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Sul dovere dell'elemosina

1 - Seguendo il consiglio del Signore ci prepariamo un tesoro in cielo
2 - Quanto dato ai poveri è dato al Signore, che restituirà a usura

1 - Seguendo il consiglio del Signore ci prepariamo un tesoro in cielo

Con tutte le forze che il Signore ci dona ci appelliamo alla vostra Carità, esortandovi a fare l'elemosina.

I santi fedeli sono soliti accompagnare l'elemosina al digiuno perché sia dato a chi non ha quello che viene tolto a chi ha.

In tal modo, mentre private l'anima del godimento del vostro guadagno, dovete sottrarre al nutrimento del corpo qualcosa da collocare in cielo.

Là in cielo possedete il vostro granaio, custodito da guardia sicura.

Vediamo che qui gli uomini prendono in affitto forzieri dove riporre le cose che hanno care sulla terra, e si danno molto da fare per custodirle dove i ladri non possano raggiungerle; ma tutte le precauzioni non bastano a dare tale sicurezza perché si manifesta ladro magari proprio chi doveva fare il custode.

Valutando attentamente che cosa solleciti gli uomini a difendere le loro cose qui sulla terra, Gesù ha dato il consiglio di conservarle nel cielo affidandole a lui.

Quello che vi chiede di dare, non vuole farvelo perdere, ma farvelo trasferire; vuole che lo mandiate avanti in cielo per seguirlo voi stessi.

Quei beni che non mandate lassù sono destinati ad essere perduti qui, dove voi restate poco tempo a goderne, e non sapete neanche chi dopo di voi potrà possedere quello che voi avete conservato.

Levate quindi da questa terra i beni che vi stanno a cuore perché, attaccandovi con amore ad essi, rischiate di perdere i beni e insieme voi stessi.

Il Signore è lui stesso il custode di voi e di quello che è vostro.

Qualora un amico di famiglia desse ad uno il consiglio di trasportare in alto, per meglio conservarlo, il frumento che lui, da inesperto ha riposto in basso, certo il suo consiglio sarebbe accetto.

Allo stesso modo vi dà il suo consiglio il Signore, non volendo che vada perduto il vostro patrimonio né che periate voi; vi dice di affidare a lui i vostri beni, se non volete che vadano perduti.

Se voi volete sapere come vanno le cose, sono certo che nessuno lo può sapere meglio di lui che ne è l'artefice.

Se gli domandate dove saranno custoditi i vostri beni, egli vi precisa che sono collocati in cielo.

Lo dice esplicitamente: Accumulatevi ricchezze in cielo, dove i ladri non rubano, i tarli non rodono, perché dove sono le tue ricchezze, là c'è anche il tuo cuore. ( Mt 6,20-21 )

Seguite il consiglio perché vi viene data la possibilità di un deposito così sicuro, al quale non è fissata alcuna scadenza e che sarà possesso eterno.

2 - Quanto dato ai poveri è dato al Signore, che restituirà a usura

Forse chiederete come trasportare lassù le vostre cose.

Non v'è bisogno che vi agitiate cercando di immaginare scale o macchinari di cui servirvi.

Fate il contratto di trasferimento come fanno di solito i cittadini che risiedono lontano: sono molti a farlo, rivolgendosi alle persone idonee a cui versano prontamente la somma di assicurazione.

Così ha fatto il vostro Signore il Cristo, che, ricco lassù, si è fatto povero venendo quaggiù.

Qui soffre la fame e chiede a voi un prestito che restituirà, come è giusto.

Non v'è dunque motivo di temere o di rimandare, perché non si può dubitare che egli non sia in grado di restituire quello che ha ricevuto.

Non temete: donate ai poveri e non subirete perdite; è donato a lui quello che viene dato a uno dei suoi piccoli.

Ce lo dice il Vangelo.

Mentre quelli che aveva posto alla sua destra, stavano spaventati e, udendolo elencare alcune necessità in cui aveva ricevuto aiuto da loro, chiedevano quando mai l'avessero visto in tali situazioni, il Signore risponde: Ogni volta che avete fatto questo ad uno dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me. ( Mt 25,37-40 )

Gesù dichiara che lui stesso aveva ricevuto quello che era stato dato al povero: lui aveva fame nel povero, lui nel povero veniva sfamato.

Date dunque con sicurezza: il Signore stesso riceve, lui stesso chiede.

Ma se non aveste ricevuto prima voi da lui, non avreste la possibilità di dargli nulla.

Mentre se si fa un prestito a un uomo, questi ne soffre il gravame, Dio non può soffrire di alcun gravame di prestiti.

Anzi vi invita lui stesso a impiegare presso di lui il denaro a prestito: egli promette di restituire ad usura quello che riceve.

Coraggio dunque: non ponete limiti al vostro desiderio di guadagno.

Il vostro capitale non darà il dieci, il cento, il mille per cento; non darà come frutto la terra, ma il cielo.

Uno sarebbe già contento se da una libbra di bronzo ne ricavasse una d'argento, o da una d'argento una d'oro; ma da quello che si dà, si riceve qualcosa di realmente diverso, non oro o argento, ma la vita eterna.

Sarà mutata la cosa data perché sarà mutato colui che dà.

La cosa data, eccola mutata nella sede degli angeli, e angelo diventerà la persona che ha dato.

Dunque l'elemosina è l'unico rimedio che liberi dalla morte e poiché è difficile per chiunque vivere questa vita senza peccare, vi esorto, fratelli, a essere larghi dei vostri averi; non accumulateli in sacchi che invecchiano, ma distribuiteli ai poveri per prepararvi un tesoro duraturo in cielo.

Udite il Salmo: L'uomo passa come un'ombra e senza ragione si preoccupa.

Accumula ricchezze e non sa a chi andranno. ( Sal 39,7 )

Date e vi sarà dato. ( Lc 6,38 )

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