Reconciliatio et paenitentia

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Terza parte - La pastorale della penitenza e della riconciliazione

Promozione della penitenza e della riconciliazione

23 Suscitare nel cuore dell'uomo la conversione e la penitenza e offrirgli il dono della riconciliazione è la connaturale missione della Chiesa, come continuatrice dell'opera redentrice del suo Fondatore divino.

È, questa, una missione che non si esaurisce in alcune affermazioni teoriche e nella proposta di un ideale etico non accompagnata da energie operative, ma tende ad esprimersi in precise funzioni ministeriali in ordine ad una pratica concreta della penitenza e della riconciliazione.

A questo ministero, fondato e illuminato dai principi di fede sopra illustrati, orientato verso obiettivi precisi e sostenuto da mezzi adeguati, possiamo dare il nome di pastorale della penitenza e della riconciliazione.

Suo punto di partenza è la convinzione della Chiesa che l'uomo, al quale si rivolge ogni forma di pastorale, ma principalmente la pastorale della penitenza e della riconciliazione, è l'uomo segnato dal peccato, la cui immagine pregnante si può trovare nel re Davide.

Rimproverato dal profeta Nathan, egli accetta di confrontarsi con le proprie nefandezze e confessa: « Ho peccato contro il Signore », ( 2 Sam 12,13 ) e proclama: « Riconosco il mio delitto, il mio peccato mi sta sempre dinanzi »; ( Sal 51,5 ) ma prega anche: « Purificami, Signore, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve » ( Sal 51,9 ) ricevendo la risposta della divina misericordia: « Il Signore ha perdonato il tuo peccato: non morirai ». ( 2 Sam 12,13 )

La Chiesa si trova, dunque, di fronte all'uomo - ad un intero mondo umano - vulnerato dal peccato e da esso toccato in ciò che possiede di più intimo nella profondità del suo essere, ma al tempo stesso mosso verso un incoercibile desiderio di liberazione dal peccato e, specialmente se cristiano, consapevole che il mistero della pietà, Cristo Signore, già opera in lui e nel mondo con la forza della Redenzione.

La funzione riconciliatrice della Chiesa deve così svolgersi secondo quell'intimo nesso, che raccorda strettamente il perdono e la remissione del peccato di ciascun uomo alla fondamentale e piena riconciliazione dell'umanità, avvenuta con la Redenzione.

Questo nesso ci fa capire che, essendo il peccato il principio attivo della divisione - divisione fra l'uomo e il Creatore, divisione nel cuore e nell'essere dell'uomo, divisione fra gli uomini singoli e fra i gruppi umani, divisione fra l'uomo e la natura creata da Dio -, soltanto la conversione dal peccato è capace di operare una profonda e duratura riconciliazione dovunque sia penetrata la divisione.

Non c'è bisogno di ripetere quanto ho già detto circa l'importanza di questo « ministero della riconciliazione », ( 2 Cor 5,18 ) e della relativa pastorale che lo attua, nella coscienza e nella vita della Chiesa.

Questa fallirebbe in un aspetto essenziale del suo essere e mancherebbe ad una sua irrinunciabile funzione, se non pronunciasse con chiarezza e fermezza, a tempo e fuori tempo, la « parola della riconciliazione » ( 2 Cor 5,19 ) e non offrisse al mondo il dono della riconciliazione.

Ma conviene ripetere che tale importanza del servizio ecclesiale di riconciliazione si estende, oltre i confini della Chiesa, al mondo intero.

Parlare di pastorale della penitenza e della riconciliazione, dunque, vuol dire riferirsi all'insieme dei compiti che incombono alla Chiesa, a tutti i livelli, per la promozione di esse.

Più concretamente, parlare di questa pastorale vuol dire evocare tutte le attività, mediante le quali la Chiesa, per il tramite di tutte e di ciascuna delle sue componenti - Pastori e fedeli, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti - e con tutti i mezzi a sua disposizione - parola e azione, insegnamento e preghiera -, conduce gli uomini, singoli o in gruppo, alla vera penitenza e li introduce così nel cammino della piena riconciliazione.

I Padri del Sinodo, come rappresentanti dei loro confratelli Vescovi, guide del popolo loro affidato, si sono occupati di questa pastorale nei suoi elementi più pratici e concreti.

Ed io sono lieto di far loro eco, associandomi alle loro inquietudini e speranze, accogliendo i frutti delle loro ricerche ed esperienze, incoraggiandoli nei loro progetti e realizzazioni.

Possano essi ritrovare in questa parte dell'Esortazione Apostolica l'apporto che hanno dato essi stessi al Sinodo, apporto la cui utilità intendo allargare, mediante queste pagine, alla Chiesa intera.

Ritengo, pertanto, di mettere in luce l'essenziale della pastorale della penitenza e della riconciliazione rilevandone, con l'Assemblea del Sinodo, i due punti seguenti:

1. I mezzi usati e le vie seguite dalla Chiesa per promuovere la penitenza e la riconciliazione.

2. Il Sacramento per eccellenza della penitenza e della riconciliazione.

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