Ecclesiam suam

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Non immobilità, ma « aggiornamento »

52 Ciò non vuol dire che debba essere nostra intenzione credere che la perfezione sia l'immobilità delle forme, di cui la Chiesa s'è, lungo i secoli, rivestita; e neppure ch'essa consista nel rendersi refrattari agli avvicinamenti ed accostamenti alle forme oggi comuni e accettabili del costume e dell'indole del nostro tempo.

La parola, resa ormai famosa, del Nostro venerato Predecessore Giovanni XXIII di felice memoria, la parola « aggiornamento » sarà da Noi sempre tenuta presente come indirizzo programmatico; lo abbiamo confermato quale criterio direttivo del Concilio Ecumenico, e lo verremo ricordando quasi uno stimolo alla sempre rinascente vitalità della Chiesa, alla sua sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi, e alla sua sempre giovane agilità di tutto provare e di far proprio ciò ch'è buono, ( 1 Ts 5,21 ) sempre e dappertutto.

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