La città di Dio

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Libro VIII

Sommario

1. Il problema della teologia naturale deve essere discusso con i filosofi di più sicura dottrina.

2. Le scuole filosofiche, italica e ionica, e i loro maestri.

3. La dottrina di Socrate.

4. Platone, il più illustre discepolo di Socrate, ha distribuito tutta la filosofia in tre sezioni.

5. Per quanto riguarda la teologia si deve discutere soltanto con i platonici, perché la loro opinione si deve ritenere superiore alle dottrine di tutti i filosofi.

6. Il pensiero dei platonici in quella parte della filosofia che si chiama naturale.

7. I platonici devono essere considerati più ferrati degli altri nella logica, cioè nella filosofia razionale.

8. Anche nella filosofia morale i platonici hanno la precedenza.

9. La filosofia che si è avvicinata di più alla verità della fede cristiana.

10. La superiorità dell'uomo di fede nel confronto con le discipline filosofiche.

11. La fonte da cui Platone ha potuto attingere l'intelligenza dei problemi per cui si è avvicinato alla dottrina cristiana.

12. Anche i platonici, quantunque abbiano l'idea conveniente di un solo vero Dio, tuttavia hanno ritenuto che si devono offrire sacrifici a molti dèi.

13. Platone ha insegnato con la sua dottrina che vi sono soltanto dèi buoni e amici della virtù.

14. Alcuni hanno sostenuto la teoria che le anime ragionevoli sono di tre generi, cioè negli dèi celesti, nei demoni aeriformi e negli uomini terreni.

15. I demoni non sono superiori agli uomini né a causa del corpo né delle sedi in alto.

16. Il pensiero del platonico Apuleio sul comportamento morale dei demoni.

17. Non è dignitoso che dall'uomo siano adorati spiriti dai cui vizi dovrebbe essere liberato.

18. Il significato di una religione in cui si insegna che si debbono usare come avvocati i demoni per essere raccomandati agli dèi buoni.

19. L'arte magica è irreligiosa, perché si affida all'intervento degli spiriti maligni.

20. Non è ammissibile che dèi buoni comunichino più volentieri con i demoni che con gli uomini.

21. È assurdo che gli dèi usino i demoni come messaggeri e interpreti e ignorino di essere da loro ingannati o lo vogliano.

22. Contro Apuleio la demonolatria si deve riprovare.

23. Il pensiero di Ermes Trismegisto sulla idolatria e la fonte della sua informazione sulla fine delle superstizioni egiziane.

24. Il limite in cui Ermes ha dichiarato l'errore degli antenati, sebbene lamentasse che sarebbe dovuto scomparire.

25. Beni in comune agli angeli santi e agli uomini buoni.

26. Ogni religione pagana fu introdotta sulla base del culto degli antenati.

27. Il limite dell'onore che i cristiani offrono ai martiri.

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