Vita di Antonio

20. La perseveranza nella virtù

1. Perciò, dal momento che abbiamo cominciato a percorrere la via della virtù, tendiamo verso la meta.

Nessuno si volga indietro, come la moglie di Lot, tanto più che il Signore ha detto: Nessuno che abbia messo mano all’aratro e poi si volta indietro, è adatto al regno dei cieli.

2. Voltarsi indietro non significa altro che mutare d’avviso e pensare nuovamente alle cose del mondo.

Non temete sentendo parlare di virtù e non stupitevi di questo nome,

3. perché essa non è lontana da noi, non nasce fuori di noi; il lavoro avviene in noi ed è facile compierlo, se lo vogliamo.

4. I greci lasciano la loro terra e attraversano il mare per apprendere le lettere; noi non abbiamo bisogno di lasciare il nostro paese per trovare il regno dei cieli, né dobbiamo attraversare il mare per raggiungere la virtù.

Il Signore ci ha prevenuto e ci ha detto: Il regno dei cieliè dentro di voi.

5. La virtù, dunque, non ha bisogno che della nostra volontà, dal momento che si trova in noi e nasce dentro di noi.

Se l’anima custodisce la sua facoltà spirituale conforme alla natura, allora nasce la virtù.

6. La custodisce conforme alla natura quando essa rimane tale e quale è stata creata, ed è stata creata bella e retta al di là di ogni misura.

Per questo Giosuè, figlio di Nun, esortando il popolo diceva: Indirizzate il vostro cuore al Signore Dio di Israele,

7. e Giovanni: Raddrizzate i vostri sentieri.

L’anima, infatti, è retta quando custodisce la facoltà spirituale conforme alla natura così come è stata creata; quando, invece, devia ed è distorta rispetto alla natura, allora si parla di malvagità dell’anima.

8. La cosa, dunque, non è difficile: se perseveriamo nello stato in cui siamo stati creati, dimoriamo nella virtù; se, invece, meditiamo cose perverse, saremo giudicati malvagi.

9. Se dovessimo cercare la virtù fuori di noi, sarebbe davvero difficile, ma poiché si trova dentro di noi, teniamoci lontani dai pensieri impuri e, come se avessimo ricevuto un deposito, custodiamo la nostra anima per il Signore affinché riconosca la sua opera trovandola tale e quale l’aveva creata.

21. La lotta contro i demoni

1. Lottiamo, dunque, per non essere dominati dall’ira, né posseduti dalla concupiscenza.

Sta scritto infatti: La collera dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio; la concupiscenza, poi, concepisce e genera il peccato e il peccato consumato produce la morte.

2. Comportandoci in questo modo, vegliamo attentamente e, come sta scritto, custodiamo con ogni cura il nostro cuore.

Abbiamo dei nemici terribili e pieni di risorse, i demoni malvagi;

3. contro di loro è la nostra lotta, come ha detto l’Apostolo: Non contro il sangue e la carne, ma contro i principati e le potenze, contro i dominatori delle tenebre di questo mondo, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti.

4. Numerosa è la moltitudine di queste potenze nell’aria che ci circonda; essi non sono lontano da noi.

Fra di loro vi è grande varietà.

5. Si potrebbe parlare a lungo della loro natura e della loro diversità, ma un tal discorso si addice ad altri più grandi di noi.

Quel che ora è necessario e indispensabile è soltanto conoscere gli espedienti che utilizzano contro di noi.

22. Il discernimento degli spiriti

1. Innanzitutto, dunque, dobbiamo sapere che, se i demoni si chiamano così, non è perché sono stati creati tali.

Dio infatti non ha creato niente di malvagio!

2. Anche i demoni furono creati buoni, ma, decaduti dalla sapienza del cielo e aggirandosi poi attorno alla terra, ingannarono i greci con le loro apparizioni.

Invidiosi di noi cristiani, fanno di tutto per impedirci la via che sale al cielo, perché non vogliono che noi saliamo là da dove essi sono caduti.

3. Perciò occorre pregare molto e praticare l’ascesi perché, una volta ricevuto per opera dello Spirito il carisma del discernimento degli spiriti, possiamo conoscere ciò che riguarda i demoni: quali di loro sono meno malvagi, quali di più e qual è l’arte in cui ciascuno è più solerte e in che modo ciascuno può essere respinto e scacciato.

