Venerdì, 24 novembre 2017

La Chiesa non è un supermercato

« Chiese di servizio, chiese gratuite, come è stata gratuita la salvezza, e non "chiese supermercato" »: non ha usato giri di parole Papa Francesco nel riproporre l'attualità del gesto di Gesù di scacciare i mercanti dal tempio.

E « vigilanza, servizio e gratuità » sono le tre parole chiave che ha rilanciato nella messa celebrata venerdì 24 novembre a Santa Marta.

« Ambedue le letture della liturgia di oggi - ha spiegato il Pontefice - ci parlano del tempio, anzi della purificazione del tempio ».

Prendendo spunto dal passo del primo libro dei Maccabei ( 1 Mac 4,36-37.52-59 ), il Papa ha fatto notare come « dopo la sconfitta della gente che Antioco Epìfane aveva inviato per paganizzare il popolo, Giuda Maccabeo e i suoi fratelli vogliono purificare il tempio, quel tempio dove ci sono stati sacrifici pagani e ripristinare la bellezza spirituale del tempio, il sacro del tempio ».

Per questo « il popolo era gioioso ».

Si legge infatti nel testo biblico che « grandissima fu la gioia del popolo, perché era stata cancellata l'onta dei pagani ».

Dunque, ha aggiunto il Papa, « il popolo ritrova la propria legge, si ritrova con il proprio essere; il tempio diventa, un'altra volta, il posto dell'incontro con Dio ».

« Lo stesso fa Gesù quando scaccia quelli che vendevano nel tempio: purifica il tempio » ha affermato Francesco, richiamandosi al passo evangelico di Luca ( Lc 19,45-48 ).

Così facendo il Signore rende il tempio « come deve essere: puro, solo per Dio e per il popolo che va a pregare ».

Ma, da parte nostra, « come purificare il tempio di Dio? ».

La risposta, ha detto il Papa, sta in « tre parole che possono aiutarci a capire.

Prima: vigilanza; seconda: servizio; terza: gratuità ».

« Vigilanza », dunque, è la prima parola suggerita dal Pontefice: « Non solo il tempio fisico, i palazzi, i templi sono i templi di Dio: il più importante tempio di Dio è il nostro cuore, la nostra anima ».

Tanto che, ha fatto presente il Papa, san Paolo ci dice: « Voi siete tempio dello Spirito Santo ».

Dunque, ha rilanciato Francesco, « dentro di noi abita lo Spirito Santo ».

E proprio « per questo la prima parola » proposta da Francesco è, appunto, « vigilanza ».

Da qui alcune domande per un esame di coscienza: « Cosa succede nel mio cuore?

Cosa succede dentro di me?

Come mi comporto con lo Spirito Santo?

Lo Spirito Santo è uno in più dei tanti idoli che io ho dentro di me o ho cura dello Spirito Santo?

Ho imparato a vigilare dentro di me, perché il tempio nel mio cuore sia solo per lo Spirito Santo? ».

Ecco, allora, l'importanza di « purificare il tempio, il tempio interiore, e vigilare » ha affermato il Papa.

Con un invito esplicito: « Stai attento, stai attenta: cosa succede nel tuo cuore?

Chi viene, chi va …

Quali sono i tuoi sentimenti, le tue idee?

Tu parli con lo Spirito Santo?

Ascolti lo Spirito Santo? ».

Si tratta, perciò, di « vigilare: stare attenti a cosa succede nel tempio nostro, dentro di noi ».

La « seconda parola è servizio » ha proseguito il Pontefice.

« Gesù - ha ricordato - ci fa capire che lui è presente in un modo speciale nel tempio di quelli che hanno bisogno ».

E « lo dice chiaramente: è presente negli ammalati, quelli che soffrono, negli affamati, nei carcerati, è presente lì ».

Anche per la parola « servizio » Francesco ha suggerito alcune domande da porre a se stessi: « So custodire quel tempio?

Mi prendo cura del tempio con il mio servizio?

Mi avvicino per aiutare, per vestire, per consolare quelli che hanno bisogno? ».

« San Giovanni Crisostomo - ha fatto notare Francesco - rimproverava quelli che facevano tante offerte per ornare, per abbellire il tempio fisico e non prendevano cura dei bisognosi: rimproverava e diceva: "No, questo non va bene, prima il servizio poi le ornamentazioni" ».

Insomma, siamo chiamati a « purificare il tempio che sono gli altri ».

E per farlo bene, occorre domandarci: « Come io aiuto a purificare quel tempio? ».

La risposta è semplice: « Con il servizio, con il servizio ai bisognosi.

Gesù stesso dice che lui è presente lì ».

E « lui è presente lì - ha spiegato il Papa - e quando noi ci avviciniamo a prestare un servizio, ad aiutare, assomigliamo a Gesù che è lì dentro ».

Francesco, a questo proposito, ha confidato di aver « visto un'icona tanto bella del Cireneo che aiutava Gesù a portare la croce: guardando bene quell'icona, il Cireneo aveva la stessa faccia di Gesù ».

Dunque, « se tu custodisci quel tempio che è l'ammalato, il carcerato, il bisognoso e l'affamato, anche il tuo cuore sarà più simile a quello di Gesù ».

Proprio « per questo custodire il tempio significa servizio ».

« La prima parola, vigilanza » ha riepilogato il Pontefice, esprime qualcosa che « succede dentro di noi ».

Mentre « la seconda parola » ci porta verso il « servizio ai bisognosi: quello è purificare il tempio ».

E « la terza parola che mi viene in mente - ha proseguito - leggendo il Vangelo è gratuità ».

Nel brano del Vangelo, Gesù dice: « La mia casa sarà casa di preghiera.

Voi invece ne avete fatto un covo di ladri ».

Proprio tenendo in mente queste parole del Signore, ha affermato il Papa, « quante volte con tristezza entriamo in un tempio - pensiamo a una parrocchia, un vescovado - e non sappiamo se siamo nella casa di Dio o in un supermercato: ci sono lì i commerci, anche c'è la lista dei prezzi per i sacramenti » e « manca la gratuità ».

Ma « Dio ci ha salvato gratuitamente, non ci ha fatto pagare nulla » ha insistito il Pontefice, invitando a essere di aiuto « affinché le nostre chiese, le nostre parrocchie non siano un supermercato: che siano casa di preghiera, che non siano un covo di ladri, ma che siano servizio gratuito ».

Certo, ha aggiunto il Papa, qualcuno potrebbe obiettare che « dobbiamo avere dei soldi per mantenere la struttura e anche dobbiamo avere dei soldi per dare da mangiare ai preti, ai catechisti ».

La risposta del Pontefice è chiara: « Tu da' con gratuità e Dio farà il resto, Dio farà quello che manca ».

« Custodire il tempio - ha affermato, dunque, Francesco - significa questo: vigilanza, servizio e gratuità ».

Anzitutto « vigilanza nel tempio del nostro cuore: cosa succede lì, stare attenti perché è il tempio dello Spirito Santo ».

Poi « servizio ai bisognosi » ha ripetuto, suggerendo anche di leggere il capitolo 25 del vangelo di Matteo.

Servizio anche « agli affamati, agli ammalati, ai carcerati, a quelli che hanno bisogno perché lì è Cristo », sempre con la certezza che « il bisognoso è il tempio di Cristo ».

Infine, ha concluso il Papa, il « terzo » punto è la « gratuità nel servizio che si dà nelle nostre chiese: chiese di servizio, chiese gratuite, come è stata gratuita la salvezza, e non "chiese supermercato" ».