Regola non bollata ( 1221 )

Capitolo VII

Del modo di servire e di lavorare

[24] Tutti i frati, in qualunque luogo si trovino presso altri per servire o per lavorare, non facciano né gli amministratori né i cancellieri, né presiedano nelle case in cui prestano servizio; né accettino alcun ufficio che generi scandalo o che porti danno alla loro anima ( Cfr. Mc 8,36; Lc 22,26 ); ma siano minori e sottomessi a tutti coloro che sono in quella stessa casa.

E i frati che sanno lavorare, lavorino ed esercitino quel mestiere che già conoscono, se non sarà contrario alla salute dell'anima e può essere esercitato onestamente.

Infatti dice il profeta: "Mangerai il frutto del tuo lavoro; beato sei e t'andrà bene" ( Sal 128,2 ); e l'Apostolo: "Chi non vuol lavorare, non mangi" ( Cfr. 2 Ts 3,10 ); e: "Ciascuno rimanga in quel mestiere e in quella professione cui fu chiamato" ( Cfr. 1 Cor 7,24 ).

E per il lavoro prestato possano ricevere tutto il necessario, eccetto il denaro.

E quando sarà necessario, vadano per l'elemosina come gli altri poveri.

[25] E possano avere gli arnesi e gli strumenti adatti ai loro mestieri.

Tutti i frati cerchino di applicarsi alle opere buone; poiché sta scritto: Fa' sempre qualche cosa di buono affinché il diavolo ti trovi occupato, e ancora: L'ozio è il nemico dell'anima.

Perciò i servi di Dio devono sempre dedicarsi alla preghiera o a qualche opera buona.

[26] Si guardino i frati, ovunque saranno, negli eremi o in altri luoghi, di non appropriarsi di alcun luogo e di non contenderlo ad alcuno.

E chiunque verrà da essi, amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà.

E ovunque sono i frati e in qualunque luogo si incontreranno, debbano rivedersi volentieri e con gioia di spirito e onorarsi scambievolmente senza mormorazione ( 1 Pt 4,9 ).

[27] E si guardino i frati dal mostrarsi tristi all'esterno e oscuri in faccia come gli ipocriti ( Cfr. Mt 6,16 ), ma si mostrino lieti nel Signore ( Cfr. Fil 4,4 ) e giocondi e garbatamente amabili.

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