4. Molteplici sono le loro astuzie e le loro manovre insidiose.

Lo sapevano il beato Apostolo e i suoi discepoli che dicevano: Non ignoriamo le sue macchinazioni.

Quanto a noi, poi, l’esperienza che abbiamo delle insidie dei demoni, deve servirci a correggerci a vicenda.

Io ne ho avuto una certa esperienza e vi parlo come a figli.

23. I molteplici inganni dei demoni

1. Se i demoni, dunque, vedono che tutti i cristiani, e i monaci in particolare, amano le fatiche dell’ascesi e progrediscono, per prima cosa li assalgono e li tentano; ponendo ostacoli lungo il loro cammino; gli ostacoli sono i pensieri impuri.

2. Noi però non dobbiamo temere le loro insidie; le preghiere, i digiuni, la fede nel Signore li fanno subito cadere.

Anche dopo essere caduti, tuttavia, non si calmano, ma ritornano di nuovo all’assalto con raggiri e inganni.

3. Se, infatti, non sono riusciti a trarre in inganno il cuore allettandolo con piaceri manifesti e impuri, ritornano all’assalto in altri modi, e poi cercano di spaventarci creando immagini e assumendo altre forme e imitando donne, belve, rettili, corpi giganteschi ed eserciti di nemici.

Ma non dobbiamo temere neppure queste visioni

4. perché sono inconsistenti, svaniscono subito, specialmente se ci fortifichiamo con la fede e con il segno della croce.

5. I demoni sono audaci e impudenti oltre misura; anche se per questa via sono sconfitti, ritornano di nuovo all’assalto in altre maniere.

Simulano di indovinare e predire il futuro e si mostrano altissimi, fino a toccare il tetto, e si dilatano in larghezza per ingannare almeno con queste immagini quelli che non sono riusciti a trarre in inganno mediante i pensieri.

6. Se anche dopo questo trovano l’anima salda nella fede e nella speranza della conversione, allora fanno venire il loro capo ».

24. Non dobbiamo temerli

1. Antonio diceva: « Spesso i demoni appaiono nella stessa forma con cui il Signore fece conoscere il diavolo a Giobbe; gli disse: I suoi occhi sono come l’aurora.

Dalla sua bocca escono fiaccole ardenti e sprizzano scintille di fuoco.

Dalle sue narici esce il fumo di una fornace ove brucia un fuoco di carboni.

La sua anima è carbone ardente, dalla sua bocca esce una fiamma.

2. Manifestandosi in questa forma, il principe dei demoni provoca terrore, come ho già detto; l’astuto si vanta con grandi discorsi.

Proprio di questo lo rimproverò il Signore quando disse a Giobbe: Stima il ferro come paglia, il bronzo come legno tarlato.

3. Considera il mare come un vaso di profumi e il profondo degli inferi come suo prigioniero, lo ritiene una via per passeggiare.

E ancora, per bocca del profeta dice: Il nemico ha detto: Inseguirò, raggiungerò, e: Con la mia mano raggiungerò tutta la terra, come un nido, e la raccoglierò come si raccolgono le uova abbandonate.

Insomma i demoni si vantano di simili imprese e promettono di compierle per trarre in inganno quanto servono Dio,

4. ma noi credenti non dobbiamo temere le apparizioni del demonio, né prestare ascolto alle sue parole, perché egli mente e non dice nulla di vero.

Del resto, anche se osa vantarsi con tali e tante parole, viene trascinato dal Signore come un drago dall’amo, come una bestia da soma viene stretto dalla cavezza alle narici e come lo schiavo fuggitivo è legato con un anello al naso e ha le labbra traforate da un anello.

5. Il Signore lo tiene legato come un passero perché possiamo prenderci gioco di lui.

Il principe dei demoni e gli altri demoni i suoi compagni divengono come scorpioni e serpenti per essere calpestati da noi cristiani.

6. Ne è prova il fatto che noi continuiamo a vivere lottando contro di loro.

Colui che si vantava di cancellare il mare e di conquistare la terra intera, ecco che ora non riesce a impedire a voi di vivere la vita ascetica e a me di parlare contro di lui.

