Discorsi su argomenti vari

Indice

Trattato di S. Agostino sul disprezzo del mondo

Tenuto nel natale dei martiri di Tuburbi

1 - Norme per i ricchi. Il sogno del povero
2 - Esempio del riscatto col barbaro
3 - Un buon consiglio sull'affidamento dei tesori
4 - Cristo nel povero
5 - Le ricchezze vere
6 - Non basta dare le cose, a Dio bisogna dare se stessi. Esempio delle martiri tuburbitane
7 - Il mondo in fiore il mondo malato; Cristo medico

1 - Norme per i ricchi. Il sogno del povero

La solennità dei martiri e il giorno del Signore c'invitano a parlare della scarsa stima che dobbiamo avere della vita presente e della speranza del mondo futuro.

Se mi domandi che cosa va tenuto in poco conto, ti dirò che ogni pio e santo martire è giunto fino al disprezzo della vita presente.

Se domandi che cosa sperare, ti dirò che oggi il Signore è risorto.

Se sei incerto sulla realtà sii fermo nella speranza; se ti spaventa la fatica dell'operare, ti sollevi il pensiero del premio.

Nella prima lettura che abbiamo fatto, la Lettera a Timoteo, l'Apostolo, nei precetti che dà a Timoteo, ammonisce anche noi: Ai ricchi di questo mondo - dice - raccomanderai che non siano orgogliosi, che non ripongano la loro speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, che tutto ci elargisce con abbondanza perché ne godiamo.

Si arricchiscano in opere buone, siano pronti a dare, ad essere generosi.

Metteranno così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera. ( 1 Tm 6,17-19 )

Questa lettura non ci sembri poco adatta alla celebrazione dei beati martiri.

Ne è argomento infatti il distacco dal mondo.

Quando poi si raccomanda ai ricchi di tesaurizzare un buon capitale per il futuro e raggiungere così la vera vita, si dimostra che questa vita è falsa.

Soprattutto i ricchi devono ascoltare questo consiglio.

Quando i poveri li vedono, mormorano, si lamentano, li ammirano e invidiano.

Vorrebbero essere uguali a loro, si dolgono di non esserlo.

E spesso, nelle loro espressioni di ammirazione per i ricchi dicono: " Solo questi, questi solo si può dire che vivano ".

I ricchi, per queste parole con le quali vengono adulati da uomini dappoco e cioè che " essi soli si può dire che vivano ", non credano, insuperbiti da queste parole di lusinga, di vivere veramente.

Dice l'Apostolo: Ai ricchi di questo mondo raccomanderai che non siano orgogliosi, che non ripongano la loro speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, che tutto ci elargisce con abbondanza perché ne godiamo.

Siano ricchi, ma in che cosa? In opere buone.

Siano pronti a dare con larghezza, perché non perdono quello che dànno.

Condividano i loro beni con chi non ne ha.

E questo a che cosa approda?

Che tesaurizzeranno un buon capitale per il futuro, per avere la vera vita.

Non concordino con chi, adulandoli, dice che essi vivono, essi solo vivono.

Questa vita è come un sogno.

E coteste ricchezze passano come nei sogni.

Ascolta il Salmo, o ricco, che invece sei poverissimo: Dormirono il loro sonno, e tutti quanti [ i ricchi ] non ritrovarono più nulla delle loro ricchezze. ( Sal 76,6 )

Talvolta anche il mendicante accasciato a terra, tremante di freddo, quando è preso dal sonno, sogna tesori.

Soprassalta di gioia, si fa superbo, si vergogna di riconoscere suo padre in quell'uomo coperto di cenci.

Fino a quando egli non si sveglia è ricco. Mentre dormiva aveva di che godere, falsamente.

Quando avrà finito di dormire trova ragioni di cui dolersi, realmente.

Ebbene il ricco, quando muore, è simile a quel povero che si sveglia dopo aver sognato tesori.

Così avvenne di quel ricco che vestiva di porpora e bisso, di cui la Scrittura non dà il nome e che non merita di essere nominato: egli disprezzava il povero che stava accasciato alla sua porta.

Vestiva di porpora e bisso, come attesta il Vangelo, e banchettava splendidamente ogni giorno.

