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Lettera 233

Scritta dopo il 395.

Agostino sollecita il filosofo pagano Longiniano a fargli sapere come debba adorarsi Dio e qual opinione abbia di Cristo.

Agostino a Longiniano

1 - Si dice che uno degli Antichi soleva affermare che, se uno può essere ben persuaso a non preferire nient'altro che essere buono, gli è facile imparare tutto lo scibile restante.

Molto prima di questa, che - se ben ricordo - è una massima di Socrate, una norma dei Profeti aveva esortato l'uomo, in una frase breve e sintetica, non solo a non desiderare se non d'essere buono, ma aveva insegnato altresì come diventarlo.

Amerai - dice - il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima, con tutta l'intelligenza; ( Dt 6,5; Mt 22,37; Mc 12,30; Lc 10,27 ) e: Amerai il tuo prossimo come te stesso. ( Lv 19,18; Mt 22,39; Mc 12,31; Lc 10,27 )

Chi fosse convinto di ciò, non solo imparerebbe facilmente tutte le altre norme, ma sarebbe anche convinto che quella è la sola e completa norma utile e fonte di salvezza.

Molte infatti sono le norme insegnate, seppure possono essere chiamate tali, o superflue o dannose.

Cristo, confermando i libri dell'Antico Testamento: In questi due precetti - dice - si compendia tutta la Legge e i Profeti. ( Mt 22,40 )

Mi pare d'aver visto attraverso la tua lettera, come in uno specchio, che tu desideri sopra ogni altra cosa d'essere buono.

Oso perciò chiederti in qual modo pensi doversi adorare Dio, l'Essere infinitamente buono; poiché so già che tu credi ch'egli dev'essere adorato.

Vorrei anche sapere che cosa pensi di Cristo, poiché mi sono accorto che verso di lui hai sentimenti di rispetto; ma desidero sapere - credo senz'essere sfacciato - se tu pensi che si possa giungere alla felicità per la sola via indicata da lui, e se c'è un motivo per cui trascuri d'incamminarti per tale via, ma lo rimandi ad altro tempo.

Pensi forse che ci sia un'altra strada o altre strade per arrivare al possesso d'un bene così prezioso, che dovrebbe esser desiderato a preferenza di tutti gli altri beni?

Pensi forse d'imboccarne ormai qualcuna?

Io infatti ti voglio bene in virtù del precetto più su ricordato ed ho motivo di credere che anche tu mi voglia bene.

Tra due persone che sanno di volersi bene reciprocamente, non può esserci cosa più utile che trattare il problema come poter essere buoni e beati, mediante lo scambio di lettere che rispettivamente s'inviano e si richiedono e si ricevono dall'uno e dall'altro.

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