Induismo

IndiceS

… e cristianesimo

L'induismo, la religione praticata in India, riconosce la presenza del divino nel cosmo e nell'interiorità della coscienza.

Non ha un fondatore ed è il risultato dell'amalgama di apporti religioso-culturali di popolazioni autoctone e di genti ariane sopraggiunte in ondate successive, a partire dalla metà del secondo millennio, dall'Eurasia nella valle dell'Indo.

L'esperienza indù ha come riferimento la 'Sruti, ciò che è udito, la rivelazione e la Smrti, la tradizione orale.

I Veda ( i più antichi testi religiosi ) e le Upanisad ( trattati esoterici composti a partire dal VI sec. a.C.) fanno parte della 'Sruti, contengono ciò che i risi, i veggenti, hanno visto con gli occhi della mente, al di là dei fenomeni.

I due poemi epici, lo sterminato Mahàbhàrata e il Ràmàyana, sono un intreccio di storia, filosofia e pensiero mitologico.

Lo sono anche i Purana.

La parte iniziale del VI canto del Mahàbhàrata è costituita dai 700 distici del libro santo Bhagavadgità ( Canto del beato Signore ), importante per gli induisti quanto il Discorso della montagna per i cristiani.

La dottrina

L'induismo è un modo di vivere, un sistema religioso, culturale e sociale organizzato.

A esso appartengono le caste.

Fin dagli inizi c'erano i quattro modelli: i brahmini ( i sacerdoti ), i ksatriya ( governanti e soldati ), i vaisya ( produttori dei beni di consumo ) e i sudrà ( che svolgevano gli altri compiti necessari alla società ).

Le caste sono state interpretate secondo diversi scopi: costruire una società che tenesse conto delle diversità, fare rispettare l'identità culturale e sociale di ogni gruppo, offrire una gerarchia di valori, in cui l'austerità, la non violenza e la purezza avessero il primato.

In seguito le caste sono degenerate.

Il samsara è la legge delle rinascite, in forza del peso delle proprie azioni.

Moksa e la liberazione, l'emancipazione, l'affrancamento dalle nascite e dalle morti, dal corpo e dal divenire; è pace eterna.

Il divino è espresso con i termini Atman, il Sé, lo Spirito Supremo, che è uno e unico e abita nell'interiorità dell'uomo, e Brahman, che è l'unico che pervade l'universo, al di là dei fenomeni, dei nomi e delle forme.

La via salvifica della conoscenza ( jnàna ) punta sul riconoscimento dell'Aman-Brahman, al di là di ogni dualità e pensiero discorsivo.

Il divino può essere riconosciuto anche in un Dio personale, che può essere Siva, Visnu o la Sakti, la divinità femminile, Durga, Kali, che sono l'essere supremo trascendente e immanente.

Il culto, nelle case e nei templi, la contemplazione e la moralità sono i percorsi offerti all'indù per raggiungere la verità che salva.

La vetta più alta è la mistica.

Oltre la via della conoscenza, la tradizione conosce la via dell'azione senza attaccamento ai risultati delle opere e la via della devozione amorosa ( bhakti ).

Oggi gli indù sono l'83% dei 900 milioni di abitanti dell'India.

I rapporti con il cristianesimo

Secondo un'antica tradizione il cristianesimo sarebbe giunto in India con l'apostolo Tommaso.

Nel 1500 vi arrivarono i francescani; nel 1542 giungeva a Goa s. Francesco Saverio.

Oggi ci sono in India quasi 19 milioni di cristiani, di cui i cattolici sono circa 15 milioni.

La Chiesa cattolica in India, interamente governata da vescovi indiani, comprende oltre 129 diocesi, delle quali 105 sono di rito latino, 21 di rito malabarico e 3 di rito siromalancarico.

Il decreto del concilio Vaticano II Nostra aetate ha dato una svolta ai rapporti tra Chiesa cattolica e induismo; "Nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con l'inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; essi cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia con il rifugio in Dio con amore e confidenza" ( n. 2b ).

Richiamandosi a questo testo nell'ambito del dialogo interreligioso, Giovanni Paolo II ha spesso espresso apprezzamento per i valori indù dell'ascetismo e della meditazione, della pace interiore, dell'autopurificazione, dell'altruismo, dell'amore e della comprensione per tutti.

Egli vi trova i "semi del Verbo" e il senso dell'armonia.

Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso manda ogni anno un messaggio agli indù per la loro
festa del Oiwali, che commemora la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male, sottolineandone le istanze comuni della non-violenza e della fraternità universale.

Organismi di parte cristiana quali l'Associazione Teologica Indiana, l'Associazione Biblica Nazionale, la Commissione catechetica e liturgica e lo stesso episcopato promuovono il dialogo con momenti comuni di preghiera, di azione sociale, di studio e con la celebrazione di feste.

L'inculturazione del Vangelo nei diversi contesti religioso-culturali dell'India si esprime nello yoga cristiano, in esperienze di meditazione e di spiritualità.

Concilio Ecumenico Vaticano II

Sue dottrine fondamentali e degne di considerazione Nostra aetate 2
v. Religioni non cristiane