Poi morì e fu sepolto. Si svegliò e si trovò tra le fiamme. ( Lc 16,19-31 )

Dormì dunque il suo sonno e al risveglio, per quanto fosse stato ricco, non si trovò nulla in mano perché con le sue mani non aveva operato nulla di bene.

2 - Esempio del riscatto col barbaro

Le ricchezze vengono cercate per la vita, non la vita per le ricchezze.

Quanti uomini hanno patteggiato col loro nemico perché si prendesse pure tutto ma lasciasse salva la vita!

Hanno riscattato la vita al prezzo di tutto quanto possedevano.

Se è così preziosa la vita che passa, pensa a quale prezzo bisognerà acquistare quella eterna!

Se dài tutte le tue ricchezze al nemico per avere in cambio una vita da mendicante, da' piuttosto qualcosa a Cristo, per vivere, [ in cambio ], felice.

Di fronte a un riscatto così alto per la vita temporale, impara quanto valga l'eterna, che tu trascuri per vivere in sostanza pochi giorni anche se giungessi alla vecchiaia.

Pochi infatti sono complessivamente i giorni dell'uomo, dall'infanzia fino alla vecchiaia.

Perfino Adamo, anche se morisse appena oggi, avrebbe vissuto pochi giorni perché li ha pur finiti tutti.

Tu fai dunque un riscatto per aver pochi giorni pieni di fatiche e di tribolazioni, da vivere in povertà, nelle prove.

A che prezzo? Tu sei disposto a non aver più nulla pur di avere te stesso.

Vuoi sapere quanto valga la vita eterna? Aggiungi alle cose te stesso.

Ecco che il nemico, quello che ti aveva catturato, ti dice: " Se vuoi salva la vita dammi tutto quello che possiedi ".

E tu, per aver salva la vita, glielo dài; oggi riscattato, ma domani ancora esposto alla morte; da costui libero, ma col rischio di essere poi trucidato da un altro.

Ci ammaestrino i pericoli [ del presente ], fratelli miei.

Perché tanto sprovveduti nonostante le parole di Dio e le esperienze umane?

Ecco, hai dato tutto e te ne vai via contento perché sei vivo: anche se povero, bisognoso, spoglio, anche se mendicante.

Sei contento tuttavia perché sei vivo e perché la luce della vita è dolce.

Ma supponi che ti appaia Cristo e che patteggi anche lui con te, lui che non ti ha fatto prigioniero ma che per te è stato fatto prigioniero; che non ti vuole uccidere ma per te si è degnato di lasciarsi uccidere.

E proprio lui, che ha dato la sua vita per te - quale prezzo! - lui che ti ha creato, ti propone: " Fa' un patto con me. Vuoi aver salva la vita?

A prezzo di tutto il resto? Se vuoi avere te devi avere me.

Devi avere in odio te e amare me, così che, perdendola, trovi la tua vita e non la debba perdere volendo tenerla.

In quanto alle tue ricchezze, che vuoi possedere ma che, a riscatto della tua vita presente, sei disposto a dare, ti ho già dato un buon consiglio.

Se le ami, cerca di non perderle.

Ma lì dove le ami, nel confine temporale, periranno con te.

Ecco dunque un consiglio anche riguardo ad esse.

Se le ami mandale avanti nel luogo dove tu le raggiungerai dopo; per evitare che, se le ami solo sulla terra, tu le perda da vivo o le abbandoni quando muori.

Ecco il consiglio che ti ho dato al riguardo: non ti ho detto di perderle, ma di conservarle.

Vuoi accumulare un tesoro? Non ti dico di non farlo, ti dico dove.

Considerami come uno che ti consiglia, non uno che ti contrasta.

Dove ti dico dunque di accumulare il tesoro?

É stato scritto: Accumulatevi tesori nel cielo dove il ladro non entra, né la tignola o la ruggine consumano ". ( Mt 6,20 )

3 - Un buon consiglio sull'affidamento dei tesori

Tu mi dirai: " Ma non vedo quello che ripongo nel cielo ".

Quello che seppellisci in terra infatti lo vedi.

