Ad gentes

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Principi dottrinali

7 Ragioni dell'attività missionaria

La ragione dell'attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale « vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità.

Vi è infatti un solo Dio, ed un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato se stesso in riscatto per tutti » ( 1 Tm 2,4-6 ), « e non esiste in nessun altro salvezza » ( At 4,12 ).

È dunque necessario che tutti si convertano al Cristo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa, ed a lui e alla Chiesa, suo corpo, siano incorporati attraverso il battesimo.

Cristo stesso infatti, « ribadendo espressamente la necessità della fede e del battesimo, ( Mc 16,16; Gv 3,5 ) ha confermato simultaneamente la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano, per così dire, attraverso la porta del battesimo.

Per questo non possono salvarsi quegli uomini i quali, pur sapendo che la Chiesa cattolica è stata stabilita da Dio per mezzo di Gesù Cristo come istituzione necessaria, tuttavia rifiutano o di entrare o di rimanere in essa».40

Benché quindi Dio, attraverso vie che lui solo conosce, possa portare gli uomini che senza loro colpa ignorano il Vangelo a quella fede « senza la quale è impossibile piacergli », ( Eb 11,6 ) è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ( 1 Cor 9,16 ) ed insieme suo sacrosanto diritto, diffondere il Vangelo; di conseguenza l'attività missionaria conserva in pieno - oggi come sempre - la sua validità e necessità.

Grazie ad essa il corpo mistico di Cristo raccoglie e dirige ininterrottamente le sue forze per promuovere il proprio sviluppo. ( Ef 4,11-16 )

A svolgere questa attività le membra della Chiesa sono sollecitate da quella carità con cui amano Dio e con cui desiderano condividere con tutti gli uomini i beni spirituali della vita presente e della vita futura.

Grazie a questa attività missionaria, infine, Dio è pienamente glorificato, nel senso che gli uomini accolgono in forma consapevole e completa la sua opera salvatrice, che egli ha compiuto nel Cristo.

Sempre grazie ad essa si realizza il piano di Dio, a cui Cristo in spirito di obbedienza e di amore si consacrò per la gloria del Padre che l'aveva mandato ( Gv 7,18; Gv 8,30.44; Gv 8,50; Gv 17,1 ) che tutto il genere umano costituisca un solo popolo di Dio, si riunisca nell'unico corpo di Cristo, sia edificato in un solo tempio dello Spirito Santo; tutto ciò, mentre favorisce la concordia fraterna, risponde all'intimo desiderio di tutti gli uomini.

Così finalmente si compie davvero il disegno del Creatore, che creò l'uomo a sua immagine e somiglianza, quando tutti quelli che sono partecipi della natura umana, rigenerati in Cristo per mezzo dello Spirito Santo, riflettendo insieme la gloria di Dio, potranno dire: « Padre nostro ».45

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40 Lumen gentium 14
45 Intorno a questo concetto sintetico, vedi la dottrina di S. Ireneo intorno alla Ricapitolazione.
Anche Ippolito, De Antichristo, 3: « Omnes volens omnesque salvare desiderans, amnes Dei filios praestare volens sanctosque omnes in unum hominem perfectum vocans ... »: PG 10, 732;
GCS Hippolyt I, 2, p. 6; Benedictiones Iacob, 7: T.U., 38-1, p. 18, lin. 4 ss.;
Origine, In Ioann. Tom. I, n. 16: « Tum enim cognoscendi Deum una erit actio eorum qui ad Deum pervenerint, duce eo Verbo quod est apud Deum; ut sic sint in cognitione Patris formati omnes accurate filii, ut nunc solus Filius novit Patrem »: PG 14, 49; GCS Orig. IV, 20;
S. Agostino, De sermone Domini in monte, I, 41: « Diligamus quod nobiscum potest ad illa regna perduci, ubi nemo dicit: Pater meus, sed omnes uni Deo: Pater noster »;
S. Cirillo Aless., In Ioann. I: « Sumus enim omnes in Christo et communis hunanitatis persona in ipsum reviviscit. Nam et novissimus Adam idcirco nuncutatis est ... Habitavit enim in nobis, qui per naturam Filius est ac Deus; ideoque in eius Spiritu clamamus: Abba Pater! Habitat autem Verbum in omnibus in uno templo, scilicet quod propter nos et ex nobis assumpisit, ut omnes in seipso habens, omnes in uno corpore, sicuti Paulus ait, reconciliaret Patri »: PG 73, 161-164