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Sul natale delle sante Perpetua e Felicita

1 - Perpetua e Felicita unite nel martirio, unite nella lode

Oggi nella Chiesa rifulsero due gemme in un unico splendore.

Perpetua infatti e Felicita si celebrano in una sola ricorrenza solenne; e non si può dubitare della felicità di chi possiede una perpetua gloria.

Le rese unite la permanenza in carcere, le rese unite anche la grazia; non vi è nulla in loro che non concordi perfettamente.

Insieme cantano lodi nel carcere, insieme vengono incontro a Cristo nel cielo; insieme subiscono il combattimento contro la vacca, insieme entreranno nella patria sempiterna.

Insieme sopportavano le sofferenze del martirio; una allattava, l'altra partoriva.

Perpetua diceva, dopo aver dato alla luce il bambino e poi scostandolo ancora lattante: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? ( Rm 8,35 )

Felicita aveva ancora i lamenti del parto e già si affrettava a seguire intrepida i suoi compagni di martirio.

Cessati poi i lamenti, che cosa diceva a Cristo?

Hai spezzato le mie catene; a te offrirò sacrifici di lode. ( Sal 116,17 )

E recitavano le parole che il beato Davide diceva a consolazione del suo dolore: Il Signore ti conceda secondo i desideri del tuo cuore e faccia riuscire ogni tuo progetto. ( Sal 20,5 )

O fragilità [ dell'essere umano ]!

Si dissipavano le tenebre e tuttavia permaneva la condizione umana.

Ma chi vinse la morte e liberò lei dal pericolo del parto, sollevò anche Perpetua dal travaglio del latte che le premeva nel seno.

Mentre salivano i gradini di quella meravigliosa scala [ del martirio ] e calpestavano l'insidioso collo del dragone, vennero al giardino delle praterie celesti e trovarono lì il buon Pastore che dà la vita per le sue pecore ( Gv 10,11 ) e chiede il latte al suo gregge.

Sedeva - è scritto - il pastore in aspetto di giovane e di vecchio, di verde età ma di capelli bianchi, un vecchio che non conosce vecchiaia.

Risplendeva il suo giovane volto, perché egli resta sempre lo stesso e i suoi anni non hanno fine. ( Sal 102,28 )

Il capo era canuto perché il Signore, giusto, ama la giustizia e riconosce la santità dei martiri.

Intorno a lui erano adagiate le pecore ed egli, con le sue dita di pastore, mungeva quelle che trovava colme di latte, vale a dire colme, nell'animo, di pietà.

Munge con le sue dita e si rivolge a loro con parole paterne di sollievo, promettendo le ricompense celesti: Venite - diceva - benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo, ( Mt 25,34 ) e mostra loro vasche spumeggianti di latte, [ vale a dire ] i meriti ottenuti da un cuore puro con splendide elemosine.

E dice: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere. ( Mt 25,35 )

Perpetua ricevette dal dolce Pastore un latte nuovo, prima di versare il suo sangue prezioso.

Risposero Amen e incominciarono a pregare impetrando un animo fedele.

Pregavano in carcere, ormai sicure del Pastore.

" Signore - dicevano - non sia sterile la nostra confessione di fede.

Fa' che anche noi meritiamo di essere associate al tuo prezioso gregge e di non essere separate dai tuoi martiri ".

Compare a loro, già in visione, il luogo della lotta, la grande arena dell'anfiteatro.

É là presente, in aspetto di Egiziano, Lucifero, che era stato in cielo splendido angelo; esso nel suo combattimento cadde nella polvere.

Perpetua, che vincerà col Signore suo salvatore, congiunge le braccia in croce, avendo davanti a sé, inviato dal Signore, un giovane che la proteggeva.

Riceve il trionfo della vittoria e conquista la corona.

Offriamole anche noi i nostri doni.

Altri, durante la vita temporale, le offrivano visite in carcere, noi offriamole la preghiera di questa solennità, per meritare il regno con tutti i santi.

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