Nascondendo il tesoro sotto terra ti senti sicuro; perché dovresti essere preoccupato di affidarlo a Dio che fece il cielo e la terra?

Conserva il tuo tesoro dove credi meglio.

Ma se troverai un custode migliore di Cristo affidagli pure la tua ricchezza.

" Io lo affido - dici - al mio servo ". Sta bene.

Ma quanto meglio sarebbe affidarla al Signore!

Il tuo servo può anche rubare e fuggire.

E tra tanti mali che capitarono si giunse a desiderare che il servo rubasse e fuggisse anziché guidasse i nemici alla casa del suo padrone.

Molti servi divennero all'improvviso ostili ai loro padroni e li consegnarono a tradimento ai nemici con tutte le loro ricchezze.

A chi dunque affidare? " Per ora - sostieni - al mio servo affido il mio oro ".

E allora sta bene: al tuo servo il tuo oro.

E la tua anima a chi l'affidi? " L'anima - dici - l'affido al mio Dio ".

Quanto meglio faresti, o uomo, ad affidare anche il tuo oro a Colui a cui affidi l'anima!

Forse che egli è fedele nel custodirti l'anima e infedele nel custodirti la ricchezza?

Non custodirà per te Colui che salva anche te stesso? Dagli fiducia.

Supponiamo che un tuo servo si comporti in modo leale: non ruba.

Ma chi ti dice che si comporti in modo da evitare che il tuo tesoro vada perduto?

La sua fedeltà è assoluta nel non derubarti.

Tu badi alla sua fedeltà e non alla sua dabbenaggine?

Ecco: ha riposto, ma non ha nascosto bene il tesoro.

Arriva un altro e se lo porta via.

Forse che qualcuno può fare ciò a Cristo?

Scuoti la tua inerzia. Prendi la buona risoluzione: accumula tesori in cielo.

Che dico, scuoti l'inerzia? Come se costasse fatica accumulare tesori in cielo.

[ Per i tuoi beni ] anche se costava fatica, la dovevi pur sostenere; era una cosa da fare, per riporre i beni, che teniamo in gran conto, in un luogo protetto, da cui nessuno potesse portarli via.

Invece quando Cristo ti dice: " Accumula tesori in cielo ", non ti dice: " Cerca delle scale, fatti adattare delle ali ".

Ti dice semplicemente: " Dammi sulla terra e io custodisco in cielo ".

" Sulla terra - dice - dammi. Io sono venuto a esser povero sulla terra, perché tu fossi ricco in cielo ", fa' un prestito che si trasferisce.

Se temi chi frodi i tuoi beni e non vuoi perderli, se cerchi chi li porti nel luogo dove anche tu andrai, Cristo è lì, nell'uno e nell'altro caso.

Non fa impostura, ti fa invece il trasporto.

4 - Cristo nel povero

" Ma - tu mi domandi - dove trovo Cristo sulla terra?

I dati della mia fede, quanto ho udito in Chiesa e ho imparato e creduto, il mistero che mi è stato insegnato è che Gesù Cristo fu sepolto, che è risorto il terzo giorno, che dopo quaranta giorni è asceso al cielo davanti agli occhi dei suoi discepoli, che sta alla destra del Padre e che alla fine ritornerà.

Come posso trovarlo qui? Come posso affidargli la mia ricchezza? ".

Non agitarti, ascolta fino in fondo.

Ovvero, se hai ascoltato già tutto, allora di' tutto.

So che hai imparato questo: che è stato crocIfisso, deposto dalla croce, messo nel sepolcro; che è risorto e salito al cielo.

Ma tu hai letto anche il fatto di Saulo.

Quando perseguitava la Chiesa, superbo, crudele, avido di strage, ( At 9,1 ) assetato del sangue dei cristiani, quando infieriva su di loro e li perseguitava portando lettere a Damasco per imprigionare e condurre a tortura chiunque, uomo o donna, che avesse trovato essere seguaci di Cristo, come lo ha interpellato Colui che tu confessi aver sede in cielo?

Ricorda che cosa gli ha detto, che tu hai sentito, hai letto: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?. ( At 9,4 )

Paolo non lo vedeva, non lo toccava.

Egli tuttavia gridava: Perché mi perseguiti?

