Guida delle scuole cristiane

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La vigilanza

516 La vigilanza del maestro nella classe riguarda tre cose in particolare:

a) correggere tutte le parole che sbaglia chi legge;

b) far seguire tutti coloro che sono allo stesso livello;

c) far osservare un silenzio molto rigoroso.

Il maestro deve continuamente preoccuparsi di queste tre cose.

Articolo 1 - L'impegno del maestro nel correggere chi sbaglia e il modo di farlo bene

517 Il maestro deve essere molto preciso nel correggere tutte le lettere, le sillabe e le parole pronunciate male dall'alunno che legge; gli alunni progrediranno molto di più nella lettura se il maestro è fedele a questo riguardo.

518 Per correggere gli errori di lettura il maestro non userà la voce, né farà segni con la bocca, ma darà due colpi successivi col segnale.

Uditi i colpi, l'alunno che legge ripeterà l'ultima parola pronunciata; se dovesse ripetere l'errore o dire una parola diversa da quella sbagliata, egli lo richiamerà con altri due colpi di seguito del segnale, fino a quando non dirà bene la parola sbagliata.

519 Se l'alunno ripeterà l'errore tre volte senza rendersene conto o senza correggersi, il maestro darà un colpo solo col segnale e indicherà un altro alunno per la correzione.

Costui pronuncerà solo la lettera, la sillaba o la parola sbagliata dal compagno.

520 Dopo di che il maestro farà ripetere due o tre volte di seguito la sillaba o la parola a colui che legge e che aveva pronunziato male.

521 Quando il maestro sentirà un errore dell'alunno che legge, interverrà immediatamente con il segnale, in modo che egli sappia subito qual è la parola pronunziata male.

522 Quando un alunno sbaglia, ma continua nella lettura per due o tre parole prima del richiamo del maestro, come nel caso pronunciasse la frase "Dio potente ed eterno" e non dicesse bene la prima sillaba, non lo si farà proseguire senza interromperlo.

In questo caso, come in altri simili, il maestro batterà prima due colpi di seguito con il segnale, e poi uno dopo l'altro, fino a quando l'alunno non arriva alla parola sbagliata.

Ricorrerà invece a tre colpi di seguito, quando deve avvisare che la parola riletta non è quella interessata alla correzione.

523 Quando un alunno sbaglia nel pronunciare una sillaba e non è capace di correggersi, il maestro con il segnale indicherà un altro alunno.

Costui però non si limiterà a dire solamente la sillaba pronunciata in modo errato, ma leggerà tutta la parola sillaba per sillaba, come nel caso che si fosse sbagliato a pronunciare la parola semblable, dicendo invece "semblabe".

In questo caso l'alunno chiamato a correggere, ripeterà correttamente tutta la parola e non semplicemente la sillaba "ble".

524 Il maestro baderà a che gli alunni che ancora leggono per sillabe, non trascinino la voce nel pronunciarle e non ripetano più volte la medesima sillaba.

Se dovessero incorrere in questo errore darà loro una penitenza, perché non si abituino a questo modo che è molto brutto e difficile da correggere in seguito.

525 Il maestro starà attento a che gli alunni non leggano troppo in fretta, mangiando le sillabe: per esempio, quando debbono pronunciare "go"', "quo" dovranno compitare bene tutte le lettere "q, u, o".

Come pure si preoccuperà che non vadano troppo lentamente.

Gli alunni debbono invece leggere in modo uniforme:

1° perché leggendo troppo in fretta sono portati ad anticipare la lettera seguente, pronunciando per esempio "mo" al posto di "om";

2° perché coloro che iniziano il programma o che hanno difficoltà d'apprendere, non possono seguire chi legge troppo in fretta;

3° perché gli alunni, leggendo in classe in modo uniforme, apprendono con maggiore facilità.

526 Per questi motivi il maestro porrà somma attenzione, perché colui che legge pronunci chiaramente le parole in modo da essere seguito facilmente da tutti i compagni; coloro che leggono con le pause, lo facciano speditamente, senza trascinare e senza prendere una inflessione scorretta, pronunzino distintamente tutte le sillabe, rispettino le pause fermandosi un po' alle virgole, un po' più al punto e virgola, un po' più delle virgole ai due punti e un po' più dei due punti al punto fermo.

Articolo 2 - L'impegno del maestro nel far seguire tutti gli alunni dello stesso livello

527 Per tutto il tempo di lettura dei cartelloni dell'alfabeto e degli altri testi, sia in francese che in latino ed anche durante le lezioni di aritmetica, mentre un alunno legge, tutti i compagni della stessa classe o livello, debbono seguire leggendo a bassa voce sui propri libri quanto viene letto ad alta voce, senza farsi sentire.

528 Il maestro avrà cura che gli alunni della stessa classe o livello seguano il lettore man mano che procede.

Colui che è chiamato per continuare non dovrà ripetere alcuna parola già letta.

Questo farà capire se segue con esattezza.

529 Non si permetterà mai agli alunni di suggerire ai loro compagni lettere, sillabe, parole e neppure le risposte al catechismo.

