Ecclesiam suam

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Chiarezza mitezza fiducia prudenza

83 Il colloquio è perciò un modo d'esercitare la missione apostolica; è un'arte di spirituale comunicazione.

Suoi caratteri sono i seguenti.

La chiarezza innanzi tutto; il dialogo suppone ed esige comprensibilità, è un travaso di pensiero, è un invito all'esercizio delle superiori facoltà dell'uomo; basterebbe questo suo titolo per classificarlo fra i fenomeni migliori dell'attività e della cultura umana; e basta questa sua iniziale esigenza per sollecitare la nostra premura apostolica a rivedere ogni forma del nostro linguaggio: se comprensibile, se popolare, se eletto.

Altro carattere è poi la mitezza, quella che Cristo ci propose d'imparare da Lui stesso: Imparate da me che sono mansueto e umile di cuore; ( Mt 11,29 ) il dialogo non è orgoglioso, non è pungente, non è offensivo.

La sua autorità è intrinseca per la verità che espone, per la carità che diffonde, per l'esempio che propone; non è comando, non è imposizione.

È pacifico; evita i modi violenti; è paziente; è generoso.

La fiducia, tanto nella virtù della parola propria, quanto nell'attitudine ad accoglierla da parte dell'interlocutore: promuove la confidenza e l'amicizia; intreccia gli spiriti in una mutua adesione ad un Bene, che esclude ogni scopo egoistico.

84 La prudenza pedagogica infine, la quale fa grande conto delle condizioni psicologiche e morali di chi ascolta: ( Mt 7,6 ) se bambino, se incolto, se impreparato, se diffidente, se ostile; e si studia di conoscere la sensibilità di lui, e di modificare, ragionevolmente, se stesso e le forme della propria presentazione per non essergli ingrato e incomprensibile.

85 Nel dialogo, così condotto, si realizza l'unione della verità con la carità, dell'intelligenza con l'amore.

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