Non disse: " Perché perseguiti i miei familiari, i miei servi, i miei santi, anzi, aggiungi pure questo titolo d'onore, i miei fratelli? ".

Nessuno di questi appellativi, ma disse: Perché perseguiti me?

Cioè le mie membra.

Per esse, che erano calpestate sulla terra, il capo, nel cielo, protestava.

Anche a te, se qualcuno ti calpesta un piede, dall'alto del capo la tua lingua protesta e dice: " Mi fai male ".

Non dice: " Fai male al mio piede ".

E allora perché dubiti a chi dare?

Lo stesso [ Cristo ] che disse a Saulo: Perché mi perseguiti? dice a te: Dammi da mangiare sulla terra.

Saulo infuriava sulla terra e la sua persecuzione giungeva a Cristo in cielo.

Così anche tu; sii generoso sulla terra, avrai sfamato Cristo in cielo.

Di questa difficoltà da cui sei turbato, aveva già parlato in anticipo il Signore.

Diceva che sorprenderà anche coloro che si troveranno posti alla sua destra.

Quando il Signore dirà: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, essi ribatteranno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato?

E immediatamente avranno questa risposta: Ogni volta che avete fatto qualcosa per uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto per me. ( Mt 25,35-40 )

5 - Le ricchezze vere

Se dunque non vuoi dare, non hai scusa: hai solo motivi di condanna.

Riguardo a coteste ricchezze il Signore dice: " Ti ho dato un consiglio molto salutare.

[ Riconosci che ] ti sono care.

Dunque spostale in cielo e quando le avrai trasferite le seguirai.

Intanto seguile col cuore perché: dove sarà il tuo tesoro lì sarà anche il tuo cuore ". ( Mt 6,21 )

Se tu seppellisci in terra il tesoro, in terra seppellisci anche il tuo cuore.

E se seppellisci il cuore in terra vergògnati quando ascolti l'invito: In alto i cuori, [ e tu rispondi ]: Li abbiamo rivolti al Signore.1

" Ti ho dato - dice il Signore - un consiglio salutare per le tue ricchezze ".

Se avrai messo in pratica il mio consiglio, se lo avrai bene ascoltato, se sarai ricco nel modo in cui dice l'Apostolo, cioè tale da non insuperbirti, da non porre la tua speranza nell'incertezza della ricchezza, se sei pronto a dare, a condividere, così da accumulare un capitale buono per il futuro, per conquistare la vera vita, se fai tutto questo, rivolgiti al tuo Dio - dice il Signore - e interpellalo: " Ecco, Signore, ho trasferito in cielo quello che avevo, dando tutto, o tenendo in modo tale quello che posseggo che è come se non lo possedessi, usando del mondo come se non ne usassi appieno. ( 1 Cor 7,29.31 )

Il regno dei cieli vale questo prezzo? Ecco, se ho fatto così, è questo il suo prezzo? ".

É un prezzo caro. Ma [ ciò che acquisti ] vale di più.

Tale prezzo non corrisponde al suo valore.

Perché tu vivrai in eterno.

Qui infatti tu daresti tutti i tuoi tesori anche per una vita di pochi giorni.

Là invece sarai veramente ricco, non sentirai la mancanza di nulla.

Perché tu a questo miri, quando vuoi essere ricco: non vuoi patire bisogni sulla terra e così ammassi sostanze che sono denso fango da cui sei appesantito ed oppresso, e che ti terrà, una volta secco, strettamente impigliato.

[ Ed anche ], per non mancare di nulla, vai cercando, per farti trasportare, molti animali, e vivande copiose per il tuo vitto ed indumenti preziosi per coprirti.

Però non credere, per il fatto che possiedi molte cose, di essere ricco tu e povero l'angelo che non le possiede; egli non ha cavallo né carrozza, non mensa con suntuosi apparati né vesti, perché è vestito di luce.

Impara, o ricco, quali siano le ricchezze vere.

Tu vuoi queste ricchezze terrene per appagare la gola e riempire il ventre.

Ma ti fa veramente ricco chi ti fa il dono di non sentire la fame.

Non aver fame, questo è non essere bisognosi.