7. Non prestiamo ascolto a quello che dice perché mente; non temiamo le sue apparizioni: sono anch’esse menzognere.

8. Ciò che si vede all’apparire dei demoni non è vera luce; essi portano con sé quasi una caparra e un’immagine del fuoco preparato per loro e cercano di spaventare gli uomini con quelle fiamme con le quali essi stessi saranno bruciati.

9. Appaiono realmente, ma subito si dileguano senza riuscire a fare del male ad alcuno dei credenti, portando con sé un’immagine del fuoco destinato ad accoglierli.

E così non dobbiamo temerli neppure in questo caso perché tutti i loro intrighi sono ridotti a nulla per opera della grazia del Signore.

25. Tentano di ingannarci

1. I demoni sono astuti e pronti a ricorrere a ogni inganno e ad assumere altre sembianze.

Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le parole della Scrittura.

2. E a volte, quando leggiamo la Scrittura, subito come un’eco ripetono le parole che abbiamo lette; e spesso ci svegliano per farci pregare quando dormiamo e lo fanno continuamente, senza quasi permetterci di dormire.

3. Altre volte assumono le sembianze di monaci, fingono di parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al nostro, e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni.

4. Ma non bisogna prestar loro attenzione neppure quando ci svegliano per farci pregare o ci consigliano di non mangiare affatto, e neppure quando pretendono di accusarci e di rimproverarci per dei peccati di cui sono a conoscenza al pari di noi.

Non fanno questo per amore di Dio o per amore della verità, ma per trascinare i semplici alla disperazione e affermare che l’ascesi è inutile;

5. per indurre gli uomini al disgusto per la vita solitaria, prospettandola come pesante e gravosa e per ostacolare chi così vive lottando contro di loro.

26. Non bisogna credere loro neppure quando citano la Scrittura

1. Il profeta inviato dal Signore compiangeva i demoni quando diceva: Guai a colui che dà da bere al suo prossimo per indurlo a scoprire la sua vergogna.

Tali raggiri e tali pensieri distolgono dalla via che conduce alla virtù.

2. Il Signore stesso, anche se i demoni dicevano la verità – e infatti dicevano il vero quando gridavano: Tu sei il figlio di Dio –, imponeva loro il silenzio

3. e impediva loro di parlare perché non avvenisse che, insieme alla verità, seminassero la loro perfidia, e per abituare anche noi a non prestare mai ascolto ai demoni, neanche quando sembra che dicano il vero.

4. Abbiamo le Scritture e la libertà dataci dal Salvatore, non ci conviene ricevere ammaestramento dal diavolo che non fu capace di stare al proprio posto, ma passò da un modo di pensare all’altro.

5. Per questo il Signore, anche quando il demonio ripete parole delle Scritture, gli impedisce di parlare dicendo: Dio ha detto al peccatore: Perché enumeri i miei precetti e tieni sulla bocca il mio patto?

6. Fanno di tutto e dicono qualsiasi cosa, si agitano, simulano, creano turbamento per trarre in inganno i semplici.

Fanno baccano e frastuono, ridono sguaiatamente e sibilano, ma se non si presta loro attenzione, finiscono per piangere e lamentarsi come dei vinti.

27. Non dobbiamo mai ascoltarli

1. Il Signore, dunque, in quanto Dio, imponeva il silenzio ai demoni.

Noi, ammaestrati dai santi, dobbiamo fare come loro e imitarne il coraggio.

2. Anch’essi, vedendo le astuzie del demonio, dicevano: Finché il peccatore stava davanti a me, sono rimasto muto e umiliato e ho taciuto il bene, e ancora:

3. E io, come un sordo non ascoltavo, ero come un muto che non apre la sua bocca.

Sono diventato come un uomo che non sente.

4. Anche noi, dunque, non prestiamo ascolto ai demoni perché ci sono estranei, non obbediamo loro anche se ci svegliano per la preghiera e ci parlano di digiuni.

Badiamo piuttosto al nostro proposito di vita ascetica e non lasciamoci trarre in inganno da quelli che tutto operano con inganno.

5. Non bisogna temerli, anche se sembra che ci assalgano, e anche se ci minacciano di morte, perchè sono deboli e non possono fare nulla, se non proferire minacce.

28. Dopo la venuta del Signore hanno perduto il loro potere

1. Ho già accennato a questo di sfuggita, ma ora non bisogna esitare a parlarne più diffusamente perché il ricordare queste cose vi renderà saldi.

