Discorsi sui tempi Liturgici

Indice

Epifania del Signore

1 - La manifestazione di Cristo ai pagani
2 - Pilato e i magi prefigurazione della conversione dei pagani
3 - I Giudei custodi delle Scritture

1 - La manifestazione di Cristo ai pagani

Da pochissimi giorni abbiamo celebrato il Natale del Signore, in questo giorno celebriamo con non minore solennità la sua manifestazione, con la quale cominciò a farsi conoscere dai pagani.

In quel giorno i pastori giudei lo videro appena nato, oggi i magi venuti dall'Oriente lo hanno adorato.

Era nato infatti colui che è la pietra angolare, la pace fra le due pareti, provenienti dalla circoncisione e dalla incirconcisione, provenienti da opposte direzioni; perché si unissero in lui che è diventato la nostra pace e che ha fatto dei due un popolo solo. ( Ef 2,11-22 )

Tutto è stato prefigurato per i Giudei nei pastori, per i pagani nei magi.

Di lì ha avuto origine quel che doveva portare frutti e crescere per tutto il mondo.

Questi due giorni, del Natale e della manifestazione del nostro Signore, sono perciò a noi molto cari e pieni di letizia spirituale.

I pastori Giudei sono stati condotti a lui dall'annunzio di un angelo, i magi pagani dall'apparizione di una stella.

Questa stella ha scompigliato i computi privi di fondamento degli astrologi e i loro presagi, mentre ha fatto intendere agli adoratori degli astri che bisogna piuttosto adorare il creatore del cielo e della terra.

Nella sua nascita fece apparire una stella nuova colui che nella sua morte oscurò l'antico sole. ( Lc 23,45 )

In quella luce ha avuto inizio la fede dei pagani; in quelle tenebre fu riprovata la perfidia dei Giudei.

Che cosa era quella stella, che mai prima apparve tra le altre stelle né poi si fece più vedere?

Che cosa era se non splendida lingua del cielo per narrare la gloria di Dio, ( Sal 19,2 ) per gridare a tutti con insolito bagliore l'insolito parto di una vergine?

Della sua mancata apparizione successiva ha preso il posto il Vangelo nel mondo intero.

Che cosa dissero i magi giungendo a Gerusalemme?

Dove è nato il Re dei Giudei?

Che cosa significa questa domanda?

Non erano nati precedentemente tanti re dei Giudei?

Perché desideravano così ardentemente conoscere e adorare il re di un popolo straniero?

Abbiamo visto infatti - aggiunsero - la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo. ( Mt 2,2 )

L'avrebbero ricercato con tanta passione, l'avrebbero desiderato con tanto pio affetto se non avessero riconosciuto nel re dei Giudei anche il re dei secoli?

2 - Pilato e i magi prefigurazione della conversione dei pagani

Anche Pilato fu ispirato da un certo soffio di verità quando nella crocifissione di Cristo fece scrivere sul titolo della sentenza: Re dei Giudei.

I Giudei, proprio essi così pieni di errori, tentarono di farlo correggere.

Ma Pilato rispose loro: Ciò che ho scritto, ho scritto. ( Gv 19,19.22 )

Era stato infatti già predetto nel Salmo: Non distruggere l'iscrizione del titolo. ( Sal 47,1 )

Poniamo attenzione a questo grande e mirabile sacramento.

I magi venivano dai pagani e anche Pilato veniva dai pagani.

Quelli videro la stella nel cielo, costui fece scrivere il titolo sulla croce; ambedue tuttavia o cercavano o riconoscevano il re non dei pagani ma dei Giudei.

I Giudei invece da parte loro né seguirono la stella né approvarono il titolo.

Infatti veniva già prefigurato quanto poi lo stesso Signore disse: Molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente e si assideranno a mensa con Abramo ed Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori. ( Mt 8,11-12 )

Infatti i magi erano venuti dall'Oriente, Pilato dall'Occidente.

Quelli riconoscevano il re dei Giudei in Cristo che sorgeva, cioè nasceva; costui lo riconosceva in Cristo che tramontava, cioè moriva.

