Istruzione " Postquam Apostoli "

Indice

V. Gli organi della collaborazione fra le chiese particolari

Le conferenze episcopali

269

18. Il ruolo principale e indispensabile per una più efficace collaborazione fra le chiese particolari spetta alle conferenze episcopali, le quali hanno come scopo specifico quello di coordinare la pastorale d'insieme.

Al riguardo, il sommo pontefice Paolo VI così ha disposto nel motuproprio "Ecclesiae sanctae": "Spetterà ai sinodi patriarcali e alle conferenze episcopali, tenendo presente quanto prescritto dalla sede apostolica, stabilire ordinanze ed emettere norme per i vescovi, per ottenere un'opportuna distribuzione del clero sia del proprio territorio, sia di quello che provenga da altre regioni; con tale distribuzione si provveda alle necessità di tutte le diocesi del proprio territorio, e si pensi anche al bene delle chiese in terra di missione e nelle nazioni che soffrono per scarsezza del clero".54

270

Adunque, oltre a provvedere ai bisogni della cura pastorale nel proprio territorio, altre due necessità vengono raccomandate alle conferenze episcopali, e cioè il primo annuncio del vangelo in terra di missione e l'aiuto alle chiese più deboli in genere.

Ambedue i compiti gravano su ciascuna chiesa particolare; tuttavia, affinché la cosa sia ben regolata, si richiede la collaborazione di tutti i vescovi della stessa nazione o del medesimo territorio.

Per provvedere a queste necessità ciascuna conferenza episcopale deve costituire due commissioni: una per la miglior distribuzione del clero e un'altra per le missioni.55

Poiché l'istituzione di quest'ultima intende promuovere lo zelo missionario ed ambedue hanno, in certo qual modo, uno scopo simile, pare sia necessaria la collaborazione fra le due commissioni, anzi, in qualche caso sembra più conveniente l'unificazione delle medesime.

Sollecitudine per i territori di missione

271

19. Per quanto riguarda il primo annuncio del vangelo, cioè le missioni, la direzione suprema delle relative questioni spetta alla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, che "ha competenza sulle cose che riguardano tutte le missioni istituite per diffondere dappertutto il regno di Cristo,

e perciò sulla costituzione e sul cambiamento dei ministri necessari e delle circoscrizioni ecclesiastiche;

nel proporre le persone che le reggano;

nel promuovere in modo più efficiente il clero autoctono, al quale gradualmente vengano affidati più alti incarichi e il governo;

nel dirigere e coordinare tutta l'attività missionaria in ogni parte della terra, riguardo sia ai missionari stessi, sia alla cooperazione missionaria dei fedeli".56

272 In questo contesto, spetta alle conferenze episcopali promuovere la fattiva partecipazione del clero diocesano all'apostolato nelle missioni;

stabilire un determinato contributo in danaro per le opere missionarie;

intensificare sempre più i rapporti con gli istituti missionari e collaborare affinché siano eretti o aiutati i seminari che servono alle missioni.57

Sempre in ordine alle opere missionarie, la commissione episcopale, costituita presso ogni conferenza episcopale, deve incrementare l'attività missionaria e la conveniente collaborazione fra le diocesi; perciò dovrà tenere rapporti con le altre conferenze e adoperarsi affinché nella ripartizione degli aiuti alle missioni, per quanto è possibile, sia mantenuta una giusta proporzione.58

Sollecitudine per le chiese particolari più bisognose

273 Come è stato detto sopra, ogni conferenza episcopale deve istituire un'altra commissione episcopale che abbia per compito "di indagare sulle necessità delle varie diocesi del suo territorio e sulle loro possibilità di offrire ad altre chiese alcuni elementi del proprio clero, e di fare eseguire le decisioni stabilite e approvate dalla conferenza, che interessano la distribuzione del clero, riferendole ai vescovi di quei territori".59

Il compito, pertanto, di tale commissione è duplice.

Anzitutto quello di rimuovere gli eventuali squilibri nel proprio territorio.

Non di rado, infatti, si nota una grande sproporzione circa il numero dei sacerdoti, essendovi alcune diocesi con abbondanza di clero e altre invece dove la scarsità di sacerdoti mette in pericolo la conservazione stessa della fede.

274

L'altro compito riguarda la sollecitudine verso le chiese particolari che si trovano fuori del proprio territorio, per aiutarle in forza di quel vincolo di comunione che esiste fra le chiese particolari stesse, di cui sopra si è parlato.

