Santo Domingo

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Impoverimento e solidarietà

178 Evangelizzare significa fare ciò che fece Gesù Cristo, quando nella sinagoga dimostrò di essere venuto a « evangelizzare » i poveri. ( Lc 4,18-19 )

Egli « da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà ». ( 2 Cor 8,9 )

Cristo ci sfida a dare una testimonianza autentica di povertà evangelica nel nostro stile di vita e nelle nostre strutture ecclesiali, così come egli l'ha data.

Questo è il fondamento che ci impegna in un'opzione evangelica e preferenziale per i poveri, ferma e irrevocabile benché non esclusiva ne escludente, così solennemente affermata nelle Conferenze di Medellin e di Puebla.

Alla luce di questa opzione preferenziale, secondo l'esempio di Gesù, troviamo ispirazione a ogni azione evangelizzatrice comunitaria e personale.182

Con « la forza evangelizzatrice dei poveri »,183 la Chiesa povera vuole dare impulso all'evangelizzazione delle nostre comunità.

Scoprire nei volti sofferenti dei poveri il volto del Signore ( Mt 25,31-46 ) è qualcosa che sfida tutti i cristiani a una profonda conversione personale ed ecclesiale.

Nella fede troviamo i volti sfigurati dalla fame, conseguenza dell'inflazione, del debito estero e delle ingiustizie sociali;

i volti delusi dai politici, che promettono ma non mantengono;

i volti umiliati a causa della propria cultura che non è rispettata ed è per di più disprezzata;

i volti terrorizzati dalla violenza quotidiana e indiscriminata;

i volti angosciati dei minori abbandonati che camminano per le nostre strade e dormono sotto i nostri ponti;

i volti sofferenti delle donne umiliate e non considerate;

i volti stanchi degli emigranti, che non trovano un'accoglienza dignitosa;

i volti invecchiati dal tempo e dal lavoro di coloro che non hanno il minimo per sopravvivere in modo degno.185

Amore misericordioso significa anche volgersi verso quanti si trovano nel bisogno spirituale, morale, sociale e culturale.

Sfide

179 Il crescente impoverimento in cui sono immersi milioni di nostri fratelli fino a raggiungere estremi intollerabili di miseria è il flagello più devastante e umiliante che vive l'America Latina.

Perciò lo abbiamo denunciato a Medellin come a Puebla e oggi lo torniamo a denunciare con preoccupazione e angustia.

- Le statistiche mostrano con eloquenza che nell'ultimo decennio le situazioni di povertà sono aumentate sia in termini assoluti sia relativi.

Noi pastori ci commuoviamo fino al fondo del cuore nel vedere continuamente una moltitudine di uomini e donne, bambini e giovani e anziani che portano l'insopportabile peso della miseria nonché di varie forme di esclusione sociale, etnica e culturale; sono persone umane concrete e irripetibili che vedono il loro orizzonte sempre più chiuso e disconosciuta la loro dignità.

- Consideriamo l'impoverimento del nostro popolo non solo come un fenomeno economico-sociale, registrato e quantificato dalle scienze sociali.

Lo consideriamo dal di dentro dell'esperienza di molta gente di cui condividiamo, come pastori, la loro lotta quotidiana per la vita.

- La politica di tipo neoliberale che predomina oggi in America Latina e nei Caraibi acuisce ancora di più le conseguenze negative di questi meccanismi.

Liberalizzando indiscriminatamente il mercato, si eliminano parti importanti della legislazione del lavoro e si licenziano i lavoratori; riducendo le spese sociali che proteggevano le famiglie dei lavoratori, si sono approfondite sempre di più le distanze nella società.

- Dobbiamo ampliare l'elenco dei volti sofferenti che abbiamo già segnalato a Puebla,186 tutti quelli sfigurati dalla fame, terrorizzati dalla violenza, invecchiati a causa di condizioni di vita subumane, angosciati per la sopravvivenza della loro famiglia.

Il Signore ci chiede di saper scoprire il suo stesso volto nei volti sofferenti dei fratelli.

- D'altra parte, siamo lieti di constatare i molteplici sforzi che diversi gruppi e istituzioni dell'America Latina e dei Caraibi stanno facendo al fine di trasformare questa realtà.

La Chiesa, chiamata ad essere sempre più fedele alla sua opzione preferenziale per i poveri, ha partecipato in modo crescente a questi stessi gruppi e istituzioni.

Perciò rendiamo grazie a Dio e invitiamo ad allargare la strada che si è aperta, perché sono molto di più coloro che ancora devono incamminar visi.

Linee pastorali

180 Assumere con decisione rinnovata l'opzione evangelica e preferenziale per i poveri, seguendo l'esempio e le parole del Signore Gesù, nella piena fiducia in Dio, nell'austerità di vita e nella condivisione dei beni.

- Privilegiare il servizio fraterno ai più poveri tra i poveri e aiutare le istituzioni che hanno cura di loro: gli invalidi, gli infermi, gli anziani soli, i bambini abbandonati, gli incarcerati, i malati di AIDS e tutti coloro che richiedono la prossimità misericordiosa del « buon samaritano ».

- Rivedere gli atteggiamenti e i comportamenti personali e comunitari, così come le strutture e i metodi pastorali, affinché non allontanino i poveri, bensì favoriscano la prossimità e la condivisione con loro.

- Promuovere la partecipazione sociale di fronte allo Stato, reclamando leggi che difendano i diritti dei poveri.

181 Fare delle nostre parrocchie un luogo di solidarietà.

- Sostenere e stimolare le iniziative di economia solidale attraverso le quali i nostri popoli cercano di far fronte alle angosciami situazioni di povertà.

- Esigere risposte degli Stati alle difficili situazioni aggravate dal modello economico neoliberale, che colpisce principalmente i più poveri.

Tra queste realtà è importante rilevare i milioni di latinoamericani che lottano per sopravvivere nell'economia informale.

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182 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 42;
Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 14;
Discorso inaugurale, n. 16
183 Puebla 1147
185 Documento di lavoro 163
186 Puebla nn. 31-39