Giovedì, 10 aprile 2014

La dittatura del pensiero unico

« Anche oggi c'è la dittatura del pensiero unico ».

Se non si pensa in un determinato modo non si è considerati moderni, aperti.

E peggio ancora è « quando alcuni governanti chiedono un aiuto finanziario » e si sentono rispondere « ma se tu vuoi questo aiuto devi pensare così e devi fare questa legge e quell'altra ».

Il rischio del pensiero unico che mina il rapporto con Dio è stato al centro dell'omelia di Papa Francesco durante la messa celebrata giovedì mattina 10 aprile nella Casa Santa Marta.

« Il fenomeno del pensiero unico » ha sempre causato « disgrazie nella storia dell'umanità » ha affermato il Santo Padre ricordando anche le tragedie delle dittature del novecento.

Ma, ha detto, si può reagire: pregando e vigilando.

Riferendosi alle letture del giorno il Papa ha sottolineato come la liturgia « ci fa vedere la promessa di Dio ad Abramo nostro padre ».

Il riferimento è al passo della Genesi ( Gen 17,3-9 ) in cui Dio promette ad Abramo che diventerà « padre di una moltitudine di nazioni ».

E « il popolo di Dio da quel momento - ha spiegato il Santo Padre - ha incominciato a camminare cercando » di fare in modo di realizzare questa promessa, di farla diventare realtà.

È « una promessa che, anche da parte di Abramo con Dio, ha la forma di alleanza ».

Dice infatti Dio ad Abramo: « Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione ».

Si deve dunque « osservare l'alleanza ».

E così, ha proseguito il Papa, « si capisce che i comandamenti non sono una legge fredda; i comandamenti sono nati da questo rapporto d'amore, da questa promessa, da questa alleanza ».

E, prendendo spunto dal passo del Vangelo di Giovanni ( Gv 8,51-59 ) proclamato nella liturgia odierna, il Pontefice ha proseguito la sua riflessione indicando che « lo sbaglio di quei dottori della legge che non erano buoni e volevano lapidare Gesù - in quel tempo c'erano però anche farisei e dottori della legge buoni - è stato di staccare i comandamenti dalla promessa, dall'alleanza ».

Cioè « staccare i comandamenti dal cuore di Dio che ha comandato ad Abramo di camminare sempre avanti ».

Per Papa Francesco « l'errore, lo sbaglio di questa gente » nasce dal non aver « capito la strada della speranza: credevano che con i comandamenti tutto era pieno, tutto era compiuto ».

Ma « i comandamenti nati dall'amore di questa fedeltà di Dio sono regole per andare avanti, indicazioni per non sbagliare: ci aiutano a camminare e a finire nell'incontro con Gesù ».

Invece « questa gente della quale oggi parla il Vangelo non sa collegare il compimento dei comandamenti con l'alleanza di Dio con il loro padre Adamo ».

E ripetono di continuo « ci sono leggi che dobbiamo osservare! ».

Lo fanno perché « hanno chiuso il cuore, la loro mente è chiusa a ogni novità e anche a quello che avevano promesso i profeti ».

Per loro vale solo il discorso « dobbiamo fare così e così si deve andare avanti! ».

Ecco, ha notato il Pontefice, « il dramma del cuore chiuso, il dramma della mente chiusa.

E quando il cuore è chiuso, questo cuore chiude la mente.

E quando cuore e mente sono chiusi non c'è posto per Dio ».

Sì, ha spiegato il Papa, ci siamo « soltanto noi » e per di più convinti nel dire che « si deve fare solo quello che io credo », sicuri oltretutto di fare esattamente « quello che dicono i comandamenti ».

Ma « i comandamenti portano una promessa e i profeti svegliano questa promessa ».

Di fronte alla « mente chiusa, per Gesù non è possibile convincere, non è possibile dare un messaggio di novità ».

Che poi « non è nuovo » ma « è quello che era stato promesso dalla fedeltà di Dio e dai profeti ».

Eppure gli interlocutori di Gesù « non capiscono: hanno la mente chiusa, il pensiero chiuso, perché nel loro egoismo, nei loro peccati, hanno chiuso il proprio cuore ».

Il loro, dunque, « è un pensiero chiuso che non è aperto al dialogo, alla possibilità che ci sia un'altra cosa, alla possibilità che Dio ci parli e ci dica com'è il suo cammino, come ha fatto con i profeti ».

Di sicuro, ha aggiunto il Pontefice, « questa gente non aveva ascoltato i profeti e non ascoltava Gesù ».

La loro, però, « è qualcosa di più che una semplice testardaggine.

No, è di più!

È l'idolatria del proprio pensiero: io la penso così, questo deve essere così e niente di più! ».

I farisei presentati oggi nel passo evangelico « avevano un pensiero unico e volevano imporre questo pensiero al popolo di Dio.

Per questo Gesù li rimprovera di caricare sulle spalle del popolo tanti comandamenti.

Rimprovera la loro incoerenza » dovuta al loro pensiero: « si deve fare così! ».

In questo modo hanno una « teologia che diviene schiava di questo schema del pensiero unico ».

Finisce che « non c'è possibilità di dialogo, di aprirsi alle novità che Dio porta con i profeti ».

Del resto questa gente « ha ucciso i profeti » e ha chiuso « la porta alla promessa di Dio ».

Il « fenomeno del pensiero unico » ha sempre causato « disgrazie nella storia dell'umanità » ha affermato il Pontefice.

« Nel secolo scorso abbiamo visto tutti noi le dittature del pensiero unico che hanno finito per uccidere tanta gente ».

Si sono sentite padrone e « non si poteva pensare altrimenti: si pensa così »!

Ma « anche oggi - ha messo in guardia il Papa - c'è l'idolatria del pensiero unico.

Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così non sei moderno, non sei aperto ».

O peggio, ha proseguito, tante volte « quando alcuni governanti chiedono un aiuto finanziario si sentono rispondere "ma se tu vuoi questo aiuto devi pensare così e devi fare questa legge e quell'altra, quell'altra" ».

Dunque « anche oggi c'è la dittatura del pensiero unico e questa dittatura è la stessa di questa gente » di cui parla il Vangelo.

Il modo di fare è lo stesso.

È gente che « prende le pietre per lapidare la libertà dei popoli, la libertà della gente, la libertà delle coscienze, il rapporto della gente con Dio.

E oggi Gesù è crocifisso un'altra volta ».

E così, ha proseguito il Papa, « questa non è una storia di quel tempo, dei farisei cattivi - ma c'erano farisei buoni - di questa gente chiusa.

È una storia anche di oggi ».

E « il consiglio del Signore di fronte a questa dittatura è lo stesso sempre: vigilare e pregare ».

Il Pontefice ha concluso esortando a « non essere sciocchi », a non comprare cose che non servono.

E a « essere umili e pregare perché il Signore ci dia sempre la libertà del cuore aperto per ricevere la sua parola che è promessa e gioia!

È alleanza!

E con questa alleanza andare avanti ».