De praescriptione haereticorum

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XL - Falsi e ingannevoli procedimenti degli eretici

Ma si domanda: da quale potenza può venire interpretaato il senso di quei luoghi, in modo che essi favoriscano poi lo svolgersi di una credenza eretica?

È manifesto che ciò non può avvenire se non da parte del diavolo; è proprio il suo mestiere, del resto, quello di sconvolgere e di turbare ogni principio di verità.

E lui pure imita nei misteri degli idoli, i riti della divina fede; egli pure battezza chi professa fede in lui e si dice suo seguace; e promette pure lui che le loro colpe otterranno perdono da questo lavacro.

Se ancor bene mi ricordo, anche Mitra15 segna i suoi seguaci, e imprime loro il suggello sulla fronte, dì quella che sia la sua religione; anche l'offerta del pane è fra le cerimonie che si ricollegano a lui; ecco che nei suoi riti appare anche un'immagine della resurrezione, e ai caduti di spada offre la corona.

Eppoi, non ha fissato pur lui per il suo sommo sacerdote la facoltà di stringere una sola volta vincolo di nozze?

Anche lui ha le sue vergini ed ha pure discepoli, che osservano i principi della continenza.

Del resto se ci rifacciamo a considerare le credenze superstiziose di Numa Pompilio, se esaminiamo le funzioni dei sacerdoti gli onori di cui sono insigniti, i loro privilegi, le funzioni sacrificali a cui essi presiedono, gli strumenti e i vasi diversi che vengono usati nei molteplici riti, e le stranezze, le particolarità curiose e minuziose dei voti e delle cerimonie espiatorie, non ci appare forse manifestamente che il demonio ha imitato la Legge Mosaica in tutta la sua minuziosa esattezza?

Egli dunque, che i medesimi procedimenti rituali con cui vengono trattati e celebrati i Sacramenti del Signore, si è studiato con tanta scrupolosità di riprodurre nelle cerimonie idolatre; egli dico, tese con ogni desiderio a raggiungere questo scopo e poté infatti applicare ad una credenza profana, in contrasto aperto colla vera, quei procedimenti propri delle cose divine e dei Sacramenti Cristiani.

I pensieri suoi si ritrovavano nei nostri, le sue parole erano quelle nostre, le sue parabole non erano che le parabole nostre.

Ed è per questo, dunque, che non ci deve essere alcuno, il quale possa nutrire dubbi che quei principi di male e di menzogna, da cui traggono origine e alimento le eresie, derivino proprio dal diavolo e che le eresie non sono affatto molto lontane dalla idolatria, in quanto riconoscono come loro principio e usano come loro mezzi, quelli stessi che riconosce e di cui si serve l'idolatria.

Infatti o immaginano un Dio diverso dal Dio, sommo Creatore, oppure, se riconoscono un Dio unico Creatore, seguono intorno a Lui una credenza che non è la vera.

E dunque, qualunque parola di menzogna che si possa pronunziare contro Iddio, diviene, in certo modo, elemento d'idolatria.

XLI - La dottrina eretica ha sempre elementi di confusione e di oscurità, che non si riscontrano nella vera dottrina, che è luce e fulgore

Non sarebbe però il caso di tralasciare la descrizione di tutto il procedimento seguito dagli eretici nelle loro relazioni?

Voi, vedete quanto sia futile, quanto materiale, quanto profana, quanto la loro condotta sia senza serietà alcuna, senza dignità, senza spirito di disciplina, ma come tutto questo, in fondo, combini esattamente col carattere della loro credenza?

Dirò per primo: fra loro chi è che conosca chi sia catecumeno e chi fedele? senza differenza alcuna essi presenziano alle cerimonie, ugualmente ascoltano, ugualmente pregano: potrebbero magari presentarsi a loro anche dei pagani: ebbene: eccoli lì pronti a gettare dinanzi ai cani le cose sacre, e le perle dinanzi ai porci; perle, dico; ma false s'intende ( Mt 7,6 ).