Con la venuta del Signore, il Nemico cadde e i suoi poteri furono ridotti all’impotenza.

2. Per questo non può far nulla, eppure si comporta come un tiranno: una volta caduto, non se ne resta tranquillo, ma continua a minacciare anche solo a parole.

Ciascuno di noi pensi a questo e potrà disprezzare i demoni.

3. Se anch’essi fossero stati legati a dei corpi come lo siamo noi, avrebbero potuto dire: "Gli uomini si sono nascosti e non siamo riusciti a trovarli, ma se li troviamo possiamo far del male".

4. E noi potremmo sfuggire loro nascondendoci e chiudendo loro le porte.

5. Ma non è così.

I demoni possono entrare anche attraverso porte chiuse e si trovano ovunque nell’aria, sia essi sia il diavolo loro capo.

Amano il male e sono pronti a farlo; il diavolo, padre della malvagità, è omicida fin da principio, come ha detto il Salvatore.

Eppure noi continuiamo a vivere e per di più in lotta contro di lui; è chiaro quindi che i demoni non possono far nulla.

Nessun luogo impedisce loro di tendere insidie, non vedono in noi degli amici da risparmiare, né amano il bene così da correggerci.

Sono invece malvagi e di nient’altro si preoccupano tanto di quanto di far del male a color che amano la virtù e servono Dio.

6. Siccome non possono far nulla, si limitano a minacciare.

Se non fossero impotenti non indugerebbero, farebbero subito il male; a questo sono sempre ben disposti, specialmente nei nostri confronti.

Ecco, dunque, noi siamo qui riuniti e parliamo contro di loro ed essi sanno che diventano sempre più deboli, se noi avanziamo nel bene.

7. Se ne avessero il potere non lascerebbero vivere nessuno di noi cristiani, perché il servizio di Dio è abominio per il peccatore;

8. ma poiché non sono in grado di far nulla, feriscono se stessi, vedendo che non possono realizzare le loro minacce.

Bisogna poi considerare anche questo per non averne timore: se fosse loro possibile, non verrebbero in molti, non ricorrerebbero a visioni, né muterebbero sembianze; sarebbe sufficiente che ne venisse uno solo e facesse tutto quello che può e vuole fare, perché chi ne ha il potere non ricorre a visioni per uccidere, né atterrisce con una moltitudine, ma usa subito il suo potere come vuole.

9. I demoni invece sono impotenti, giocano come se fossero sul palcoscenico, mutano aspetto, spaventano i bambini apparendo loro come una moltitudine e assumendo forme diverse.

Tanto più bisogna disprezzarli, perché sono privi di forze.

10. Il vero angelo inviato dal Signore agli assiri non ebbe bisogno di moltitudini, né di immagini visibili, non ricorse né a suoni né a strepiti, adoperò tranquillamente il suo potere e uccise immediatamente centottantacinquemila uomini.

Quelli che non hanno alcun potere, come i demoni, cercano di spaventare almeno con le loro apparizioni.

29. L’insegnamento della storia di Giobbe

1. Se uno riflette sulla vicenda di Giobbe e dice: "Ma perché il diavolo andò a fare tutte quelle cose contro di lui?

Perché lo spogliò di tutti i suoi beni, uccise i suoi figli e lo colpì con un’ulcera maligna?".

Sappia costui che potente non era il diavolo, ma Dio che consegnò Giobbe al diavolo perché lo tentasse.

2. Proprio per questo, perché non aveva nessun potere, il diavolo ne chiese il permesso, lo ricevette e allora poté agire.

3. Così, dunque, bisogna ancor più disprezzare il Nemico perché, pur volendolo, non poté fare del male ad alcun giusto.

Se ne avesse avuto il potere, non l’avrebbe chiesto e invece lo chiese e non una sola volta, ma per ben due volte, mostrando così di essere debole e impotente.

4. Non c’è da meravigliarsi se non riuscì a far nulla contro Giobbe, dal momento che non avrebbe potuto far nulla neppure contro il suo bestiame se Dio non glielo avesse permesso;

5. ma non ha potere neppure sui porci, come sta scritto sul Vangelo: ( i demoni ) pregavano il Signore dicendo: "Permettici di entrare nei porci"; se non hanno potere neppure sui porci, a maggior ragione non ne hanno sugli uomini creati a immagine di Dio.

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