Infatti, per quanto tu sia ricco, quando giunge l'ora del pranzo o comunque prima di andare a mensa, quando hai fame, sei nel bisogno.

Ma per dirla in breve, a prescindere dai banchetti, sospiri pieno di superbia.

E non per appagamento di bisogni, ma per fumo di uffici da ricoprire.

Guarda poi che cosa pensi quando vuoi aumentare le tue ricchezze.

Osserva se dormi tranquillo quando ti preoccupi che vadano perdute lì dove le hai riposte o quando pensi di aumentare il capitale: se hai la pace.

Si potrebbe dire che hai trovato la ricchezza se avessi trovato la pace.

E invece quando sei sveglio non fai che pensare ad aumentare il patrimonio; quando dormi sogni i ladri.

Di giorno in ansia, di notte nel timore, sempre nel bisogno.

Chi invece ti promette il regno dei cieli ti vuole far ricco sul serio.

E a che prezzo credi che quelle vere ricchezze, quella vera e beata vita e per di più eterna, si comprino?

Credi di poterla avere allo stesso prezzo al quale sei disposto a riscattare questi pochi, miseri e tormentati giorni?

Il regno dei cieli dev'essere pagato molto di più perché vale molto di più.

6 - Non basta dare le cose, a Dio bisogna dare se stessi. Esempio delle martiri tuburbitane

A questo punto mi dirai: " Che cosa farò? Il capitale che avevo l'ho dato ai poveri e di quello che ho ora ne faccio partecipi i bisognosi.

Che cosa posso fare di più? ".

Ma tu hai ancora qualcosa in più; hai te stesso. Hai te in più.

Sei una delle tue cose. Devi aggiungere anche te stesso.

Ascolta il consiglio del tuo Signore al ricco: Va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri.

A questo punto [ poi ] non congedò il suo interlocutore.

E perché non credesse di perdere la ricchezza che amava, anzitutto lo rassicurò che non perdeva, ma riponeva, dicendogli: E avrai un tesoro in cielo.

Ma non basta. Aggiunse: Vieni e seguimi. ( Mt 19,21 )

Ami? Vuoi seguire Colui che ami? Colui che tu vuoi seguire, corse, volò.

Per quale via? Per tribolazioni, obbrobri, false accuse, sputi sul viso, schiaffi e battiture, corona di spine, croce, morte.

Perché resti inerte? Volevi seguirlo.

Eccoti rivelata la via. " Ma chi potrebbe - mi obietti - seguirlo per tale via? ".

Vergògnati, uomo con la barba, arrossisci.

Delle donne l'hanno seguito, quelle ad esempio di cui oggi celebriamo l'anniversario.

Noi celebriamo oggi la solennità delle martiri di Tuburbi.

Il Signore nostro, che è il Signore vostro, il Signore di esse, il Signore di tutti, il Redentore della nostra vita, precedendoci nella via stretta e difficile, l'ha resa larga, regale, sicura e ben protetta, in cui piacesse anche alle donne camminare.

E tu resti ancora inerte? Non vuoi versare il tuo sangue per così prezioso sangue?

Il tuo Signore ti dice: " Per primo ho patito per te. Ricambia quello che hai avuto. Restituisci ciò a cui hai attinto ".

Dici di non potere? Lo hanno potuto fanciulli e fanciulle.

Lo hanno potuto uomini e donne deboli: riuscirono a farlo uomini ricchi, grandi ricchi, che di fronte alla prova della passione non si lasciarono trattenere dalla loro grande ricchezza, né lusingare dalla dolcezza della vita pensando a quel ricco che, finite le ricchezze, aveva trovato i tormenti.

Ed essi non mandarono avanti le loro ricchezze ma piuttosto le precedettero col martirio.

Con tanti esempi davanti resti inerte?

E tuttavia celebri le feste dei martiri.

Oggi è anniversario di martiri.

" Andrò [ alla festa ] ", dici. E forse col miglior vestito.

Verifica piuttosto con quale coerenza interiore; ama quello che fai, imita quello che celebri, pratica quello che trovi lodevole.

" Ma io - dici - non posso ". [ Ricorda: ] Il Signore è vicino.

Non angustiatevi per nulla. ( Fil 4,6 )

" Ma io - ripeti - non riesco ".