Parlano di semplicità; ma io direi che la loro semplicità è lo sconvolgimento e il sovvertimento della dottrina tutta; chiamano, invece, l'attenzione, la diligenza nostra scrupolosa, nei riguardi delle sacre credenze, ricerca corruttrice.

Essi concedono la pace a tutti, così, in massa, senza seguire discernimento alcuno; per loro poi, non esiste, e non importa la diversità dei mezzi e dei procedimenti, purché tutti abbiano come scopo quello di combattere, di alterare, di guastare l'assoluto principio del vero.

Orgoglio ne hanno tutti a dismisura, tutti promettono luce di sapienza.

I catecumeni, prima di giungere al richiesto grado di dottrina e di conoscenza, sono iniziati ai loro misteri.

E la sfacciataggine, l'impudenza a cui giungono le donne eretiche, è poi straordinaria: esse hanno bene l'ardire d'insegnare, di discutere, di compiere esorcismi, di promettere guarigioni, e ci manca poco che non giungano anche a battezzare.

Le ordinazioni loro rivestono il carattere della più assoluta leggerezza, senza un fondamento, senza serietà alcuna e non possono, quindi, avere stabilità; sono capaci d'innalzare, ora, dei giovanissimi senza esperienza e dottrina, ora, uomini che hanno troppo ben salde relazioni col mondo, talvolta anche degli apostati nostri, e tentano, dal momento che in nome della verità non lo potrebbero fare, di tenerseli vincolati, favorendo in loro l'ambizione.

In nessun campo si verificano progressi tali come si avvertono nel campo degli eretici; basta esser di loro e il continuo progredire viene da sé: oggi uno è vescovo, domani sarà vescovo un altro; oggi uno è diacono, domani eccotelo lettore; oggi sacerdote? domani costui lo troveremo laico; poiché anche i laici, presso di loro, adempiono a funzioni sacerdotali.

XLII - Predicazione presso gli eretici

E che cosa dovrò dire dell'ufficio che essi attribuiscono alla parola?

Questa facoltà presso di loro non serve a fare opera di conversione sui pagani, ma per condurre i nostri fuori della via della verità.

Sapete quale sia il genere di gloria a cui essi aspirano maggiormente? se riescono di abbattere coloro che stanno in piedi, saldi, ben fermi; non quella che potrebbe loro derivare da sollevare i caduti!

E si capisce: quello che essi fanno non deriva da qualche cosa di organico, di armonico che posseggono e che possono dire loro proprio; ma è qualche cosa di frammentario, di inorganico che risulta appunto dallo sgretolare la verità.

Vogliono costruire la loro casa? ebbene: essi si servono dei materiali che sono riusciti ad abbattere dalla nostra.

Togliete a costoro il principio della Legge Mosaica, i Profeti, Iddio Creatore: essi, ecco, che non sapranno formulare contro di noi, più accusa alcuna.

Ed accade così, che essi riescono a mandare in rovina più facilmente gli edifici, che pur hanno solide basi, piuttosto che ne possano costruire uno nuovo coi materiali giacenti.

E a questo lavoro essi attendono con umiltà ipocrita, con ogni maggiore mitezza e sottomissione.

Del resto, poi, costoro non conoscono riguardo alcuno neppure per i loro capi; e questa è la ragione per la quale fra eretici non si sente parlare di scismi, perché, anche quando vi siano, non vengono alla luce: sta proprio nello scisma la loro forza unitaria.

Chiamatemi liberamente bugiardo, quando non sia vero che ognuno s'allontana, si stacca dalle proprie norme senza riguardo alcuno; e le regole ricevute le altera, le dispone, le modifica a suo modo, come del resto colui che tali norme anteriormente aveva tramandato, le aveva prima, a sua volta, mutate secondo l'arbitrio suo.

