L'anima dell'apostolato

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5 - Eccellenza di questa unione

L'unione delle due vite, contemplativa e attiva, costituisce il vero apostolato, opera principale del cristianesimo, come dice san Tommaso: Principalissimum officium.83

L'apostolato suppone anime capaci di entusiasmarsi per un'idea, di consacrarsi al trionfo di un principio.

Se l'effettuazione di questo ideale diventa soprannaturale per lo spirito interiore, se il nostro zelo, nel suo scopo, nel suo focolare e nei suoi mezzi, è animato dallo spirito di Gesù, noi avremo la vita in sè più perfetta, la vita per eccellenza, poiché i teologi la preferiscono anche alla semplice contemplazione: Praefertur simplici contemplationi.84

L'apostolato dell'uomo di orazione è la parola conquistatrice, col mandato di Dio, con lo zelo delle anime, col frutto delle conversioni: Missio a Deo, zélus animarum, fructificatio auditorum.85

È il vapore della fede, dalle salutari esalazioni: Zélus, id est vapor fidei.86

L'apostolato del santo è la semina del mondo.

L'apostolo getta alle anime il frumento di Dio.87

È l'amore in fiamme che divora la terra, l'incendio della Pentecoste irresistibilmente propagato attraverso i popoli: Ignem veni mittere in terram.88

La sublimità di questo ministero consiste nel provvedere alla salute degli altri, senza pregiudizio per l'apostolo: sublimatur ad hoc ut aliis provideat.

Trasmettere le verità divine alle intelligenze, non è questo un ministero degno degli angeli?

Contemplare la verità è cosa buona, ma il comunicarla agli altri è meglio ancora; riflettere la luce è qualche cosa di più che il riceverla; rischiarare è meglio che risplendere sotto il moggio.

Con la contemplazione l'anima si nutre, con l'apostolato si dà: Sicut maius est illuminare quam lucere solum, ita maius est contemplata aliis tradere quam solum contemplari.89

Contemplata aliis tradere: in questo ideale di apostolato, la vita di orazione resta la sorgente: tale è il pensiero evidente di san Tommaso.

Questo testo, come pure le parole dello stesso santo Dottore citate alla fine del capitolo precedente, condanna chiaramente l'americanismo i cui partigiani sognano una vita mista in cui l'azione soffocherebbe la contemplazione.

Esso infatti suppone due cose:

1° che l'anima viva già abitualmente di orazione e ne viva abbastanza da dover dare soltanto il superfluo;

2° che l'azione non debba sopprimere la vita di orazione, e che, pure dandosi agli altri, l'anima debba praticare la custodia del cuore, in modo da non correre nessun serio pericolo di sottrarre l'esercizio della sua attività all'influenza di Gesù Cristo.

La parola scultoria del P. Matteo Crawley, l'apostolo della Consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore di Gesù, traduce esattamente il pensiero di san Tommaso: L'apostolo è un calice pieno fino all'orlo, della vita di Gesù Cristo e la cui sovrabbondanza si riversa sulle anime.

Questa unione dell'azione, con tutto il suo dispendio di zelo, e della contemplazione, con le sue sublimi elevazioni, produsse i più grandi santi, san Dionigi, san Martino, san Bernardo, san Domenico, san Francesco d'Assisi, san Francesco Saverio, san Filippo Neri, sant'Alfonso, tutti ardenti contemplativi e in pari tempo grandi apostoli.

Vita interiore e vita attiva!

Santità nelle opere!

Unione potente, unione feconda! quanti prodigi di conversione voi operate!

0 Dio, date alla vostra Chiesa molti apostoli, ma ravvivate nel loro cuore, infiammato dal desiderio di sacrificarsi, una sete ardente della vita di orazione.

Date ai vostri operai questa azione contemplativa e questa contemplazione attiva; allora l'opera vostra si compirà, i vostri operai evangelici riporteranno quelle vittorie che voi annunziaste loro prima della vostra gloriosa Ascensione.

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83 3a p. q. 67, a. 2 ad 1
84 San Tommaso
85 San Bonaventura
86 Sant'Ambrogio
87 P. Leon, passim, op. cit.
88 Io sono venuto a gettare il fuoco sulla terra ( Lc 12,19 )
89 S. Tomm., 2a 2ae, q. 188, a. 6