Regola non bollata ( 1221 )

Capitolo VIII

Che i frati non ricevano denaro

[28] Il Signore comanda nel Vangelo: "Attenzione, guardatevi da ogni malizia e avarizia" ( Lc 12,15 e Lc 21,34 ); e: "Guardatevi dalle preoccupazioni di questo mondo e dalle cure di questa vita".

Perciò, nessun frate, ovunque sia e dovunque vada, in nessun modo prenda con sé o riceva da altri o permetta che sia ricevuta pecunia o denaro, né col pretesto di acquistare vesti o libri, né per compenso di alcun lavoro, insomma per nessuna ragione, se non per una manifesta necessità dei frati infermi; poiché non dobbiamo avere né attribuire alla pecunia e al denaro maggiore utilità che ai sassi.

E il diavolo vuole accecare quelli che li desiderano e li stimano più dei sassi.

Badiamo, dunque, noi che abbiamo lasciato tutto ( Cfr. Mt 19,27 ), di non perdere, per sì poca cosa, il regno dei cieli.

E se troveremo in qualche luogo del denaro, non curiamocene, come della polvere che si calpesta, poiché è vanità delle vanità e tutto è vanità ( Qo 1,2 ).

E se per caso, Dio non voglia, capitasse che un frate raccogliesse o avesse della pecunia o del denaro, eccettuato soltanto per la predetta necessità relativa agli infermi, tutti noi frati riteniamolo un falso frate e apostata e un ladro e un brigante, e un ricettatore di borse, a meno che non se ne penta sinceramente.

E in nessun modo i frati accettino né permettano di accettare, né cerchino, né facciano cercare pecunia per elemosina, né soldi per qualche casa o luogo, né si accompagnino con persona che vada in cerca di pecunia o di denaro per tali luoghi.

Altri servizi invece, che non sono contrari alla nostra forma di vita, i frati li possono fare nei luoghi con la benedizione di Dio.

Tuttavia, i frati, per una evidente necessità dei lebbrosi, possono chiedere l'elemosina per essi.

Si guardino però molto dalla pecunia.

Similmente, tutti i frati si guardino di non andare in giro per alcun turpe guadagno.

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