Dominum et vivificantem

Indice

Padre, Figlio e Spirito Santo

8 Caratteristica del testo giovanneo è che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vengono nominati chiaramente come Persone, la prima distinta dalla seconda e dalla terza, e anche queste tra di loro.

Gesù parla dello Spirito consolatore, usando più volte il pronome personale « egli » e, al tempo stesso, in tutto il discorso di addio, svela quei legami che uniscono reciprocamente il Padre, il Figlio e il Paraclito.

Pertanto, « lo Spirito… procede dal Padre » ( Gv 15,26 ) e il Padre « dà » lo Spirito. ( Gv 14,16 )

Il Padre « manda » lo Spirito nel nome del Figlio, ( Gv 14,26 ) lo Spirito « rende testimonianza » al Figlio. ( Gv 15,26 )

Il Figlio chiede al Padre di mandare lo Spirito consolatore, ( Gv 14,16 ) ma afferma e promette, altresì, in relazione alla sua « dipartita » mediante la Croce: « Quando me ne sarò andato, ve lo manderò ». ( Gv 16,7 )

Dunque il Padre manda lo Spirito Santo nella potenza della sua paternità, come ha mandato il Figlio ( Gv 3,16.34; Gv 6,57; Gv 17,3.18.23 ) ma, al tempo stesso, lo manda nella potenza della redenzione compiuta da Cristo - e in questo senso lo Spirito Santo viene mandato anche dal Figlio: « Ve lo manderò ».

Bisogna qui notare che, se tutte le altre promesse fatte nel Cenacolo annunciavano la venuta dello Spirito Santo dopo la partenza di Cristo, quella contenuta nel testo di Gv 16,7s include e sottolinea chiaramente anche il rapporto di interdipendenza, che si direbbe causale tra la manifestazione dell'uno e dell'altro: « Quando me ne sarò andato, ve lo manderò ».

Lo Spirito Santo verrà, in quanto Cristo se ne andrà mediante la Croce: verrà non solo in seguito, ma a causa della redenzione compiuta da Cristo, per volontà ed opera del Padre.

9 Così nel discorso pasquale di addio si tocca - possiamo dire - l'apice della rivelazione trinitaria.

Al tempo stesso, ci troviamo sulla soglia di eventi definitivi e di parole supreme, che alla fine si tradurranno nel grande mandato missionario, rivolto agli apostoli e, per loro mezzo, alla Chiesa: « Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni », mandato che contiene, in certo senso, la formula trinitaria del battesimo: « Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ». ( Mt 28,19 )

La formula rispecchia l'intimo mistero di Dio, della vita divina che è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, divina unità della Trinità.

Si può leggere il discorso di addio come una speciale preparazione a questa formula trinitaria, nella quale si esprime la potenza vivificante del Sacramento, che opera la partecipazione alla vita di Dio uno e trino, perché dà la grazia santificante come dono soprannaturale all'uomo.

Per mezzo di essa questi viene chiamato e reso « capace » di partecipare all'imperscrutabile vita di Dio.

10 Nella sua vita intima Dio « è amore », ( 1 Gv 4,8.16 ) amore essenziale, comune alle tre divine Persone: amore personale è lo Spirito Santo, come Spirito del Padre e del Figlio.

Per questo, egli « scruta le profondità di Dio », ( 1 Cor 2,10 ) come amore-dono increato.

Si può dire che nello Spirito Santo la vita intima del Dio uno e trino si fa tutta dono, scambio di reciproco amore tra le divine Persone, e che per lo Spirito Santo Dio « esiste » a modo di dono.

È lo Spirito Santo l'espressione personale di un tale donarsi, di questo essere-amore.38

È Persona-amore. È Persona-dono.

Abbiamo qui una ricchezza insondabile della realtà e un approfondimento ineffabile del concetto di persona in Dio, che solo la Rivelazione ci fa conoscere.

Al tempo stesso, lo Spirito Santo, in quanto consostanziale al Padre e al Figlio nella divinità, è amore e dono ( increato ), da cui deriva come da fonte ( fons vivus ) ogni elargizione nei riguardi delle creature ( dono creato ): la donazione dell'esistenza a tutte le cose mediante la creazione.

La donazione della grazia agli uomini mediante l'intera economia della salvezza.

Come scrive l'apostolo Paolo: « L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato ». ( Rm 5,5 )

Indice

38 S. Tommaso d'Aquino, Summa Theol. I, qq. 37-38