Maria Marta Chambon la vita

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La Visitazione di Chambéry

« Questa Casa è la Casa del Signore alla quale conviene ogni santità ». ( Costumiere della Visitazione. Formulario della Vestizione )

Il lettore gradirà certo di conoscere la Comunità religiosa, che ebbe la grazia di possedere Suor Marta Chambon, ed alla quale Essa consacrò con « la sua persona e la sua vita,1 la miglior parte dei suoi santi affetti.

« Il nostro Beato Padre - scriveva Santa Giovanna Francesca di Chantal - mi ha spesso dimostrato, sia in parole che in scritto, il suo vivo desiderio della fondazione di questo monastero di Chambéry, perché ne prevedeva grandi frutti e vantaggi a gloria di Dio e per la salute eterna delle anime ».2

Il 17 Gennaio 1624, per rispondere a questo voto di S. Francesco di Sales, la santa Madre di Chantal, veniva in persona a fare la fondazione del nuovo Monastero, il sedicesimo dell'Ordine.

Dopo che la Santa lo ebbe diretto per venti mesi, diverse Madri dell'Istituto ne presero successivamente la direzione.

La nostra venerata Madre Maria Giacomina Favre3 vi morì in concetto di santa nel 1637.

Già nel precedente anno 1636 le Visitandine avevano potuto stabilirsi definitivamente nel nuovo Monastero regolare, costruito sul piano del Costumiere,4 esse vi restarono fino al Giugno 1793.

In quell'epoca la Savoia veniva travolta dalla rivoluzione francese e le quaranta Religiose, che componevano la Comunità della Visitazione, sotto la condotta della O.ma Madre M. Scolastica Bruni, furono strappate dal loro asilo di pace.

Passata la tormenta, le case religiose cominciarono a riaprirsi e il nostro Monastero fu uno dei primi.

Nel 1806 un'ordinanza di Napoleone I autorizzava il ristabilimento delle Figlie della Visitazione S. Maria, a condizione che si sarebbero dedicate all'educazione delle fanciulle.

Ed è così che, grazie, alle pratiche di Mr. Bigex, Vicario Generale e futuro Vescovo della Diocesi, si riformò, sotto le apparenze di un pensionato, la Visitazione di Chambéry ( 30 Settembre 1806 ).

Il piccolo nucleo, che doveva ripristinare la Comunità, formato da qualche Sorella dell'antica Visitazione di Valenza, alle quali s'aggiunsero successivamente dieci Professe di Chambéry, sfuggite alla tormenta, si mise sotto la condotta della O.ma Madre M. Amedea du Noyer, Superiora del 1° Monastero di Annecy prima della Rivoluzione.

Da principio, stabilite in una casa provvisoria5 in via S. Antonio, le religiose comprarono, nel 1808, l'antico Priorato di Lémenc che cadeva in rovina.6

Con l'aiuto della Provvidenza e il faticoso concorso delle Visitandine, che facevano l'ufficio di manovali, a poco a poco si alzarono nuove costruzioni.

Non si potrebbe lodare abbastanza l'abnegazione delle nostre Sorelle Restauratrici; noi seguiamo con riconoscenza e commozione, sui nostri annali, la traccia dei loro immensi sacrifici!

Lo spirito di cordiale carità e di semplicità di queste venerate Sorelle, il loro ardore generoso nel servizio di Dio e della Comunità, furono trasmessi fedelmente alla nuova generazione e sembrarono rivivere e personificarsi nelle tre Madri venerate che accolsero Suor Maria-Marta.

Il loro ricordo, si riannoda così intimamente con quello della Serva di Dio, che ci sembra doveroso tracciare qui le linee principali della loro fisionomia morale.

La prima: nostra O.ma Madre Maria Paolina Deglapigny, già sopra mentovata, era un'anima eletta.

Il Cardinale Billiet l'aveva in sì alta stima, che la proponeva a modello alla nostra O.ma Madre Maria Alessia Blanc, quando questa assunse, dopo di Lei la carica di Superiora, nel 1854.

Raro buon senso, tatto squisito, discrezione ammirevole, umiltà vera e profonda carità; bontà soave unita a fermezza e zelo ardente per la regola, erano queste le qualità che facevano di Lei una Superiora esemplare.

Fu questa degna Madre, che ricevette Suor Maria-Marta e le diede il velo: il suo nome ritornerà spesso nel corso di queste pagine.

La nostra O.ma Sorella Deposta7 Maria Alexis Blanc, univa alla carica di assistente della Comunità quella di Direttrice, - ossia Maestra delle Novizie, - quando Francesca Chambon fu ammessa in noviziato.

Bisogna avere conosciuto questa grand'anima per apprezzare la fortuna delle Religiose formate alla sua scuola!

Entrata in Religione a ventotto anni; appena terminato il suo noviziato venne nominala Direttrice,8 tanta era la fiducia che le sue Superiore riponevano in lei.

D'impeccabile contegno, d'occhio ardente e parola vigorosa, tutto in lei ricordava la Santa Madre di Chantal.

Niente propensa ad ammettere le vie straordinarie, essa pensava, come la Santa Fondatrice, « che è una bella santità l'esatta osservanza compiuta con allegrezza nella vita comune ».

Si soleva dire piacevolmente, che S. Pietro, suo patrono di battesimo, aveva fatto passare nell'anima della sua figlioccia Pierina - la futura Superiora - la sua fede ardente e operosa, il suo zelo di fuoco per la gloria di Dio e la salute delle anime.

