Vita di Antonio

60. Vede l’anima di Amun salire in cielo

1 Un’altra volta, mentre stava sul monte e guardava in alto, vide che un uomo era portato in cielo e quelli che gli andavano incontro erano pieni di gioia.

Allora, stupito, proclamava beato quel coro e pregava per sapere cosa stesse accadendo.

2. E subito giunse a lui una voce che gli disse che era l’anima di Amun, monaco di Nitria.

Amun aveva perseverato nella vita ascetica fino alla vecchiaia.

3. Ora, la distanza tra Nitria e la montagna dove stava Antonio è di tredici giorni di cammino.

Quelli che stavano con Antonio, vedendo l’anziano meravigliato, desideravano saperne il motivo e udirono che Amun era appena morto.

4. Lo conosceva poiché spesso veniva là e aveva operato molti prodigi. Eccone uno:

5. Un giorno doveva attraversare un fiume che si chiama Lico – in quel momento era in piena –; pregò allora il fratello che l’accompagnava, Teodoro, di allontanarsi perché non si vedessero nudi mentre attraversavano l’acqua a nuoto.

6. Ma dopo che Teodoro si fu allontanato, egli stesso provò vergogna al vedersi nudo e, mentre si vergognava e si preoccupava, fu improvvisamente trasportato sull’altra riva.

7. Teodoro, uomo anche lui pieno di timor di Dio, si avvicinò e vide che Amun lo aveva preceduto e non era affatto bagnato; lo pregò allora di spiegargli in che modo avesse attraversato il fiume.

8. Quando vide che non voleva dirglielo, lo afferrò per i piedi dichiarando che non lo avrebbe lasciato libero prima di aver saputo cosa era successo.

9. Amun, vedendo l’ostinazione di Teodoro e soprattutto quello che aveva detto, gli chiese di non dire niente a nessuno prima della sua morte e gli raccontò come era stato trasportato e deposto sull’altra riva e come non aveva neppure camminato sull’acqua, cosa assolutamente impossibile agli uomini, ma possibile soltanto al Signore e a coloro ai quali egli lo concede, come aveva fatto con il grande apostolo Pietro.

10. Teodoro raccontò questo episodio dopo la morte di Amun.

I monaci ai quali aveva annunciato la morte di Amun presero nota del giorno e quando, trenta giorni dopo, giunsero dei fratelli da Nitria, l’interrogarono e vennero a sapere che Amun era morto nel giorno e nell’ora in cui l’anziano aveva visto la sua anima trasportata in cielo.

11. E gli uni e gli altri ammirarono la purezza dell’anima di Antonio e come, a una distanza di tredici giorni avesse saputo subito ciò che era accaduto e avesse visto l’anima assunta in cielo.

61. Guarisce una vergine

1 Anche Archelao, che era funzionario locale, incontrò Antonio fuori dal monte e gli chiese soltanto di pregare per Policrazia, una vergine ammirevole di Laodicea, nella quale abitava Cristo.

2. Aveva forti dolori allo stomaco e a un fianco per l’eccessivo rigore della sua ascesi e il suo corpo era indebolito.

Antonio dunque si mise a pregare.

3. Archelao prese nota del giorno in cui Antonio aveva pregato, andò a Laodicea e trovò la vergine guarita.

Chiese in che giorno fosse cessata la malattia; aveva portato il foglio su cui aveva scritto il momento in cui Antonio aveva pregato e, come venne a sapere l’ora, mostrò subito quello che aveva scritto sul foglio.

Tutti furono pieni di meraviglia riconoscendo che il Signore aveva fatto cessare le sue sofferenze nel momento in cui Antonio si era messo a pregare e a implorare per lei la bontà del Salvatore.

62. Malati e indemoniati ricorrono ad Antonio

1. Spesso preannunciava l’arrivo di visitatori, e il motivo per cui venivano, diversi giorni prima, a volte addirittura un mese prima.

Alcuni venivano soltanto per vederlo, altri perché malati, altri ancora perché tormentati dai demoni.

E nessuno considerava penosa e gravosa la fatica del viaggio, perché ciascuno al ritorno sentiva di averne tratto giovamento.

2. Antonio aveva queste visioni e faceva tali profezie, supplicava tutti però di non ammirarlo per queste cose, ma di ammirare piuttosto il Signore che ha fatto dono a noi uomini di conoscerlo secondo le nostre forze.

63. Guarisce un indemoniato

1. Una volta scese di nuovo alle dimore dei solitari fuori del monte e lo pregavano di salire su una barca e di pregare insieme ai monaci; ma Antonio, lui soltanto, sentì un odore disgustoso e penetrante.

2. Quelli che erano sulla barca dissero che trasportavano pesce e carne sotto sale e che il cattivo odore proveniva da questi cibi, Antonio invece diceva che si trattava d’altro.

3. Mentre così parlava, un giovane indemoniato che era salito prima di lui e si era nascosto dentro la barca, improvvisamente si mise a gridare.