Tale lavoro deve svolgersi con l'indagare anzitutto sulle necessità delle diocesi, tenendo conto della proporzione fra il numero dei fedeli e quello dei pastori; in seguito, si presenti alla conferenza episcopale un esposto sulle necessità più urgenti e sulle possibilità di aiutare le chiese più bisognose.

Per quanto riguarda questo secondo compito della commissione, già sono state intraprese lodevoli iniziative che in questo campo producono lieti frutti.60

Collaborazione con i consigli dei superiori maggiori

275

21. Per il coordinamento delle attività di ministero e delle opere di apostolato nel territorio della medesima conferenza episcopale, si richiede una più stretta collaborazione fra il clero diocesano e gli istituti religiosi.

La promozione di questo lavoro in comune spetta alla conferenza episcopale.

Ma poiché una proficua cooperazione dipende molto da un atteggiamento che, mettendo in secondo ordine gli interessi particolari, mira unicamente al bene generale della chiesa, conviene che i vescovi e i superiori religiosi tengano delle riunioni, in tempi stabiliti, per esaminare il da farsi in comune nei rispettivi territori.61

Per questo motivo il motuproprio "Ecclesiae sanctae" prescrive che si formi una commissione mista fra la conferenza episcopale e il consiglio nazionale dei superiori maggiori per le questioni che concernono l'una e l'altra parte.62

L'argomento principale delle sedute di tale commissione mista dovrà riguardare proprio una migliore e più conveniente distribuzione delle forze di apostolato, determinando le priorità e le opzioni nel comune sforzo di promuovere un apostolato d'insieme.63

Le deliberazioni di tale commissione dovranno essere poi sottoposte per competenza al giudizio della conferenza episcopale e del consiglio dei superiori religiosi.64

L'animazione dei fedeli

276

22. Non si può abbastanza sottolineare il primo e principale compito che incombe ad ambedue le commissioni, che è quello di tenere continuamente bene informata l'opinione pubblica dei fedeli sia sulle necessità delle missioni, sia sulla situazione delle chiese particolari che si trovano in difficoltà.

Esse, perciò, devono utilizzare tutti i mezzi di comunicazione sociale, devono aiutare e diffondere riviste e altre pubblicazioni del genere, come pure intervenire nella preparazione ed esecuzione di programmi ben precisi, in modo da tenere in evidenza i problemi relativi.

Scopo di tutto questo, oltre a una buona e rapida informazione, è quello di rendere sempre più coscienti i fedeli delle loro responsabilità e sviluppare in essi il senso della cattolicità attraverso una matura e fattiva collaborazione delle chiese particolari.65

Indice

54 Mp. Ecclesiae Sanctae, I, 2
55 Mp. Ecclesiae Sanctae, I, 2, III, 9
56 Const. Ap. Regimini Ecclesiae Universae, n. 82
57 Decr. Ad Gentes divinitus, n. 38
58 Mp. Ecclesiae Sanctae, III, 9
59 Mp. Ecclesiae Sanctae, I, 2
60 Ad fovendas relationes cum dioecesibus Americae Latinae exstant sequentes Commissiones Episcopales:
in Belgio COPAL,
in Gallia CEFAL,
in Italia CEIAL,
in Hispania CECADE-OCSHA,
in Germania Foederata "Adveniat",
in Statibus Foederatis Americae Septentrionalis NCCB-LAB,
in Canada OCCAL, etc.;
hae omnes cooperantur cum Commissione Pontificia pro America Latina ( CAL ),
quae intimam consuetudinem habet cum Consilio Episcopali Latino-Americano ( CELAM ).
Habetur insuper Consilium Generale Pontificiae Commissionis Americae Latinae ( COGECAL )
ad quod constituendum concurrunt CAL,
CELAM, praesides Commissionum Episcopalium Nationalium supra memoratarum, necnon praesides Unionis Internationalis Superiorum Generalium et praeses Confoederationis Religiosorum Americae Latinae
61 Decr Christus Dominus, n. 35, 5°, 6°
62 II 43. Cf. SS. Congr pro Religiosis et Institutis Saecularibus et pro Episcopis, Notae directivae, nn. 60-65, AAS 70 (1978), p. 503 sq.
63 Decr. Perfectae Caritatis, n. 23
64 Notae directivae, n. 63, AAS 70 (1978), p 504
65 Decr Ad Gentes divinitus, n. 36