Mater et magistra

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Processo di adeguazione tra sviluppo economico e progresso sociale

60 Mentre le economie dei vari paesi si evolvono rapidamente, e con ritmo ancora più intenso in questo ultimo dopoguerra, riteniamo opportuno richiamare l'attenzione su un principio fondamentale, che cioè allo sviluppo economico si accompagni e si adegui il progresso sociale, cosicché degli incrementi produttivi abbiano a partecipare tutte le categorie di cittadini.

Occorre vigilare attentamente e adoperarsi efficacemente perché gli squilibri economico-sociali non crescano, ma si attenuino quanto più è possibile.

61 "Anche l'economia nazionale, osserva a ragion veduta il nostro predecessore Pio XII, come è frutto dell'attività di uomini che lavorano uniti nella comunità statale, cosi ad altro non mira che ad assicurare senza interrompimento le condizioni materiali in cui possa svilupparsi pienamente la vita individuale dei cittadini.

Dove ciò, e in modo duraturo, si ottenga, un popolo sarà, a vero dire, economicamente ricco, perché il benessere generale, e, per conseguenza, il diritto personale di tutti all'uso di beni terreni viene in tal modo attuato conformemente all'intento voluto dal Creatore" (Radiomessaggio di Pentecoste 1941).

Dal che consegue che la ricchezza economica di un popolo non è data soltanto dall'abbondanza complessiva dei beni, ma anche e più ancora dalla loro reale ed efficace ridistribuzione secondo giustizia a garanzia dello sviluppo personale dei membri della società, ciò che è il vero scopo dell'economia nazionale.

62 Non possiamo qui non accennare al fatto che oggi in molte economie le imprese a medie e grandi proporzioni realizzano, e non di rado, rapidi ed ingenti sviluppi produttivi attraverso l'autofinanziamento.

In tali casi riteniamo poter affermare che ai lavoratori venga riconosciuto un titolo di credito nei confronti delle imprese in cui operano, specialmente quando viene loro corrisposta una retribuzione non superiore al minimo salariale.

63 In materia va ricordato il principio esposto dal nostro predecessore Pio XI nella enciclica Quadragesimo anno: "È del tutto falso ascrivere o al solo capitale o al solo lavoro ciò che si ottiene con l'opera unita dell'uno e dell'altro; ed è affatto ingiusto che l'uno arroghi a sé quel che si fa negando l'efficacia dell'altro" ( n. 54 ).

64 L'accennata esigenza di giustizia può essere soddisfatta in più modi suggeriti dall'esperienza.

Uno di essi, e tra i più auspicabili, è quello di far si che i lavoratori nelle forme e nei gradi più convenienti possano giungere a partecipare alla proprietà delle stesse imprese giacché oggi, come e più che ai tempi del nostro predecessore, "è necessario con tutte le forze procurare che in avvenire i capitali guadagnati non si accumulino se non con eque proporzioni presso i ricchi, e si distribuiscano con una certa ampiezza fra i prestatori d'opera" (cf. ivi, p. 198).

65 Ma dobbiamo inoltre ricordare che l'adeguamento tra rimunerazione del lavoro e del reddito va attuato in armonia alle esigenze del bene comune tanto della propria comunità politica quanto della intera famiglia umana.

66 Sono da considerarsi esigenze del bene comune su piano nazionale:

dare occupazione al maggior numero di lavoratori;

evitare che si costituiscano categorie privilegiate, anche tra i lavoratori;

mantenere una equa proporzione fra salari e prezzi e rendere accessibili beni e servizi al maggior numero di cittadini;

eliminare o contenere gli squilibri tra i settori dell'agricoltura, dell'industria e dei servizi;

realizzare l'equilibrio tra espansione economica e sviluppo dei servizi pubblici essenziali;

adeguare, nei limiti del possibile, le strutture produttive ai progressi delle scienze e delle tecniche;

contemperare i miglioramenti nel tenore di vita della generazione presente con l'obiettivo di preparare un avvenire migliore alle generazioni future.

67 Sono invece esigenze del bene comune sul piano mondiale:

evitare ogni forma di sleale concorrenza tra le economie dei diversi paesi;

favorire la collaborazione tra le economie nazionali con intese feconde;

cooperare allo sviluppo economico delle comunità politiche economicamente meno progredite.

68 È ovvio che le accennate esigenze del bene comune, tanto sul piano nazionale che su quello mondiale, vanno tenute presenti pure quando si tratta di determinare le aliquote di reddito da assegnarsi ai responsabili della direzione delle imprese in forma di profitti; e agli apportatori di capitali in forma di interessi o di dividendi.

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