo diverso.

Muore il chicco di grano e rinasce come pianticella.

Il corpo umano, che ora è debole, corruttibile e gravato di limiti, risorgerà incorruttibile, trasfigurato dalla forza dello Spirito Santo a immagine del Cristo glorioso. ( 1 Cor 15,39-49 )

La trasformazione sarà profonda, perché "ciò che è corruttibile non può ereditare l'incorruttibilità"
( 1 Cor 15,50 ); tuttavia sarà proprio questo nostro corpo a rivestire l'immortalità. ( 1 Cor 15,54 )

A motivo dell'identico soggetto personale, esso rimarrà quello di prima, nonostante il profondo cambiamento, come durante la vita terrena rimaneva se stesso nel variare della statura e nella continua sostituzione delle singole cellule.

1214 Sebbene non si possa immaginare la condizione del corpo glorificato, tuttavia dobbiamo ritenere che essa comporti ancora un legame con il mondo materiale, anzi la perfezione definitiva del rapporto con il mondo.

L'uomo e il mondo si appartengono reciprocamente; perciò la creazione sarà "liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" ( Rm 8,21 ).

1215 Salvezza totale e perdizione totale

Nel corso dei secoli il magistero della Chiesa ha proclamato molte volte la fede nella risurrezione dei morti e nel giudizio universale.

Così si esprime il concilio Lateranense IV: "Gesù Cristo … verrà alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti e renderà a ciascuno secondo le proprie opere, sia ai reprobi che agli eletti.

Tutti risorgeranno con i propri corpi, gli stessi di adesso, per ricevere ciascuno secondo le loro opere, cattive o buone, gli uni la pena eterna con il diavolo, gli altri con Cristo la gloria eterna".6

1216 A ben riflettere, risurrezione di vita e risurrezione di condanna sembrano coincidere con il giudizio universale, in quanto significano la salvezza e la perdizione dell'uomo nella sua totalità, comprese le dimensioni comunitaria e cosmica.

Si tratta di un solo avvenimento, conclusivo della storia umana, l'ora della messe. ( Mt 13,39 )

Il corpo è capacità di presenza agli altri e al mondo; risurrezione dei morti nel proprio corpo significa dunque suprema attuazione di questa capacità di presenza, per i giusti a loro maggiore perfezione e felicità, per i reprobi a loro maggiore umiliazione.

Questi si sentiranno lacerati e oppressi in tutta la loro personalità; quelli, nella comunione con Dio e tra loro, dispiegheranno una mirabile creatività, senza più ansia, fatica e lotta.

La vittoria di Dio sarà la completa attuazione del suo disegno di amore.

1217 La risurrezione dei morti e il giudizio universale concluderanno la storia del genere umano; estenderanno la vittoria del bene sul male, in modo definitivo e completo, alle dimensioni corporea, sociale e cosmica dell'uomo.

Indice

6 Conc. Lateranense IV, Costituzione 1 "De fide catholica"