Tu non temere che la Fonte stessa possa inaridirsi.

Dove si sono abbeverate le martiri anche tu lo puoi se ti accosterai pieno di desiderio, se non t'innalzerai come un colle, ma ti abbasserai come una valle, per poter essere riempito.

7 - Il mondo in fiore il mondo malato; Cristo medico

Questi discorsi non ci risultino duri, fratelli, specie in questi tempi di tante tribolazioni: il mondo fu disprezzato dai martiri quando era nel suo fiore; con grande merito è stato disprezzato quando era fiorente, e lo si ama ora che perisce.

Essi trascurarono i suoi fiori e tu abbracci le sue spine.

Se sei pigro a uscire di casa, almeno il fatto che la casa sta andando in rovina ti metta paura.

Ma avviene che il pagano t'insulti.

Ma per che cosa t'insulta? In verità è giunto il tempo in cui il pagano t'insulta perché si adempiono le profezie del tuo Signore.

Sarebbe invece più giusto che t'insultasse se non si fossero realizzate le cose che aveva predetto.

Egli nega il Dio che tu veneri; tu, sulla base di ciò che ora patisce il mondo, dimostragli che egli ha detto il vero, e senza rattristarti per ciò che è stato predetto, godi delle promesse.

Egli venne in un tempo in cui, declinando ormai l'età del mondo, che sembra strutturato per avere una sua fine, ci sarebbe stata quantità di stragi e di rovine, di angustie e disagi.

A tuo conforto è venuto Colui che a suo tempo è venuto.

E perché non ti perdessi d'animo nelle tribolazioni della vita che passa e muore, ti ha promesso un'altra vita.

Prima che il mondo soffrisse di queste afflizioni e sciagure, furono inviati i Profeti.

Furono mandati come dei servi a questo grande malato che è il genere umano, che è come un unico uomo infermo, giacente disteso da Oriente ad Occidente.

Il medico potente mandò i suoi servi.

Ma giunse il momento in cui si verificarono per questo malato tali attacchi del male che egli avrebbe dovuto soffrire molto.

Il medico disse: " Questo malato sta per soffrire molto; bisogna che vada io ".

Il malato, se è stolto, dirà al medico: " Signore, soffro per il fatto che sei venuto ".

" Stolto, non soffri perché sono venuto io, ma sono venuto perché soffrivi ".

Riassumo, fratelli. Perché stiamo a dire molte cose?

Con rapidità il Signore compirà la sua parola sopra la terra. ( Is 10,22; Rm 9,28 )

Viviamo dunque bene e a compenso di una buona vita nostra non speriamo i beni transitori della terra.

La felicità terrena è scarsa ricompensa a una vita buona.

Vivere bene qui non ha lo stesso valore di ciò che sono i tuoi desideri, e se desideri cose [ terrene ], non vivi nemmeno bene.

Se vuoi mutare vita muta i desideri.

Tu serbi fede a Dio e ciò per essere felice in terra.

Ma sarebbe questa la ragione di serbar fede a Dio?

Così poco vale la tua fede? Così poco la stimi?

A tanto poco la riduci? Se hai qualcosa da vendere qui sulla terra e contratti col compratore, tu alzi il prezzo, lui lo abbassa.

" Vale tanto ", tu dici, accrescendo il prezzo di quello che vendi.

Egli ribatte: " Non vale questo prezzo, ma quest'altro ", e ti offre un prezzo inferiore, volendo comprare a meno.

Il Cristo Signore ti corregge.

Tu dici a Cristo, al tuo Signore: " Io ti serbo fede e tu dammi beni sulla terra ".

Stolto! Quello che vendi non vale così poco. Sei in errore.

Non conosci il valore di quello che hai.

Tu serbi fede [ a Dio ] e chiedi in cambio solo beni terreni?

La tua fede vale più della terra, non la sai apprezzare.

Io che te l'ho data so quanto vale. Vale quanto tutta la terra.

Aggiungi alla terra anche il cielo. Vale ancora di più.

E che cosa c'è di più che la terra e il cielo? Colui che ha fatto la terra e il cielo.

Rivolti al Signore …

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1 Praef. Missae