Il demonio, rimproverato nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, uscì e l’uomo fu guarito.

Tutti riconobbero allora che il fetore proveniva dal demonio.

64. Un’altra guarigione

1. Venne da lui un altro uomo illustre posseduto da un demonio.

Il demonio era così terribile che quell’uomo non sapeva neppure che stava andando da Antonio e divorava perfino i propri escrementi.

2. Quelli che l’avevano portato supplicavano Antonio di pregare per lui.

Antonio ebbe compassione del giovane pregò e vegliò tutta la notte con lui.

3. Verso l’alba, all’improvviso il giovane assalì Antonio e si gettò su di lui.

Quelli che l’avevano accompagnato si sdegnarono, ma Antonio disse: « Non adiratevi contro questo giovane; non è lui a far questo, ma il demonio che è in lui.

4. Poiché è stato rimproverato e gli è stato ordinato di andarsene in luoghi aridi, si è infuriato e ha fatto così.

Glorificate, dunque, il Signore perché il fatto che il giovane si sia scagliato contro di me è segno che il demonio è uscito da lui ».

5. Così disse Antonio e subito il giovane guarì; rinsavì, capì dove si trovava e abbracciò l’anziano rendendo grazie a Dio.

65. Antonio ha una visione

1. Moltissimi monaci che vissero con lui attestarono concordemente molti altri prodigi simili a questi, avvenuti per opera sua.

Ma queste cose non sono tanto degne di ammirazione quanto altre che sembrano ben più straordinarie.

2. Una volta stava per mangiare, si alzò per la preghiera verso l’ora nona e sentì che la sua mente veniva rapita.

Quello che è straordinario è che, stando in piedi, si vedeva come rapito fuori di sé e trasportato nell’aria da alcuni esseri.

3. Poi ne vide altri terribili e crudeli ritti nell’aria, che volevano impedirgli di passare.

Ma poiché quelli che lo conducevano lo difendevano, gli esseri malvagi chiesero se non fosse sottomesso a loro;

4. volevano un resoconto della sua vita a partire dalla nascita, ma le guide di Antonio si rifiutavano dicendo: « Il Signore ha cancellato tutti i peccati compiuti dalla nascita; gli si può chiedere conto di quello che ha fatto da quando è diventato monaco e si è consacrato a Dio ».

5. Ma poiché quegli esseri muovevano accuse senza portare prove, la via divenne libera, priva di ostacoli.

E subito Antonio si vide rientrare in se stesso e di nuovo fu pienamente l’Antonio di prima.

6. Si dimenticò di mangiare e rimase a gemere e a pregare per tutto il resto della giornata e per tutta la notte.

Era stupito al vedere contro quanti avversari dobbiamo lottare e a prezzo di quante fatiche dobbiamo attraversare l’aria.

7. Ricordava che questo è ciò che dice l’Apostolo a proposito del principe delle potenze dell’aria.

Il Nemico, infatti, ha il potere di combattere e di cercare di ostacolare chi vuole attraversare l’aria.

8. Per questo ci esortava soprattutto con queste parole: Prendete l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio, perché il Nemico, non potendo dir nulla di male contro di voi, resti confuso.

Noi, quando abbiamo saputo questo fatto, ci siamo ricordati dell’Apostolo che dice: Se con il corpo, non lo so, o fuori dal corpo, non lo so, lo sa Dio.

9. Ma Paolo fu rapito fino al terzo cielo e scese dopo aver udito parole indicibili; Antonio, invece, vide che era salito su nell’aria e che aveva lottato fino a essere libero.

66. Vede le anime salire al cielo

1 Aveva inoltre anche questo carisma.

Quando abitava in solitudine sul monte, se per caso ricercava qualche cosa fra sé e sé ed era in difficoltà, gli veniva rivelato nella preghiera dalla Provvidenza.

2. Come dice la Scrittura, il beato era istruito da Dio stesso.

In seguito ebbe una discussione con alcuni che erano venuti a trovarlo, a proposito della condotta dell’anima e di quale sarebbe stata la sua dimora dopo questa vita.

La notte seguente qualcuno lo chiamò dall’alto e gli disse: « Antonio, alzati, esci e guarda ».

3. Antonio uscì – sapeva infatti a chi gli conveniva ubbidire –, levò lo sguardo e vide in lontananza un gigante deforme e terribile, che stava in piedi e giungeva fino alle nubi, e alcuni esseri che sembravano alati e salivano in alto.

Il gigante tendeva le mani e ad alcuni impediva di salire, ma altri volavano sopra di lui, riuscivano a passare ed erano trasportati in alto senza fastidi.

4. E quello strideva i denti contro di loro, si rallegrava invece per quelli che cadevano.

5. E subito giunse ad Antonio una voce che diceva: « Comprendi ciò che vedi ».

Allora gli si aprì la mente e comprese che si trattava del passaggio delle anime e che quel gigante in piedi era il Nemico, invidioso dei credenti, che aveva potere su quelli che gli erano sottomessi e non li lasciava passare, ma non poteva trattenere quelli che non gli avevano ubbidito ed essi riuscivano a oltrepassarlo.