Dunque l'eresia nel suo progredire, nel suo svolgersi, non fa che conservare la natura sua originaria e il carattere che essa ebbe fin da principio.

Quello che Valentino crede lecito per sé, cioè portare innovazioni secondo il suo capriccio in materia dì fede, se lo credono lecito anche i suoi seguaci, i Valentiniani, e Io stesso accade per Marcione e i Marcioniti.

Così infine, qualora noi volessimo esaminare proprio intimamente le credenze eretiche, noi troveremmo, senza dubbio, che tali dottrine si trovano certamente in contrasto in molti punti col fondatore della dottrina stessa.

Un numero grande di loro non riconoscono chiese, e se ne vanno privi di quella che dovrebbe essere come la madre loro, senza alcuna sede stabile, privi di luce ed errabondi cosi, come divisi e banditi dalla società.

XLIII - Stranezze degli eretici

Non sono sfuggite neppure le relazioni che gli eretici hanno con una gran quantità di maghi, di ciarlatani, di astrologhi, di filosofi; con tutta quella gente, cioè, che non fa altro che spendere il suo tempo in ricerche vane ed inutili.

Non fanno essi che ricordare il versetto « cercate e troverete » ( Mt 7,7 ).

Quale specie di fede essi abbiano, si può giudicare benissimo dalla condotta, dal tenore di vita che essi tengono, dalle compagnie che frequentano; è proprio tutto questo che può darci un indice della dottrina da essi seguita.

Dicono costoro che non bisogna temere Iddio: è naturale quindi che in tutte le cose per essi ci debba essere la più assoluta delle libertà; ma dove è che si può parlare di non temere Iddio, se non là dove la divinità non sia? e dove non è Iddio, ivi non sta neppure la verità e dove non esiste verità, ivi non si può non riscontrare, naturalmente, che un sistema di vita quale è quello che gli eretici seguono.

Ma dove Dio esiste, ivi non si può non riscontrare il timore di Lui, nel quale appunto risiede il principio di ogni Sapienza ( Pr 1,7; Pr 9,10 ); là, dove esiste il timor di Dio, esistono pure una condotta seria e dignitosa, una cura scrupolosissima, una diligenza grande, un criterio di scelta assennato e giusto, la facoltà di giudicare e di esprimersi dopo aver ben riflettuto, il nostro miglioramento per le opere degnamente prestate, la sottomissione ai sacri principi religiosi, la pietà delle opere, la modestia di ogni nostra azione: la Chiesa nella sua armonica unione è lì: tutte queste cose sono di Dio.

XLIV - Gli eretici: il giudizio che il Signore darà su loro

A maggior dimostrazione della verità, s'aggiungono poi queste prove, che consistono appunto nella severità massima della disciplina da noi sostenuta.

Come è possibile che vi sia qualcuno il quale voglia allontanarsi da lei! non ne potrà ricevere vantaggio alcuno davvero: basterà che ognuno pensi al futuro giudizio finale, per il quale sarà pur necessario che noi tutti ci presentiamo al supremo tribunale di Gesù, per render conto delle azioni nostre ( 1 Pt 4,5 ) e sopratutto di come noi abbiamo saputo conservare il principio della fede più pura.

E che dovranno dire dunque coloro, che la Vergine consegnataci da Gesù ( 1 Cor 2,11-13 ) hanno vergognosamente macchiato colla adultera colpa dell'eresia?

Oh, io penso che essi addurranno come scusa, come giustificazione del loro operato, il fatto che loro non fu detto nulla mai intorno a dottrine malvagie e perverse che avrebbero dovuto sorgere, né da Cristo né dagli Apostoli, e che quindi avrebbero dovuto guardarsene e coprirle del loro disprezzo ( 2 Tm 3,1 ).

E quindi saranno pronti a gettare la colpa, che è di loro, invece su chi non li ha prima messi sull'avviso, onde potessero difendersi.