530 Il maestro seguirà con molta attenzione la lettura sul proprio libro, ma controllerà anche che tutti gli alunni seguano, interrogando di tanto in tanto.

Per far bene ciò, non terrà in mano nessuna altra cosa, se non il segnale e il libro di lettura; le penne, la carta e tutte le altre cose necessarie allo scrivere, quando insegna la scrittura.

531 Se qualche alunno si distrae con un oggetto durante la lezione, incaricherà uno degli alunni di ritirarlo e di trattenerlo fino al termine delle lezioni.

Quando tutti saranno usciti, questo alunno darà gli oggetti ritirati al maestro affinché li restituisca allo o agli interessati o per trattenerli, se giudica che possano nuocere.

532 La stessa cosa avverrà per libri, stampati od altre immagini che gli alunni potrebbero aver portato a scuola, oltre quelli necessari al lavoro scolastico.

Il maestro non li tratterrà, non li esaminerà né leggerà durante la scuola, anche se pensa che possa essere necessario per qualche cosa di cattivo che potrebbe esserci.

Rimanderà questo esame al termine della scuola, quando tutti gli alunni saranno usciti, guardando qualche titolo.

533 I maestri si guarderanno bene dall'accettare qualcosa dagli alunni.

Non dovranno trattenere nulla, con nessun pretesto, di quanto gli alunni portano in classe, eccetto che si tratti di libri sconsigliati, che consegneranno al Direttore per essere bruciati.

Questo è molto importante.

534 Per far in modo che gli alunni seguano in classe, ecco i mezzi di cui si servirà il maestro:

1) vigilerà attentamente sugli alunni, soprattutto su quelli che si distraggono più facilmente;

2) farà leggere molte volte ciascun alunno, anche se per breve tempo;

3) proibirà di portare il segno col dito direttamente sul libro a coloro che non hanno l'asticella di legno;

4) obbligherà coloro che sorprende senza segno, a presentarsi da sé ed immediatamente a lui per chiedere la punizione.

Per coinvolgerli maggiormente ad essere a ciò fedeli, talvolta li perdonerà; ma, se non lo fanno immediatamente, darà una punizione severa.

Articolo 3 - L'impegno del maestro nel far osservare il silenzio

535 Il silenzio è uno dei principali mezzi per stabilire e conservare l'ordine nelle scuole.

Per questo motivo ogni maestro lo esigerà rigorosamente nella sua classe, non permettendo ad alcuno di parlare senza autorizzazione.

536 A questo scopo cercherà di persuadere gli alunni ad osservare il silenzio non per timore della sua presenza, ma perché Dio li vede ed è Lui che lo richiede loro.

537 Nell'assegnare il posto agli alunni, ci si preoccuperà che siano messi in modo da essere sempre visti dai maestri.

538 Il maestro eserciterà anche un continuo controllo su se stesso in modo da parlare di rado e a bassa voce, eccetto quando deve essere udito bene da tutti gli alunni.

539 Quando dovrà dare qualche avviso a tutta la classe, lo farà con un tono di voce medio, come del resto farà in tutte le occasioni nelle quali si dovrà rivolgere a tutti gli alunni.

540 Non parlerà ad alcuno in particolare, né a tutti in generale, se non dopo avere ben ponderato e giudicato necessario quanto deve dire.

Non lascerà che gli alunni gli parlino se non raramente, con tono sommesso e solo quando starà seduto in cattedra.

Non permetterà agli alunni né di parlare, né di muoversi dal loro posto senza permesso quando ricevono qualche correzione.

541 Il maestro farà ben comprendere agli alunni che possono parlare a voce alta soltanto in tre momenti, e cioè durante la recita delle lezioni, del catechismo e delle preghiere.

542 Anche il maestro osserverà questa norma e non parlerà ad alta voce che in tre occasioni:

1) durante la lettura, qualora dovesse intervenire per correggere, non essendovi alcun alunno capace di farlo;

2) durante il catechismo;

3) durante le riflessioni e l'esame di coscienza.

543 Al di fuori di queste circostanze, parlerà a voce alta solo quando lo riterrà strettamente necessario, e farà in modo che queste occasioni siano molto rare.

544 Quando gli scolari camminano in classe, debbono farlo a capo scoperto, con le braccia incrociate, posatamente, senza trascinare i piedi sul pavimento o far rumore con gli zoccoli, per non rompere il silenzio che deve regnare sempre nell'aula.

545 Sarà facile per il maestro far osservare il silenzio se avrà cura che gli alunni stiano sempre seduti al loro posto, con il busto eretto, con il viso rivolto in avanti e appena un po' girato verso di lui;

che tengano in mano il libro di testo e seguano la lettura;

che tengano le mani e le braccia bene in vista;

che non si tocchino l'un l'altro con le mani o con i piedi;

che non si scambino oggetti né sguardi o gesti di intesa;

che stiano composti con le gambe e non si tolgano mai le scarpe o gli zoccoli;

che quelli che scrivono non si sdraino sul banco e non assumano posizioni sconvenienti.

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