6. Come ammonito da questa nuova visione, lottava ancor più per progredire ogni giorno.

7. Parlava malvolentieri di queste cose, ma siccome restava a pregare più a lungo ed era meravigliato, i suoi compagni lo interrogarono e non lo lasciarono in pace finché fu costretto a parlare come un padre che non può nascondere nulla ai suoi figli.

8. Ma pensava che la sua coscienza era pura e che il suo racconto sarebbe stato utile perché avrebbero imparato che il frutto della vita ascetica è buono e che le visioni spesso sono una consolazione nelle fatiche.

67. Umiltà di Antonio

1 Quant’era paziente e umile!

E proprio per queste sue qualità aveva un grandissimo rispetto per il clero e voleva che tutti i chierici lo precedessero nell’onore.

2. Non si vergognava di piegare la testa davanti ai vescovi e davanti ai preti; se per caso veniva a trovarlo un diacono per ricevere edificazione da lui, gli parlava di ciò che riteneva gli fosse utile, ma in tutto ciò che concerneva la preghiera gli cedeva il posto e non si vergognava di avere anche lui qualcosa da imparare.

3. Spesso interrogava i suoi compagni e li supplicava di parlare e, se qualcuno gli diceva qualcosa di utile, riconosceva di averne tratto giovamento.

4. Il suo volto era pieno di grazia.

Aveva ricevuto anche questo dono straordinario da parte del Salvatore: anche se si trovava in mezzo a una folla di monaci e qualcuno che non lo conosceva ancora desiderava vederlo, questi lasciava gli altri e correva subito da lui, come attirato dai suoi occhi.

5. Non si distingueva dagli altri perché fosse più alto o più forte, ma per la disposizione del suo carattere e per la purezza dell’anima.

6. La sua anima, infatti, era in pace e quindi anche il suo comportamento esterno era tranquillo; la gioia del cuore rendeva lieto il suo volto e i movimenti del corpo lasciavano intuire e percepire lo stato della sua anima, come sta scritto: Un cuore lieto rende ilare il volto, ma quando il cuore è triste, anche il volto è cupo.

7. Fu così che Giacobbe comprese che Labano stava macchinando insidie e disse alle donne: Il volto di vostro padre non è quello di ieri o dell’altro ieri.

8. Così Samuele riconobbe Davide: i suoi occhi davano gioia al vederli e i suoi denti erano bianchi come latte.

E così si poteva riconoscere anche Antonio; non era mai turbato, la sua anima era in pace, non era mai triste, perché la sua mente era piena di gioia.

68. Antonio fugge gli eretici

1. Aveva una fede e una pietà straordinaria.

Non ebbe mai rapporti né con i meleziani scismatici, ben discernendo fin da principio la loro malvagità e la loro apostasia, né ebbe mai rapporti di amicizia con i manichei o con altri eretici, se non per ammonirli ed esortarli a ritornare alla vera fede.

Pensava e diceva apertamente che l’amicizia e la familiarità con gli eretici causavano danno e rovina all’anima.

2. Allo stesso modo detestava l’eresia ariana ed esortava tutti a non avvicinarsi neppure a loro e a non seguire la loro fede perversa.

3. Una volta vennero a lui alcuni ariani fanatici; Antonio li interrogò e, conosciuta la loro empietà, li scacciò dal monte dicendo che le loro parole erano peggiori [ del veleno ] dei serpenti.

69. Si reca ad Alessandria a confutare gli ariani

1 Una volta gli ariani, mentendo, dissero che Antonio aveva le loro stesse idee, ma egli si indignò e si stupì quando venne a saperlo.

2. Poi, su richiesta dei vescovi e di tutti i fratelli, scese dal monte; venne ad Alessandria e condannò pubblicamente gli ariani dicendo che la loro eresia era l’ultima e precedeva la venuta dell’Anticristo.

3. Insegnava al popolo che il Figlio di Dio non è una creatura e che non è stato creato dal nulla, ma che è il Verbo eterno e Sapienza della sostanza del Padre.

4. « Perciò è un’empietà dire: "Vi fu un tempo in cui non esisteva" perché il Verbo è sempre esistito insieme al Padre.

Non abbiate dunque nessun rapporto con gli empi ariani.

5. Non vi è infatti comunione tra la luce e le tenebre.

Voi che custodite la vera fede siete cristiani, quanti invece affermano: "Il Figlio che viene dal Padre, il Verbo di Dio, è una creatura", non differiscono in nulla dai pagani che adorano la creatura al posto del Dio che l’ha creata.

Credete che tutta la creazione si indigna contro di loro perché annoverano tra le creature il Creatore e Signore di tutto, nel quale tutte le cose sono state fatte ».

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