Ma saranno poi anche pronti ad aggiungere molte osservazioni e prove sull'autorità posseduta da ciascuno che sia stato fondatore e sostenitore di un'eresia e diranno che quelli hanno saputo confermare e dare prove convincenti e sicure della loro dottrina: hanno infatti resuscitato dei morti, hanno restituito la sanità a dei malati, hanno predetto il futuro, così che, a buon dritto, essi potessero esser creduti apostoli ( Mt 7,15-16; Mt 24,4-5; 2 Cor 11,13; 1 Tm 4,1; 2 Tm 4,3-4; 2 Pt 3,3 ).

Quasi che non fosse stato scritto pure che sarebbero venuti molti i quali avrebbero operato fra gli uomini delle cose straordinarie, miracolose addirittura, e tutto ciò l'avrebbero fatto per rafforzare, per consolidare la loro predicazione, che non era altro invece che menzogna ed inganno.

E sarà così forse che spereranno di ottenere perdono.

E allora potrebbe anche verificarsi il caso che coloro, i quali avranno tenuto fede alle Sacre Scritture Apostolìche e alle regole in esse contenute e avranno conservato quindi la loro dottrina nella sua più assoluta integrità e purezza, forse potranno anche correre pericolo di condanna.

Il Signore potrà loro rispondere così: avevo preannunziato che sarebbero certamente venuti alcuni che, in mio nome, in quello dei Profeti e degli Apostoli, sarebbero stati maestri di menzogna, ed io avevo dato incarico ai discepoli miei di avvertirvi di ciò.

Avevo anche dato ai miei Apostoli un Vangelo e tutta una dottrina ispirata a quei principi di fede, ma non avendo voi dimostrato di credere facilmente, piacque a me poi di apportare qualche cambiamento.

Anche la Resurrezione della carne avevo promesso, ma ci ho ripensato su e mi accorgo di non poter più mantenere la promessa fatta.

Mi ero manifestato come chi aveva avuto suo nascimento da una Vergine, ma poi questa cosa mi è sembrata coperta da un'ombra di vergogna.

Colui che fa sorgere il sole e manda dal cielo le piogge l'avevo chiamato Padre mio: un altro padre migliore del primo mi ha ora adottato.

Vi avevo anche proibito di dare ascolto agli eretici, ma riconosco ora che ho sbagliato.

Cose enormi queste! ma avvengono a coloro che escono dalla retta strada e non sanno evitare i pericoli, i quali minacciano ed insidiano la fede vera ed integra.

Ma mi par che basti ora: noi abbiamo portato la nostra parola contro tutte le eresie in generale e dobbiamo contro di esse usare prescrizioni ben fisse, ispirate alla massima giustizia e che rispondano a un criterio di assoluta necessità; e abbiamo il dovere di tenerle ben lontane da ogni eventuale confronto colle Sacre Scritture.

Ci accompagni la grazia del Signore e potremo anche su qualcuna portare la nostra risposta particolarmente.

Per chi legge queste nostre pagine nella fede della verità, noi formuliamo l'augurio di avere dal nostro Signore, pace e favore in eterno.

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15 Mithra: era naturale che l'agape mitriaca, a base di pane e di vino, apparisse ai Cristiani come una contraffazione diabolica del Sacramento Eucaristico; si aggiunga il segno impresso sulla fronte corrispondente al crisma cristiano. Probabilmente la prima ondata dell'espansione occidentale del Mitraismo è rappresentata dalle incursioni mediterranee di quei pirati di Cilicia, che, dopo aver saccheggiato parecchie città greche, furono domati da Pompeo [a. 67 a. C.]. Essi, insieme con altri culti barbarici, praticavano anche quello di Mitra, ma, a parte questo preludio sporadico, la vera grande espansione occidentale del Mitraismo si ebbe nel I. Sec. D. C. Prima dell'anno 100 si avverte già la presenza del culto di Mitra a Roma. [Pettazzoni].