Così che potevano assidersi a mensa nel regno dei cieli con Abramo e Isacco e Giacobbe, dai quali i Giudei traevano origine, non discendenti da essi per generazione carnale, ma inseriti in essi con la fede.

Veniva così prefigurato l'oleastro selvatico - di cui parla l'Apostolo - da innestare nell'olivo domestico. ( Rm 11,24 )

Cristo veniva cercato o riconosciuto dagli stessi pagani come re dei Giudei, non dei pagani, perché l'oleastro selvatico veniva innestato nell'olivo domestico, non l'olivo domestico nell'oleastro.

I rami che si sarebbero spezzati, cioè i Giudei infedeli, ai magi che chiedevano dove Cristo sarebbe nato risposero: In Betlemme di Giuda; ( Mt 2,5 ) e a Pilato, che li biasimava perché volevano crocifiggere il loro re, resistettero con forte pertinacia.

Pertanto i magi lo adorarono, mentre i Giudei si limitarono a indicare loro il luogo dove Cristo era nato: tramite la Scrittura, che i Giudei hanno ricevuto, noi conosciamo Cristo.

Pilato, un pagano, si lavò le mani, mentre i Giudei reclamavano la condanna a morte di Cristo: ( Mt 27,24 ) con il sangue che i Giudei hanno sparso noi abbiamo lavato i nostri peccati.

Della testimonianza che Pilato diede attraverso l'iscrizione del titolo, nel quale fece scrivere che Cristo era il re dei Giudei, si deve però parlare in altro luogo, nel tempo della passione.

3 - I Giudei custodi delle Scritture

Ora, rimanendo nell'argomento della manifestazione di Cristo che è nato, diremo le poche cose che ci sono rimaste da dire sul giorno di questa manifestazione - che con termine greco si dice "Epifania" - con la quale Cristo cominciò a manifestarsi ai pagani quando i magi andarono ad adorarlo.

Mi piace considerare ancora una volta il fatto che ai magi che chiedevano dove Cristo sarebbe nato i Giudei risposero: In Betlemme di Giuda ( Mt 2,5 ) e tuttavia essi non andarono da lui; ma, ritiratisi essi, la stella che avevano visto prima guidò i magi al luogo dove si trovava il bambino; e così mostrò che poteva indicare anche la città, ma si sottrasse per un po' di tempo alla loro vista perché i Giudei potessero essere interpellati.

E i Giudei sono stati interpellati per provare che essi custodivano le parole divine non per la propria salvezza e conoscenza, ma per quella dei pagani.

Quel popolo infatti è stato cacciato dalla propria terra e disperso per tutto il mondo per diventare ovunque, suo malgrado, testimone di quella fede di cui sono nemici.

Perduti infatti il tempio, il sacrificio, il sacerdozio e la stessa terra, conservano il proprio nome e la propria fisionomia di popolo mantenendo pochi riti dell'antica legge.

Questo perché, mescolati ai pagani, non si disperdano senza conservare alcuna distinzione e così perdano il testimone della verità; come Caino, che invidioso e superbo uccise il fratello giusto, ricevette un segno perché nessuno lo uccidesse. ( Gen 4,1-15 )

Tutto questo possiamo ben coglierlo anche nel Salmo cinquantotto, dove Cristo parla in persona del suo corpo e dice: Il mio Dio mi fa sovrastare ai miei nemici; non ucciderli, perché non si dimentichino della tua legge. ( Sal 60,11s )

In quei nemici della fede cristiana c'è la prova per i pagani di come Cristo sia stato predetto: affinché, vedendo che con tanta chiarezza si sono avverate le profezie, non abbiano a pensare che quelle Scritture siano state inventate dai cristiani, quando vengono loro lette delle profezie riguardanti il Cristo e vedono che si sono compiute.

Si presentano dunque loro i codici che sono presso i Giudei; in questo modo Dio ci dà testimonianza servendosi dei nostri nemici; non li uccide, cioè non li fa scomparire del tutto dalla terra, perché non si dimentichino della sua legge: leggendola e mettendo in pratica alcuni suoi precetti, benché in maniera carnale, si ricordano come essi vanno incontro al giudizio mentre rendono testimonianza a noi.

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