Democrazia

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… e cristianesimo

La democrazia ( dal greco dèmos: popolo, e kràtos: dominio, potere ) è la forma di governo nella quale la titolarità ultima del potere spetta al popolo.

Essa ha assunto nei secoli lineamenti diversi, incrociando la vicenda storica del cristianesimo.

Epoca medievale

Soprattutto nell'epoca della cristianità ( v. ) medievale, la riscoperta della filosofia politica classica ( in particolare aristotelica ), ma anche una nuova riflessione egualitaria di matrice evangelica, fecero rifiorire modelli teorici democratici nel pensiero politico ( Nicola Cusano, Marsilio da Padova ).

Lo stesso Tommaso d'Aquino riprese Aristotele con una connotazione non negativa del "governo dei molti".

Oltre che nella prassi dei governi comunali italiani, modelli democratici si affermarono in modo significativo nell'esperienza abbaziale e monastica ( attraverso i "capitoli" ).

La Riforma nella sua versione "magisteriale" ( introdotta cioè dall'autorità politica, o "magistrato" ) modificò con Lutero il quadro del corpus christianum medievale, con la sua dottrina dei due 'regni' o 'governi': il potere politico proviene, sì, da Dio, ma non è mediato dalla Chiesa; è quindi subordinato a Dio ma non alla Chiesa.

La Riforma detta "radicale" ( anabattista e müntzeriana ) favorì invece, indirettamente, il superamento del corpus christianum e preparò il terreno per un nuovo assetto politico.

E però soprattutto il puritanesimo inglese, di matrice calvinista, che esaltando la funzione del parlamento contro l'autorità regia come luogo di manifestazione della volontà divina, diede un contributo decisivo alla gestazione della democrazia moderna.

Epoca moderna

Nell'epoca delle grandi rivoluzioni, l'utilizzazione illuminista della democrazia come elemento di rottura della tradizione ( tramite i modelli rappresentativi di Montesquieu, fino all'idea di "sovranità popolare" di Rousseau ), passò nelle ideologie rivoluzionarie
americane e francesi.

Questo legame ideologico finì per collocare la Chiesa cattolica su posizioni contrarie al moto democratico moderno.

Nella democrazia moderna, i papi dell'800 condannarono infatti il razionalismo, l'indifferentismo ( errore e verità sono giuridicamente sullo stesso piano ) e il rifiuto del principio della derivazione divina dell'autorità.

Leone XIII sostenne nella Graves de communi ( 1901 ) una visione esclusivamente sociale della democrazia ( "azione benefica verso il popolo" ).

Fu, quindi, nettamente minoritaria in questa fase la pur vivace corrente del cattolicesimo democratico, che puntava a inserire la fede religiosa nel vivo delle lotte per la democrazia politica: affacciatasi fin dai tempi della Rivoluzione francese, nei piccoli gruppi che ritenevano i "principi dell'89" coerenti con il Vangelo, si sviluppò con F. Ozanam e H.D. Lacordaire, i quali sostennero nel 1848 che per la Chiesa fosse giunto il momento di "passare ai nuovi barbari", cioè le masse popolari in ascesa, abbandonando il vincolo tra trono e altare.

Il cattolicesimo democratico trovò, comunque, spazio nel filone cattolico intransigente ( gli abbés démocrates francesi, i primi democratici cristiani italiani ), ispirando un rinnovamento delle forme di presenza politica dei cattolici, al di là dei rimpianti reazionari degli intransigenti vecchia maniera, ma anche dei compromessi moderati e conservatori di quei cattolici che cercavano in politica una semplice tutela degli interessi ecclesiastici.

Il secolo XX

Dal punto di vista teorico, solo nel sec. XX la corrente personalista riprese a gettare le basi dell'incontro tra cattolicesimo e democrazia ( Maritain, Mounier ).

Su queste basi, maturò anche l'affermazione di nuove sintesi tra democrazia e cristianesimo dal punto di vista magisteriale: dopo i primi spunti di Pio XII nel radiomessaggio natalizio del 1944, il concilio Vaticano II ( Gaudium et spes, 75 ) affermò decisamente il primato di strutture giuridico-politiche aperte alla partecipazione dei cittadini, imperniate sulla divisione dei poteri e sul rispetto dei diritti individuali e sociali.

Magistero

Dalla solidità, dall'armonia, dai buoni frutti di questo contatto tra i cittadini e il governo dello Stato, si può riconoscere se una democrazia è veramente sana ed equilibrata, e quale sia la sua forza di vita e di sviluppo.

Messaggio Pio XII
24-12-1944

Compendio della dottrina sociale

Centesimus annus e democrazia 103; 406
Diritti umani e governo democratico 158
Stato democratico, maggioranza e minoranze 169
Stato democratico e bene comune 169
Proprietà e politica economica democratica 176
Sussidiarietà e pretesa democratizzazione 187
Partecipazione e democrazia 190
Aborto e democratica convivenza sociale 233
Globalizzazione e democrazia dei popoli 321
Vita democratica e imprese cooperative 339
Democrazia economica e società civile 356
Democrazia e sovranità del popolo 395
Chiesa e democrazia 406
La democrazia 406
Democrazia, regole e valori 407
Sistema democratico e autorità politica 408
Sistema democratico e corruzione politica 411
Partiti, democratici al loro interno 413
Informazione e partecipazione democratica 414
Democrazia e concentrazioni editoriali 414
Democrazia e pluralismo sociale 417
Vita democratica e libere associazioni 418
Terzo settore e vita democratica 419
Chiesa, autonomia e ordine democratico 424
Credenti e sistema della democrazia 567
Discernimento e sistema democratico 569
Società democratiche e laicismo 572