Ecclesiam suam

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Obbedienza, energie morali, sacrificio

53 Ma sia ancora una volta ripetuto a nostro comune ammonimento e profitto: non tanto cambiando le sue leggi esteriori la Chiesa ritroverà la sua rinascente giovinezza, quanto mettendo interiormente il suo spirito in attitudine di obbedire a Cristo, e perciò di osservare quelle leggi che la Chiesa nell'intento di seguire la via di Cristo prescrive a se stessa: qui sta il segreto del suo rinnovamento, qui la sua « metanoia », qui il suo esercizio di perfezione.

Se l'osservanza della norma ecclesiastica potrà essere resa più facile per la semplificazione di qualche precetto e per la fiducia accordata alla libertà del cristiano d'oggi, reso più edotto dei suoi doveri e più maturo e più saggio nella scelta dei modi con cui adempirli, la norma tuttavia rimane nella sua essenziale esigenza: la vita cristiana, quale la Chiesa viene interpretando e codificando in sapienti disposizioni, esigerà sempre fedeltà, impegno, mortificazione e sacrificio; sarà sempre segnata dalla via stretta, di cui nostro Signore ci parla; ( Mt 7,13 ) domanderà a noi cristiani moderni non minori, anzi forse maggiori energie morali che non ai cristiani di ieri, una prontezza all'obbedienza, oggi non meno che in passato doverosa e forse più difficile, certo più meritoria perché guidata più da motivi soprannaturali che naturali.

Non la conformità allo spirito del mondo, non l'immunità dalle discipline d'una ragionevole ascetica, non l'indifferenza verso i liberi costumi del nostro tempo, non l'emancipazione dall'autorità di prudenti e legittimi superiori, non l'apatia verso le forme contraddittorie del pensiero moderno possono dare vigore alla Chiesa, possono renderla idonea a ricevere l'influsso dei doni dello Spirito Santo, possono darle l'autenticità della sua sequela a Cristo Signore, possono conferirle l'ansia della carità verso i fratelli e la capacità di comunicare il suo messaggio di salvezza, ma la sua attitudine a vivere secondo la grazia divina, la sua fedeltà al Vangelo del Signore, la sua coesione gerarchica e comunitaria.

Non molle e vile è il cristiano, ma forte e fedele.

54 Oh! Noi sappiamo quanto il discorso diventerebbe lungo, se volessimo tracciare anche solo nelle sue linee principali il programma moderno della vita cristiana; né intendiamo ora addentrarci in tale impresa.

Voi, del resto, sapete quali siano i bisogni morali del nostro tempo, e voi non cesserete di richiamare i fedeli alla comprensione della dignità, della purezza, dell'austerità della vita cristiana, come non ometterete di denunciare, come meglio è possibile, anche pubblicamente, i pericoli morali ed i vizi di cui soffre l'età nostra.

Noi tutti ricordiamo le solenni esortazioni che la Sacra Scrittura grida verso di noi: Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza e che non puoi sopportare i malvagi, ( Ap 2,2 ) e tutti cercheremo d'essere Pastori vigilanti ed operosi.

Il Concilio Ecumenico deve dare a noi stessi nuovi e salutari ordinamenti; e tutti certamente dobbiamo disporre fin d'ora i nostri animi ad ascoltarli e ad eseguirli.

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