Catechismo della Chiesa Cattolica

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Il primo comandamento

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me.

Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra.

Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai ( Es 20,2-5; Dt 5,6-9 )

Sta scritto: « Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto » ( Mt 4,10 ).

I. « Adorerai il Signore, Dio tuo, e lo servirai »

2084 Dio si fa conoscere ricordando la sua azione onnipotente, benevola e liberatrice nella storia di colui al quale si rivolge: « Io ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù ».

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La prima parola contiene il primo comandamento della Legge: « Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai …

Non seguirete altri dei » ( Dt 6,13-14 ).

Il primo appello e la giusta esigenza di Dio è che l'uomo lo accolga e lo adori.

2085 Il Dio unico e vero rivela innanzi tutto la sua gloria ad Israele. ( Es 19,16-25; Es 24,15-18 )

La rivelazione della vocazione e della verità dell'uomo è legata alla Rivelazione di Dio.

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L'uomo ha la vocazione di manifestare Dio agendo in conformità con il suo essere creato « ad immagine e somiglianza di Dio »:

Non ci saranno mai altri dei, o Trifone, né mai ce ne sono stati fin dalle origini …, all'infuori di colui che ha creato e ordinato l'universo.

Noi non pensiamo che il nostro Dio differisca dal vostro.

È lo stesso che ha fatto uscire i vostri padri dall'Egitto « con mano potente e braccio teso ».

Noi non riponiamo le nostre speranze in qualche altro dio - non ce ne sono ma nello stesso Dio in cui voi sperate, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.4

2086 « Nell'esplicita affermazione divina: "Io sono il Signore tuo Dio" è incluso il comandamento della fede, della speranza e della carità.

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Se noi riconosciamo infatti che egli è Dio, e cioè eterno, immutabile, sempre uguale a se stesso, affermiamo con ciò anche la sua infinita veracità; ne segue quindi l'obbligo di accogliere le sue parole e di aderire ai suoi comandi con pieno riconoscimento della sua autorità.

Se egli inoltre è Dio, noi ne riconosciamo l'onnipotenza, la bontà, i benefici; di qui l'illimitata fiducia e la speranza.

E se egli è l'infinita bontà e l'infinito amore, come non offrirgli tutta la nostra dedizione e donargli tutto il nostro amore?

Ecco perché nella Bibbia Dio inizia e conclude invariabilmente i suoi comandi con la formula: "Io sono il Signore" ».5

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4 San Giustino, Dialogus cum Tryphone Judaeo, 11, 1
5 Catechismo Romano, 3, 2, 4