Concilio di Costantinopoli IV

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Sessione X

28 febbr. 870: Canoni

( Originali greci smarriti. Versione del bibliotecario Anastasio )

La tradizione come criterio della fede

Can. 1. Per camminare senza intoppi sulla via dritta e regale della divina giustizia, noi dobbiamo custodire le prescrizioni e il pensiero dei nostri santi padri come lampade splendenti che illuminano i nostri passi conformi a Dio.

Perciò noi, stimandoli, secondo del grande e sapiente Dionigi, come una seconda parola di Dio, canteremo senza indugio con il divino Davide: "i comandi del Signore sono limpidi. danno luce agli occhi" ( Sal 19,9; vengono citati anche: Sal 119,105; Pr 6,23; Is 26,9: Sept. )

…Con verità infatti le esortazioni e i divieti dei sacri canoni sono paragonati alla luce, perché grazie ad essi si discerne il meglio dal peggio, e si distingue ciò che è vantaggioso e proficuo da ciò che non è utile, ma addirittura dannoso.

Perciò promettiamo di osservare e custodire i canoni che sono stati trasmessi alla chiesa santa cattolica e apostolica sia dai santi e gloriosi apostoli, sia dai concili universali e locali dei vescovi ortodossi, sia da ogni padre, portatore della parola di Dio e dottore della chiesa.

Secondo questi canoni noi regoliamo i nostri comportamenti e la nostra vita e stabiliamo che tutti i membri del clero, come anche tutti coloro che portano il nome di cristiani, siano soggetti, secondo la legge ecclesiastica, alle pene e alle condanne, come pure alle condizioni di giustificazione e assoluzione stabilite dai canoni.

E infatti il grande apostolo Paolo ci ammonisce chiaramente a conservare le tradizioni, che abbiamo appreso così dalla parola come dalla lettera ( 2 Ts 2,15 ) dei santi che brillarono nel passato.

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