Filotea

Indice

L'onestà nelle parole e il rispetto dovuto alle persone

Mt 12,34; 1 Cor 15,33; Ef 5,3; Gc 3, 2

Dice S. Giacomo: Se uno non pecca in parole è un uomo perfetto.

Fa scrupolosamente attenzione a non lasciarti sfuggire alcuna parola sconveniente; anche se non la dici con cattiva intenzione, coloro che l'odono, possono prenderla in tal senso.

Se la parola sconveniente cade in un cuore debole, si estende e si allarga come una goccia d'olio su un lenzuolo; e qualche volta si impadronisce in modo tale del cuore da riempirlo di mille pensieri e tentazioni oscene.

Tu sai che il veleno per il corpo entra dalla bocca; quello per il cuore entra dall'orecchio e la lingua che lo propina è assassina, anche se il veleno propinato non consegue l'effetto perché ha trovato immunizzati i cuori degli uditori.

Se gli altri non sono morti non è perché mancasse la volontà di uccidere.

Nessuno venga a dirmi che non ci pensa: Nostro Signore, che conosce i pensieri, ha detto che la bocca parla dell'abbondanza del cuore.

Se il pensiero non ce lo mettiamo noi, sta pur certa che ce lo mette il diavolo e anche molto!

È il suo segreto: servirsi di cattive parole per trafiggere i cuori di chi gli capita a tiro.

Si dice che quelli che mangiano l'erba detta angelica, hanno sempre l'alito dolce e gradevole; coloro che hanno nel cuore l'onestà e la castità, che è una virtù angelica, usano sempre parole educate e pulite.

Quanto alle cose indecenti e folli, l'Apostolo non vuole nemmeno che se ne faccia il nome, e ci assicura che niente corrompe i buoni costumi quanto le conversazioni invereconde.

Se queste parole indecenti sono dette di nascosto, in modo studiato e sottile, sono ancora più velenose; infatti più un dardo è appuntito e più profondamente penetra nel corpo; così, più una parola cattiva è sottile e più penetra nei nostri cuori.

Coloro che pensano di essere gentiluomini perché usano tali parole nelle conversazioni, non hanno idea di che cosa sono le conversazioni; devono essere simili a sciami di api raccolte insieme per ricavare il miele da qualche dolce e virtuoso argomento, e non un mucchio di vespe che si uniscono per succhiare marciume.

Se qualche stupido ti dice parole indecenti, fa vedere che le tue orecchie non vogliono udirle: interessati ad altro o manifesta la tua ripugnanza in qualche modo; sarà la tua prudenza a indicarti quello opportuno.

Uno dei difetti peggiori dello spirito è quello di essere beffardo: Dio odia molto questo vizio e sappiamo che lo ha punito con castighi esemplari.

Nessun vizio è così contrario alla carità, e più ancora alla devozione, quanto il disprezzo e la derisione del prossimo.

La derisione e la beffa non vanno senza disprezzo; è per questo che è un peccato molto grave, e i moralisti hanno ragione di dire che la derisione è il modo peggiore di offendere il prossimo con parole; le altre offese salvano sempre, in una certa misura, la stima per la persona; la derisione invece non la risparmia in nulla.

Cosa molto diversa sono le battute scherzose tra amici; si fanno in allegria e gioia serena.

Si tratta addirittura di una virtù cui i Greci davano il nome di eutrapelia: noi diciamo buona conversazione.

È il modo di prendersi una onesta e amabile ricreazione sulle situazioni buffe cui i difetti degli uomini danno occasione.

Bisogna soltanto stare attenti a non passare dagli scherzi sereni alla derisione.

La derisione provoca al riso per mancanza di stima e per disprezzo del prossimo; invece la battuta allegra e la burla scherzosa provocano al riso per la « trovata », gli accostamenti imprevedibili fatti in confidenza e schiettezza amichevole; e sempre con molta cortesia di linguaggio.

S. Luigi quando le persone bigotte volevano parlargli di argomenti impegnativi dopo il pranzo, era solito dire: Ora non è tempo di dotte discussioni, ora è tempo di allegria e di scherzi; ciascuno dica quello che si sente.

In tal modo andava incontro alla nobiltà che lo circondava per ricevere gentilezze da Sua Maestà.

Filotea, l'importante è passare il tempo di ricreazione in modo tale da conservare per devozione il pensiero della santa eternità.

Indice