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Nell'Ascensione del Signore

1 - Impossibile lodare degnamente il Verbo divino. La corsa del gigante. L'Ascensione

Come possiamo, carissimi fratelli, con le nostre parole fuggevoli parlare del Verbo eterno in modo che sia degno?

O come le nostre cose basse di quaggiù potrebbero bastare per le cose grandi?

Cantano la sua lode i cieli, le virtù, le potenze celesti, i luminari del cielo, le stelle; per quanto può, leva la lode anche la terra, che pur non pretendendo di rendere una lode degna, non vuole però condannare se stessa con ingrato silenzio.

Non v'è nessuno che sia in grado di dire con parole, o anche solo di comprendere, come lui che domina su tutta la faccia della terra e governa l'universo in modo soave, ( Sap 8,1 ) si sia lanciato felice nella corsa, sorgendo da una estremità del cielo e girando fino all'altro estremo. ( Sal 19,6-7 )

Se egli si estende a ogni luogo, da dove può uscire, dove andare?

In realtà non ha estensione spaziale né variazione temporale, non compie uscite o ritorni, ma rimanendo in se stesso, egli tutto intero abbraccia tutto.

Non v'è dunque spazio che resti escluso da lui, onnipotente ovunque, o che non comprenda lui, che è esteso senza limiti, o che non accolga la sua venuta.

Se si pensa al Verbo in sé, nulla possiamo dire; ma per insegnare agli umili a dire qualcosa di sé, egli abbassò se stesso, prese la condizione di servo. ( Fil 2,8 )

Si abbassò nella nostra condizione, e in questa condizione, secondo il racconto del Vangelo, progredì coltivando la sapienza, ( Lc 2,52 ) e in essa patì lottando con forza, in essa morì, quindi in essa vinse la morte ed è risorto e, sempre in questa condizione, è tornato al cielo, quel cielo dal quale non si era in realtà mai allontanato.

É dunque benedetto nel firmamento del cielo Colui del quale l'Apostolo ha detto: Per noi è divenuto lui stesso perché la benedizione di Abramo si compisse tra i pagani. ( Gal 3,13-14 )

Balzò lieto come gigante. ( Sal 19,6 )

Quale gigante? Viene detto gigante perché con la sua morte vinse la morte, spezzò le porte dell'inferno, ne uscì e ascese al cielo.

E chi è questo re della gloria per il quale fu detto ad alcuni prìncipi: Aprite le vostre porte, prìncipi, alzatevi, porte eterne?

Si devono alzare le porte perché egli è grande, ed esse, essendo strette, non possono farlo passare, perché entri il re della gloria.

Sono prese da spavento: non lo riconoscono: Chi è questo re della gloria?

Non è solo Dio, ma anche uomo; non è solo uomo, ma anche Dio.

Ma subisce la passione: è davvero Dio?

Risorge: è davvero uomo?

É appunto Dio e uomo: ha veramente patito ed è risorto veramente.

La frase viene ripetuta due volte in questo medesimo Salmo: Aprite le vostre porte, prìncipi, alzatevi, porte eterne, ed entrerà il re della gloria.

Le stesse parole sono ripetute poco sotto, come per sovrabbondanza si ripete qualcosa di non necessario.

Ma nella ripetizione fate attenzione al riferimento ultimo e capirete perché si ripeta due volte.

Una volta, quando risorge, si aprono le porte degli inferi, l'altra volta, quando ascende, si aprono le porte del cielo.

Cosa nuova è che Dio sia presente negli inferi, cosa nuova che un uomo sia assunto in cielo.

In entrambi i momenti, in entrambi i luoghi i prìncipi sono presi da spavento: Chi è questo re della gloria?

Chi sia lo comprendiamo ascoltando la risposta che viene ripetuta alla loro domanda: Il Signore forte e potente, il Signore forte nella battaglia.

Con il vocabolo " battaglia " si fa riferimento al modo come egli affrontò la morte per gli uomini, patendo egli solo per tutti, senza opporre resistenza, egli che pur era onnipotente, e riportando vittoria con la sua morte.

Grande dunque questo re della gloria, grande anche negli inferi.

Le stesse parole sono rivolte anche alle potenze celesti: Aprite, principi, le vostre porte e alzatevi, porte eterne.

Queste sono le porte eterne di cui Pietro teneva le chiavi.

Ma poiché egli innalza con sé anche l'uomo, anche qui viene ripetuta la domanda, come davanti a uno non conosciuto: Chi è questo re della gloria?

Ma poiché ora egli non si presenta più come combattente, ma come vincitore, non combatte, ma trionfa, viene variata la risposta; non più: il Signore potente in guerra, ma: il Signore delle potenze, egli è il re della gloria. ( Sal 24,7.10 )

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