Donna forte in tutta l'estensione della parola, di certo essa non visse inoperosa: il Signore sembrava scegliere appunto le epoche in cui essa era Superiora, per moltiplicare le prove d'ogni genere, e metterla in necessità di provvedere a nuovi lavori di fabbricato.

Monsignor Leuillieux e i di Lui Precedessori l'ebbero in alta stima, e il Signor Abate Cotton, che fu in seguito Vescovo di Valenza, era solito dire: « Alla Visitazione di Chambéry vi è una Superiora che è una donna eminente ».

E inviava successivamente al Monastero tre delle sue figlie spirituali, per essere formate da questa mano maestra.

La terza, la nostra cara Sorella Teresa Eugenia Revel disimpegnava le funzioni di Economa, quando nel 1863 fu eletta Superiora.9

Anch'essa era una religiosa modello, vera colonna d'osservanza.

Era stata novizia della O.ma Madre M. Alessia e la sua anima, naturalmente timida e delicata aveva ricevuto da questa virile formazione, un'impronta di vigore morale.

La sua forza, tutta penetrata di dolcezza e di umiltà, si alimentava con la continua presenza di Dio, donde scaturiva una grande docilità ad ogni movimento della grazia.

« Una Religiosa deve essere sempre sorpresa in un atto di virtù » tale era la sua parola d'ordine continuamente vissuta.

Questa venerata Sorella rimane tra noi, come il tipo della Costituzione della modestia.

Dal 1863 al 1887 Essa si alternò regolarmente di sei in sei anni, con la O.ma Madre M. Alessix nelle cariche di Superiora e Direttrice.

L'una e l'altra erano destinate, nella mente di Dio, a divenire le guide, i testimoni, le confidenti dell'umile privilegiata del Salvatore.

L'una e l'altra apparivano alla Comunità, come consacrate dal dolore e circonfuse dall'aureola dei Santi.

Vivente corona d'onore e d'amore, si stringeva a queste Madri venerate un'accolta10 d'anime generose, accese di devozione e di sacrificio, anime umili e candide, che andavano direttamente a Dio, come l'acqua pura all'oceano, formando del Monastero un santuario di raccoglimento, un cenacolo di carità, mediante l'unione dei cuori.

La povertà, questo tesoro delle case religiose, non mancava alla Comunità nel 1862, come non era mancato ai tempi eroici della fondazione e restaurazione - e serviva ad alimentare il fervore e la santa allegrezza nel lavoro.

Come abbiamo accennato al principio del capitolo, un fiorente educandato, con circa 70-80 alunne occupava laboriosamente una parte delle Religiose, e necessitava il concorso di diverse ragazze di servizio.

Tra queste, secondo l'uso d'allora, fu ricevuta Francesca11 per una prima prova di qualche mese, finche, il 2 Agosto, 1862 con una compagna del medesimo grado, essa varcava, in qualità di postulante la soglia del noviziato.

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1 Formulario della Professione
2 Libro del Convento. Racconto della fondazione scritto interamente dalla Santa
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Figlia del celebre giureconsulto Antonio Favre e sorella dell'Accademico Favre de Vaugelas. Essa fu inumata nella tomba, sotto il santuario della chiesa, appena allora cominciata. Grazie alle liberalità di Madama Reale Cristina di Francia, duchessa di Savoia, la costruzione poté essere proseguita, come pure il resto del Monastero. Dopo le vicissitudini dell'epoca rivoluzionaria, sotto la Restaurazione, i fabbricati e la chiesa divennero proprietà dei RR. PP. Gesuiti. Il loro collegio, costruito sulla superficie degli antichi giardini della Visitazione, è attualmente il Liceo nazionale. Con nostro grande dispiacere tutti gli scavi fatti nel 1892 per ritrovare i resti della Madre Favre sono rimasti senza risultato

4 Attualmente via Gian Pietro Veyrat
5 L'antico Monastero della Visitazione - divenuto proprietà della Nazione - era stato venduto a vile prezzo, il 15 piovoso anno VI ( 4 Febbraio 1803 )
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Questo priorato, fondalo nel 546 da due monaci dell'Abazia benedettina d'Ainay ( Lione ), fu stabilito regolarmente al XI° secolo. Portandosi come fondatori Rodolfo III re di Borgogna e sua moglie Ermengarda. I Religiosi costruirono la chiesa, attualmente parrocchia, col nome di S. Pietro. Essi Ia officiarono fino al secolo XVIl°, nel qual tempo furono rimpiazzati dai PP. Feuillants ( ramo del grand'Ordine benedettino ). Attualmente un'ala dei nostri fabbricati è addossata alla chiesa di Lémenc, mentre un cortile interiore e i nostri giardini la circondano in parte. L'abside è circondata da un boschetto di noccioli il quale é dominato da una statua del Sacro Cuore messa ( nel 1869 ) proprio dalla parte corrispondente al Tabernacolo. La Cappella di N. S. dei Sette Dolori, costruita nel 1830 all'ingresso del nostro piccolo cimitero, si trova un po' più lontana a sinistra. Essa racchiude presentemente i resti della Serva di Dio. Si tratterà di questi differenti luoghi nella via di Suor Maria-Maria

7 Nome dato alla Visitazione alla Superiora allo scadere della carica
8 Maestra delle novizie
9 Allieva del Sacro Cuore di Chanbéry. Azelina Revel fu benedetta nella sua infanzia da S. Maddalena Sofia Barat. Dopo di averla affettuosamente accarezzata: « Curate bene questa piccola. Raccomandò la venerata Fondatrice, Dio ha intenzione di farne qualcosa di buono »
10 40 religiose circa, delle quali 6 converse
11 Febbraio, 1862